Home > Lettera da Gaza: Io, la selvaggia

Lettera da Gaza: Io, la selvaggia

Publie le martedì 8 agosto 2006 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti medio-oriente

Perche’ le Nazioni Unite, l’Unione Europea rimangono in silenzio? I governi di Israele e degli Stati Uniti sono gli aggressori, non hanno mai guardato ne’ a noi ne’ ai nostri bambini come degli esseri umani. Ma cosa dire degli altri, che si proclamano civilizzati e vogliono insegnarci ad essere democratici, ad "accettare il diverso", ad essere civilizzati?

di Lama Hourani

Fin dalla mia nascita ho assistito a cose talmente orribili che pensavo di non avere piu’ lacrime da versare.

Sono una rifugiata palestinese; sono nata in Siria nel 1965. Da quando sono nata sono accadute talmente tante cose terribili.

La guerra del 1967. Sebbene avessi solo due anni la reazione dei miei genitori ha influenzato la mia personalita’.

Settembre Nero del 1970 in Giordania. Avevo 5 anni ma ricordo ancora i volti preoccupati dei miei genitori.

Ottobre 1973. La guerra tra Siria, Egitto ed Israele. Ricordo ancora praticamente tutti i dettagli di quella guerra, i raid israeliani, la mia scuola, che usavamo come rifugio antibomba sebbene fosse piena di finestre. La gioia nella reazione di dei grandi alla liberazione di alcune aree in Siria ed in Egitto e la mia paura dei continui bombardamenti aerei.

La guerra civile in Libano, dalla meta’ degli anni 70, con tutto quello che vi era collegato.

L’invasione israeliana del sud del Libano nel 1978.

Ho vissuto a Beirut nel 1980 e 1981, con lo stress giornaliero della guerra civile e degli attacchi israeliani e gli aerei che rompevano la barriera del suono almeno tre volte al giorno.
Il raid aereo del 1981 contro Al Fakhani a Beirut e le tante
macchine-bomba di quell’anno.

1982. L’orribile guerra israeliana contro il Libano e l’assedio di
Beirut. Vivevo sotto assedio, una volontaria nelle forze civili di
difesa. Ricordo tutto quello a cui ho assistito, dai raid aerei alle
cannonate, alle bombe dal mare, agli attacchi dagli Apache sulle
ambulanze nelle quali andavamo in giro per aiutare i feriti.
Le persone che sono state uccise, ferite sotto le macerie senza nessun
modo per salvarle, i rifugiati, la mancanza di cibo, di acqua, di
elettricita’, di benzina e di medicinali.

Durante la prima Intifada non ero in Palestina. Manifestavo nelle strade
d’Europa chiedendo protezione per i Palestinesi e l’attuazione delle
risoluzioni delle Nazioni Unite per terminare l’occupazione e liberare
la Palestina.

La Seconda Intifada, che ho vissuto in Palestina. Qualsiasi arma
concepibile e’ stata usata dagli Israeliani contro la popolazione civile
palestinese.

L’invasione militare israeliana della Cisgiordania nel 2002. Mia sorella
e la sua famiglia sono stati sotto assedio con mio padre. Lei doveva
venire a Ramallah solo qualche giorno prima che l’invasione iniziasse e
mio padre doveva passare qualche settimana con lei li’.
I costanti crimini di guerra che sono stati commessi dagli Israeliani a
Gaza ed in Cisgiordania fin dal 1994, quando sono tornata in Palestina.

Pensavo di aver assistito a qualsiasi cosa e che nulla potesse
scioccarmi o farmi piangere avendo gia’ visto il peggio.
Questo fino a questa mattina quando ci stavamo preparando per un sit-in
di fronte all’edificio UNSCO (Ufficio speciale delle Nazioni Unite per
il coordinamento del processo di pace, ndt) a Gaza City in solidarieta’
con i Libanesi. Abbiamo visto il reportage dal vivo del massacro
avvenuto a Qana. In realta’, questo e’ stato il secondo massacro
deliberatamente commesso dagli Israeliani a Cana contro civili
innocenti, soprattutto bambini, donne ed anziani. (Il primo avvenne
nell’Aprile del 1996, quando Shimon Peres era Primo Ministro. A quel
tempo, 100 rifugiati libanesi furono uccisi in un attacco aereo
israeliano che colpi’ un edificio dell’UNIFIL.)

