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Le dimissioni di Berlusconi: subito un governo fotocopia. Follini e Fini si inchinano

Publie le mercoledì 20 aprile 2005 par Open-Publishing

Dazibao Governi

di red

Silvio Berlusconi ha portato a Ciampi le sue dimissioni: «Nessuno dei partiti della maggioranza politica - ha detto il premier al Senato - ha chiesto di cambiarla. Anzi, tutti hanno chiesto un nuovo governo che sia fondato sulla stessa coalizione. Accetto questa sfida». Per riuscirci, purtroppo, tocca rispettare la Costituzione e le richieste di Ciampi: «Ora - ammette Berlusconi - non mi posso sottrarre al passaggio di una normale crisi di governo».

Quale sarà il prezzo della svolta? La crisi è aperta, ma il presidente del consiglio si mostra fiducioso e chiede la stessa fiducia a tutti: «Agli amici della maggioranza chiedo di aver fiducia in noi stessi, in voi stessi, nei nostri valori perchè con la nostra fiducia abbiamo affrontato pagine importanti del passato e sono certo ne scriveremo molte altre». No all’ipotesi di elezioni anticpate: «Questa è la maggioranza scelta dagli elettori per governare il paese, questa è la maggioranza che lo farà fino alla fine della legislatura».

L’intenzione è cambiare il meno possibile, a cominciare dai nomi dei ministri. Anche su questo punto Berlusconi è ottimista e prima ancora di andare da Ciampi, fra riunione dell’esecutivo e la visita a Montecitorio per depositare il testo del discorso letto a Palazzo Madama, si lascia andare a rosee previsioni: «Sono sereno, riesco a chiudere. Dopo le consultazioni del Quirinale, io sarò certamente e immediatamente pronto con la lista». Tutto chiuso entro la settimana. E la Lega? «Nessun problema».

L’unico problema, se a qualcuno interessa, resta l’adeguamento (o patteggiamento) del programma. Il premier promette vaghi «interventi» per «famiglie, imprese e sud». L’unica cosa certa (basterà a rassicurare i leghisti?) è che lo sfascio della Costituzione andrà avanti: «La riforma costituzionale del nostro governo - sostiene - adeguerà le nostre istituzionali alle moderne democrazie europee». A garantire la sua approvazione potrebbe essere un interim del ministero delle riforme affidato.

Marco Follini e Gianfranco Fini sembrano soddisfatti: «Ottimo intervento», afferma il presidente di An. «Un discorso apprezzabile e un gesto apprezzabile», chiosa il segretario Udc. Buttiglione va a briglia sciolta: «Presidente dei grande...», esclama abbracciandolo prima di annunciare il rientro dei centristi nel governo. Per il Carroccio, Maroni si dice «preoccupato». Ma Castelli smorza le polemiche: «Meglio di così non poteva andare».

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