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BAGHDAD STANCA, SI ASPETTA ’ASSEDIO MEDIEVALE’

Publie le lundi 7 avril 2003 par Open-Publishing

IRAQ : BAGHDAD STANCA, SI ASPETTA ’ASSEDIO MEDIEVALE’/ANSA
VOLONTARIE ITALIANE RACCONTANO SCENE DI VITA SOTTO LE BOMBE
(ANSA) - ROMA, 1 APR - La gente di Baghdad lo chiama l’
’’assedio medioevale’’. E anche se molti credono ancora che gli
americani non riusciranno ad entrare in citta’, sa che prima o
poi arrivera’, con le truppe alleate ad ottanta chilometri dalla
periferia. Cosi’, al terrore per le bombe che ormai cadono ad
ogni ora senza che neanche la sirena suoni piu’, se ne aggiunge
uno ancora piu’ angoscioso, perche’ invisibile, che comincia a
diffondersi un po’ ovunque.
A raccontare lo stato d’animo della capitale irachena e’
Simona Torretta, la volontaria dell’associazione ’Un ponte
per...’ che assieme a Marinella Correggia si trova a Baghdad e
con le altre associazioni umanitarie e la Mezzaluna Rossa
irachena assiste la popolazione civile. Le due italiane sono
arrivare a Baghdad a conflitto gia’ iniziato, la notte tra il 23
e il 24 marzo dopo un viaggio di 24 ore dalla Siria, e da quel
giorno sono al lavoro nella sede dell’associazione per
coordinare gli aiuti. ’’La notte e il giorno di Baghdad non
riservano piu’ sorprese : ore e ore di bombardamenti che ci
costringono a rifugiarci dove capita’’ dice Simona, che ogni
giorno lascia l’hotel nel centro della citta’, vicino al
Palestine dove si trovano i giornalisti occidentali, per
raggiungere la sede della Mezzaluna rossa.
La volontaria parla di gente ’’stanca’’, costretta a
spostarsi continuamente per la citta’ per evitare i
bombardamenti, ma anche ’’determinata a cercare di continuare a
vivere in maniera normale’’. Una vita che di giorno, nonostante
le bombe, si svolge nelle strade, nei caffe’ e nei mercati.
’’Nelle ore diurne Baghdad e’ piena di gente che si sposta
generalmente per fare acquisti o per accertarsi che parenti e
amici siano scampati ai bombardamenti. Spostamenti che sono
aumentati da quando sono saltate le comunicazioni telefoniche -
racconta ancora Simona - Negli occhi della gente si legge
chiaramente la stanchezza ma anche la determinazione a vivere in
maniera normale, per quanto lo si possa fare in una situazione
come questa’’. E, infatti, la popolazione ’’si sente insicura,
tutti si chiedono quanto durera’ ancora e non riescono ad
accettare questa invasione’’.
C’e’ anche chi si sposta perche’ la zona dove abita e’
considerata particolarmente a rischio per la presenza di
obiettivi militari, raffinerie o magari di reparti della guardia
repubblicana e cosi’ la sera va da parenti o amici che vivono in
zone piu’ sicure. ’’Anche Safana, la nostra collaboratrice, da
stanotte sara’ ospite in una casa in campagna e la mattina
tornera’ in ufficio - dice la donna - e l’altro giorno Kawal,
dipendente dell’hotel che ci ospita, mi ha chiesto un passaggio
per correre dalla sua famiglia che abita in una zona in cui la
notte precedente i bombardamenti erano stati particolarmente
violenti. Quando siamo arrivati abbiamo trovato in piedi solo
parte della casa : un missile, caduto nelle vicinanze, aveva
abbattuto parte dell’edificio. La sua famiglia, per fortuna, era
riuscita a spostarsi e ora vive dai parenti’’.
C’e’ ancora, pero’, una Baghdad che sembra estranea alla
guerra, dove nulla e’ cambiato e gli spazi, spiega Simona,
’’danno respiro ed ossigeno alle persone rimaste’’ : ’’Sulla
Sadoon Street alcuni locali sono aperti il pomeriggio e gli
uomini ci tornano tutti i giorni per giocare a domino, fumare il
narghile’ e bere lo ’sciai’ come facevano prima della guerra,
alla televisione si vede un film americano con sottotitoli in
arabo, o forse e’ un video’’. Si continua a vivere insomma,
anche se la guerra i suoi effetti gia’ li ha prodotti : ’’e’
iniziata da dodici giorni - conclude Simona -, sembrano passati
dodici anni’’.(ANSA).