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"Si deve disobbedire ai sistemi che generano morte"

Publie le mercredi 2 avril 2003 par Open-Publishing

ROMA « In modo pacifico e non violento hanno richiamato l’attenzione del paese su questi treni che attraversano l’Italia carichi di munizioni e di armamenti ». Don Luigi Ciotti ringrazia i disobbedienti : « meno male che ci sono loro ». E spiega : « Quando le parole non servono più si è costretti a passare alle azioni, non violente - si capisce ».
Dunque appoggia la loro forma di opposizione ?
« Appoggio tutti i percorsi di pace, bisogna fare di tutto per fermare la guerra. Quando le parole non servono più c’è l’obiezione di coscienza, la disobbedienza, lo sciopero, trasformarsi in scudi umani, fermare i treni carichi di armamenti. Le azioni dei disobbedienti sono le ultime parole di chi non vuole rendersi complic e della r incorsa agli armamenti e della guerra. Rappresentano il tentativo simbolico, non violento di fermare il linguaggio puro della violenza. Perché è drammatico scoprire che mentre tutti insieme questi giorni abbiamo cercato percorsi di pace, partono treni carichi di armi e armamenti per portare avanti le ragioni della forza. Ti dà la sensazione che le parole non sevano più e che allora bisogna passare alle azioni, ovviamente non violente, inventandosi di tutto, come stanno facendo i disobbedienti. Quei treni portano armi, non portano pane e le armi in questo momento sono guerra. Facilitare il percorso della armi vuol dire renderci complici della guerra. Perciò dico : l’Italia non si faccia complice. Quando si mette in moto la macchina della guerra è difficile tornare indietro ».
Quando dice che le parole non servono più, pensa che la manifestazione del 15 non sia servita a nulla ?
« Niente affatto. Milioni di persone sono scese in piazza e hanno dato un segn ale impo r tante : che su questo bisogno di pace si incontrano numerosissimi percorsi ».
E ora secondo lei questi percorsi rischiano di dividersi ?
« No. Resteremo uniti se le strade individuate continueranno a essere come adesso pacifiche e non violente. Abbimao formato un grande cartello, in occsaione della manifesatazione del 15 febbraio, e certamente porteremo avanti ancora altre azioni insieme ».