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Dissidenti contro il regime

Publie le sabato 21 maggio 2005 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Governi

di Giancarlo Pacchioni

Dissidenti contro il regime.

Un’intera nazione è allo stremo, dissidenti si riuniscono contro il regime.

Il regime reagisce duramente e censura l’informazione.

Giornalista italiano messo a tacere, l’odiosa repressione viene condannata duramente da tutte le forze democratiche.

Il giornalista italiano costretto a fuggire, si rifugia a Bruxelles.

Il popolo italiano vuole tornare libero e chiede il ritorno del giornalista italiano Michele Santoro.

Il tiranno con i tacchi, il platinette della politica, il presidente dello sconsiglio ascolterà il lamento disperato del paese delle bandane?

Dopo la batosta elettorale delle regionali, in piena recessione economica, arriva pronta la risposta del premier: partito unico.

Ma la recessione? Le tasche vuote degli italiani?

Grazie Silvio, stai tirando una bellissima campagna elettorale ai partiti dell’opposizione.

Grazie veramente.

Messaggi

  • ma basta, caro Giancarlo, con queste sparate "girotondine" con cui ci martelli i cosiddetti su quasi tutti i siti di "movimento".

    quello che ha messo in crisi Berluskoni e il il suo "blocco sociale " non e’ la questione di Santoro ne’ le leggi ad personam e nemmeno l’ avventura coloniale irakena, cose gravissime ma che oggettivamente non spostano piu’ di tanto le coscienze della gente in carne ed ossa.

    quello che pesa e’ la situazione economica, quello che incidono sono le lotte sociali.

    e a queste si sta rispondendo con la piu’ becera repressione e con gli agguati criminali dei fascisti come a Bologna, a Lecce, a Milano, a Roma ecc. ecc.

    e se e’ vero che gli atteggiamenti da ducetto che nega l’ evidenza dello stesso Berluska hanno provocato lo "tsunami" elettorale delle regionali, e’ altrettanto vero che sui temi economico/sociali e anche talvolta sulla repressione ( vedi gli atteggiamenti "belrusconiani" di Cofferati a Bologna ) la differenza netta tra Polo e Ulivo non si nota .

    e c’e’ il rischio forte che senza chiarire questi nodi fondamentali, il Berluska riesce persino a recuperare.

    keoma

    • Ciao Keoma,
      non comprendo perchè mi definisci girotondino.

      Francamente non credo che si possa definire un target per i "girotondini".
      Ad ogni modo giusto per chiarire, sono semplicemente un militante di Rifondazione Comunista.

      Ciao

      Giancarlo Pacchioni

    • Prendo atto che sei un compagno di Rifondazione.

      Francamente pero’ l’ impostazione dei tuoi articoli su questo ed altri siti sembrano proprio di ispirazione "girotondina", cioe’ una "demonizzazione" di Berluskoni su temi esclusivamente "democratici" che i fatti hanno dimostrato interessare seriamente, perlomeno al momento del voto, soltanto un certo ceto poilitico di centrosinistra e non quelle che una volta si chiamavano "le masse".

      E anche sul tema della guerra, nonostante la contrarieta’ ad essa continui a caratterizzare la grande maggioranza degli italiani, tutti gli esperti sono concordi nel ritenere che incide poco o nulla nelle scelte elettorali.

      Mentre invece le contraddizioni sociali legate alle ricette liberiste con cui si vorrebbe affrontare la crisi economica hanno veramente terremotato la tenuta del blocco sociale che si era aggregato intorno al Cavaliere.

      Visto che gia’ scontiamo - l’ idolo delle folle del 2002, ora sindaco di Bologna, purtroppo insegna - una non chiarezza assoluta di alternativa su questi temi del centrosinistra rispetto all’ attuale governo.

      Da un compagno di Rifondazione, francamente, mi aspetto un atteggiamento piu’ legato alle questioni "di classe", piu’ attento alla principale contraddizione, quella capitale/lavoro, piuttosto che i piagnistei su Santoro e Biagi o i peana alla Procura di Milano, tipici del "girotondismo".

      Keoma

    • Accetto la critica.

      I miei articoli sono riflessioni, sfoghi e puro divertimento.
      Analisi più complesse della società le lascio a persone più autorevoli di me.

      Saluti comunisti.

      Giancarlo Pacchioni