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Eliseo, a lezione di teatro da Fausto Bertinotti

Publie le lunedì 31 gennaio 2005 par Open-Publishing
6 commenti

Dazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi

Il segretario del Prc è intervenuto in veste di ospite nella tavola rotonda su Bertold Brecht e Kurt Weill che si è tenuta giovedì sul palco di via Nazionale. "Regina povertà" è il tema di questo incontro moderato dall’editorialista di "Repubblica", Curzio Maltese

di Simona Rubeis

Una tavola rotonda attorno al teatro di Bertold Brecht e Kurt Weill si è tenuta giovedì nella struttura di via Nazionale. Ospite d’onore dell’incontro moderato da Curzio Maltese, editorialista de "La Repubblica", il segretario del Prc Fausto Bertinotti.

L’appuntamento, dal titolo "Regina povertà", si è svolto in concomitanza con la messa in scena de "L’opera da tre soldi" proprio sul palco dell’Eliseo, lavoro diretto da Pietro Carriglio e interpretato da Laura Marinoni e Massimo Venturiello.

La trama è incentrata sulle vicende del bandito Mackie Messer che sposa Polly, figlia di Gionata Geremia Peachum, il gestore del racket delle elemosine. Il connubio, non approvato dai familiari della ragazza, origina una terribile faida, sullo sfondo di una sistema relazionale la cui unica costante è costituita dal tradimento. L’immagine che ne esce fuori, è quella di un mondo in completo disfacimento.

"Il teatro epico, il teatro dello straniamento, chiede a chi ne fruisce di leggere criticamente la vicenda - ha detto Fausto Bertinotti -. E questo ha prodotto la circostanza che in Brecht l’essere intellettuale e l’essere comunista fossero un’unica cosa". "La sua attualità risiede in un percorso culturale. Brecht, infatti, arriva al marxismo a seguito di una evoluzione, ma c’è in lui una prima fase ’anarchica’, che io credo influenzata da una visione nichilista del mondo. Il suo è il percorso di un anarchico che diventa comunista. E questa è una fortuna, perché lo toglie dal pericolo di pensare, una volta conquistato il potere, di difenderlo comunque".

Passando poi ad analizzare le singole ragioni che rendono "L’opera da tre soldi" ancora così attuale, Bertinotti ha sottolineato, prima di tutto, la capacità di Brecht di parlare della crisi della società capitalistica, intesa come sfruttamento dell’uomo sull’uomo. In secondo luogo, ha evidenziato il fatto che il drammaturgo tedesco abbia criticato il potere, poichè caratterizzato da una intrinseca connotazione negativa.

"Infine, Brecht, ha parlato dei mendicanti, simbolo di un proletariato alienato e privato non solo dei beni materiali ma della sua stessa essenza umana. Questa visione non semplice, non economicistica, parla di persone che stanno in una condizione di deprivazione della propria umanità. Il mendicante sfiora il nulla e per questo può accadere l’avventura di Mackie Messer". "Si potrebbe anche dire che Brecht è un artista ed un intellettuale che ha anticipato il tempo della globalizzazione - ha concluso Bertinotti -. Ed il suo elemento profetico consiste nel creder che l’umanità arrivi progressivamente ad un bivio: da una parte c’è la catastrofe, dall’altra la salvezza. Ma non esiste una via di mezzo".

http://redazione.romaone.it/4Dactio...

Messaggi

  • Rispetto a Fausto Bertinotti e alla maggior parte dei compagni di Rifondazione ho sicuramente un percorso diverso, autonomo, libertario, settantasettino.

    Questo non mi ha pero’ impedito di votare per Rifondazione pressoche’ ogni volta da quando questo partito esiste.

    E credo che questo mi autorizzi a porre una domanda.

    Non vi sembra che articoli come questo, che sempre piu’ spesso appaiono su Bella Ciao, siano pericolosamente vicini ad una forma di "culto della personalita’ " ?

    Ciao, Keoma

    • In effetti due culti della personalità contemporaneamente in Italia sono un po’ troppi...

    • In effetti due culti della personalità contemporaneamente sono un po’ troppi...

    • Ovviamente ignoro - non si e’ firmato - chi sia lo spiritosone che ha scritto il secondo commento e a quale secondo "culto della personalita’" si riferisca, anche se una mezza idea credo di essermela fatta.

      Rimane il fatto che in questo periodo, su Bellaciao ma anche da molte altre parti, mi sembra si stia veramente esagerando in quel senso.

      Mettere questo in relazione alle vicende congressuali del Prc non mi sembra cosa particolarmente azzardata.

      Fausto Bertinotti, per storia, cultura, personalita’ mi sembra francamente alieno da queste cose e poi decisamente mi pare lontano come personaggio da uno Stalin, da un Togliatti e pure da un Berlinguer.

      Pero’, anche a causa di certe culture sedimentate dal maggioritario e dalla politica "mediatica" - e indubbiamente Fausto "il video lo buca" -, ho l’ impressione che non siano affatto lontani da certe logiche molti militanti e simpatizzanti di Rifondazione ed in particolare - senza offesa alcuna - quelli provenienti o che si rifanno al vecchio PCI.

      E questo mi sembra un rischio politico, non solo per Rifondazione e i suoi militanti.

      Tutto qui.

      Keoma

    • Ciao Keoma

      chi ha inviato le risposte delle 07h15, 07h18 e 07h20 e’ nientaltro che la stessa persona IP: 151.38.220.XX

      Per quanto riguarda il culto della personalita’, sono d’accordo con te, Fausto non e’ proprio il "personaggio" che si potrebbe accomodare a queste cose, anzi...lo conosco...

      Certo ci sono molti piu’ articoli su Bertinotti ultimamente, non e’, come dici tu, unicamente a causa della
      preparazione del congresso, per quanto riguarda noi per il momento nel nostro collettivo e tra i nostri compagni/e di Rifondazione di Bellaciao non c’e’ neanche un compagno/a che ha avuto un esperienza nel PCI, dunque difficile adossarci certe logiche...

      Bien piu’ semplice la scelta di publicare delle informazioni su Fausto, per noi il fatto che sia segretario, non dico che non cene frega niente, ma, dopo tutto il rispetto che portiamo alla sua responsabilita’, lo consideriamo prima di tutto come un compagno, come una persona... e visto che ultimamente ci sono stati degli attachi infami da parte di certe persone sui suoi confronti ci siamo detti che sarebbe meglio "presentare" Fausto per quello che e’ e fa e non lasciare il silenzio installarsi... forse abbiamo esagerato?

      Ciao
      Roberto F.

      Bellaciao