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DISARMIAMO

Publie le dimanche 6 avril 2003 par Open-Publishing

"Davanti al lettino di Alì, per tutta la giornata di lunedì, è stata una continua processione di medici iracheni e occidentali (alcuni volontari di ong greche), increduli davanti a quel che rimaneva del bambino. Inutile fare giri di parole per nascondere l’orrore : Alì è sdraiato nel suo letto, con gravi ustioni su tutto il corpo. Ha perso le braccia ; il suo corpo è sovrastato da una gabbia di metallo per evitare il contatto tra la sua pelle carbonizzata e le lenzuola di cotone che tentano di proteggerlo. Ad Alì, il dottor Salé non ha avuto il coraggio di dirgli la verità : che lui è l’unico sopravvissuto della sua famiglia....Sono ancora le parole di Peregil a tracciare il quadro, "Il grido", di una popolazione in ginocchio : « Una bambina si avvicina e in un inglese zoppicante dice : "Se voi lottate per la pace, fate qualcosa perché tutto questo si fermi. Cosa abbiamo fatto io e la mia sorellina per meritarci tutto ciò ?" ». C’è chi a Baghdad, oltre alle bombe, da stasera aspetta anche una risposta." (di Leonardo Sacchetti)"