Provo antipatia e rabbia, non solo verso Israele ma anche verso la
comunita’ internazionale. Noi, Palestinesi, siamo stati testimoni dei
crimini contro l’umanita’ commessi dallo Stato d’Israele fin dalla sua
creazione nel 1948. Noi crediamo nella legittimita’ internazionale,
nella legge internazionale, nelle Risoluzioni dell’Onu. Tuttavia, siamo
vittime di uno Stato terrorista che non fa null’altro che attaccare
civili innocenti continuamente e sistematicamente nel nome della difesa
personale.

Che senso ha parlare di difesa personale quando sono neonati, bambini,
donne e anziani quelli che stanno morendo sia in Libano che nei
Territori Palestinesi Occupati?

Perche’ le Nazioni Unite, l’Unione Europea rimangono in silenzio? Si
suppone che esse siano i garanti della democrazia e dei diritti umani.
Io so perche’ i governi di Israele e degli Stati Uniti e la maggioranza
degli Israeliani rimangono in silenzio. Essi sono gli aggressori. Essi
non hanno mai guardato ne’ a noi ne’ ai nostri bambini come degli esseri
umani. Ma cosa dire degli altri, che si proclamano civilizzati e
vogliono insegnarci ad essere democratici, ad "accettare il diverso" e
ad essere civilizzati?

Se questa e’ la vostra civilizzazione e la vostra democrazia io non ne
voglio far parte, ne’ la mia gente vuole essere "democratica e
civilizzata". Preferisco essere una "selvaggia" piuttosto che una
democratica e civilizzata assassina di bambini e neonati.
Io, la selvaggia, ho a cuore la gente innocente, non importa la loro
religione ne’ la loro nazionalita’.

Io, la selvaggia, sono piu’ democratica di altri nel mondo, che stanno
guardando cosa sta accadendo senza fare nulla. Al contrario, allo Stato
israeliano viene dato tempo e giustificazioni per uccidere altre persone
innocenti e per distruggere un intero paese.

Puo’ sembrare egoista ma credo di avere il diritto di esserlo perche’
sono una selvaggia, che ha vissuto tutto gli orrori che ho menzionato,
che non si e’ piegata e che non ha perso la sua umanita’. Io piango
ancora quando vedo un bambino, qualsiasi bambino, piangere a causa degli
errori dei suoi leader, che sia un bambino israeliano, palestinese o
libanese.

Ma credetemi, questi bambini non sono del tutto uguali e non accettero’
che la sofferenza venga rappresentata come se cosi’ fosse. Noi non siamo
quelli che stanno attaccando, quelli che stanno chiedendo ai nostri
bambini di scrivere speciali messaggi di augurio sui missili destinati
ai bambini del Libano.

Io sono la selvaggia ma cresco ancora mio figlio di quattro anni nei
principi d’amore verso gli altri e di rispetto dei loro bisogni malgrado
la sua paura dei missili, degli F16 e delle bombe di cui e’ vittima ogni
giorno. Malgrado il fatto che non sono certa lui riuscira’ a celebrare
il suo quarto compleanno il 21 di Agosto.

Si, sono orgogliosa di essere una madre palestinese, che puo’ sentire la
sofferenza della sua gente e quella degli altri.
Io ancora credo nell’umanita’ e in un futuro per mio figlio, per mio
marito, per la mia gente, per me stessa, e per le altre persone che mi
circondano, inclusi i nostri vicini "civilizzati", gli Israeliani.

Si, ho scoperto che ho ancora lacrime e che sono ancora capace di
piangere e di urlare... Fermate la pazzia di Israele e degli Stati
Uniti! Stanno portando questa regione alla sua distruzione.

Note: Lama Hourani è coordinatrice per la Striscia di Gaza della Ong
"Palestinian Working Women Society for Development" (Società delle donne
lavoratrici palestinesi per lo sviluppo), impegnata per i diritti e
l’uguaglianza delle donne.

Traduzione di Sara Galiero

Fonte: Peacelink
http://italy.peacelink.org/palestina/articles/art_18059.html