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La Moratti gioca duro: la riforma a prezzo di una truffa

Publie le venerdì 21 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Scuola-Università Governi

di red

Una truffa, per dribblare la bocciatura per incostituzionalità sulla riforma Moratti della docenza universitaria - arrivata al mattino - la maggioranza di centrodestra ha messo in atto una truffa, in barba a tutti i regolamenti parlamentari e allo stesso ordinamento.

Al mattino la commissione Affari costituzionali della Camera ha bocciato l’articolo 1 della legge sullo stato giuridico dei docenti universitari. I rilievi riguardavano il contrasto del decreto di riforma sulla docenza con il principio, sancito dalle leggi, dell’autonomia degli atenei. L’opposizione ha subito esultato, così come i sindacati e il vicepresidente della Conferenza dei rettori Guido Trombetti. «È una Caporetto», annunciava in piazza Montecitorio il diessino Walter Tocci alla manifestazione degli studenti e dei ricercatori. "Ora va ritirata", ne deducevano Panini della Cgi, Marsilia della Cisl e via dicendo.

Poi è stato messo in atto “l’inguacchio”. La commissione Affari costituzionali è stata riconvocata, ma il relatore del mattino - Giulio Schmidt di Forza Italia - viene sostituito da Nitto Palma, anche lui forzista. Il nodo dell’autonomia è stato quindi stralciato e affidato alla commissione cultura. La quale commissione Cultura è stata convocata di lì a poco sulla Moratti ma ha parlato di tutt’altro. «L’approvazione della relazione iniziale è da considerare come data per scontata», ha spiegato quindi la destra. E a coronare il bluff, in serata il ministro Letizia Moratti con un comunicato ha espresso « soddisfazione» perché «è stato superato il problema sulla costituzionalità dell’art. 1, comma 1, del disegno di legge sullo stato giuridico dei docenti universitari».

Un golpe. «Siamo ormai all’illegalità più palese - denuncia il responsabile scuola dei Ds Andrea Ranieri - La Commissione, che è chiamata a vigilare sulla legittimità degli atti parlamentari, è stata piegata ai voleri di una maggioranza decisa ad andare avanti a ogni costo sulla strada dello stravolgimento delle regole della democrazia». «La Moratti sceglie l’illegalità per imporre la sua legge - s’infuria Walter Tocci -. ma non finisce qui. Porremo la pregiudiziale di costituzionalità nella seduta di martedì 25 ottobre». La Moratti per altro sostiene che la discussione alla Camera partirà un giorno prima, il 24, forse per cercare di dribblare così la manifestazione nazionale convocata per il 25.

Sì perché il movimento anti-Moratti, che non si è mai davvero stancato negli ultimi due anni, sta rapidamente riprendendo forza. A Roma giovedì, davanti a Montecitorio, studenti liceali e ricercatori universitari hanno inscenato, sotto scrosci d’acqua, il “funerale dell’università” con candele, ceri, fiori, lumini e tre bare di cartone con i nomi dei tre atenei della capitale: La Sapienza, Torvergata e RomaTre . Quando Tocci è uscito ad annunciare la bocciatura dell’articolo 1, una delegazione ha tentato anche di entrare alla Camera ma non è stato possibile per il protocollo che impone giacca e cravatta anche ai visitatori.

Una delegazione più organizzata di studenti, ricercatori e professori entrerà nell’aula del Camera dei Deputati il 25 ottobre, quando inizierà la discussione del decreto Moratti in Parlamento. Martedì 25 ottobre è la data della grande manifestazione nazionale contro la riforma Moratti. Da cui partirà la «Carovana dei diritti» -organizzata dall’Uds, l’Unione degli studenti - che toccherà molte piazze italiane portando ovunque le proposte anti-Moratti. Prima tappa: il 26 ottobre a Treviso per chiedere uno Statuto dei diritti degli studenti in stage. La carovana approderà il 28 ottobre a Milano, per chiedere la fine delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale nelle scuole e l’affermazione al diritto all’affettività e ad una corretta informazione. Il 17 novembre, la Carovana sosterà a Roma, durante la Giornata mondiale per l’accesso ai saperi, proposta dall’Unione degli studenti al Social forum mondiale ed europeo.

Nel frattempo si allarga il fronte delle scuole e degli atenei occupati. I licei occupati sono più di 60 a Napoli, 20 a Salerno, 5 a Brindisi, 6 a Milano, 3 a Roma tra cui il Mamiani. Proteste simboliche e assemblee sono un po’ ovunque, da Torino a Palermo. Nelle Università, il blocco della didattica è stato attuato per protesta a Roma-Tor Vergata. A Bologna da 8 giorni la facoltà di lettere e filosofia è occupata.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...