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Parigi: rivolta non si ferma,si teme diffusione scontri

Publie le sabato 5 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Governi Francia

Bande di giovani hanno dato fuoco a centinaia di macchine nell’ottava notte di rivolta nei sobborghi a nord-est di Parigi, mentre per la prima volta gli scontri si sono diffusi in altre zone della capitale e in altre città francesi.

I funzionari locali hanno detto di aver perso al pazienza con il governo. Il primo ministro Dominique VIllepin e il suo rivale, il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy, hanno optato per il basso profilo dopo giorni di discussioni su come gestire la crisi.

La polizia ha detto che ci sono stati meno scontri rispetto alle notti precedenti e gli abitanti hanno affermato che la festa per la fine del Ramadan potrebbe aver riportato la calma nelle zone dove ci sono molti mussulmani di origini nordafricane e dell’Africa nera, in protesta contro quella che per loro è discriminazione razziale, che li costringe al ruolo di cittadini di serie B.

Ma le rivolte si sono diffuse, con attacchi anche nella periferia occidentale di Parigi — compreso l’incendio di 23 autobus in un deposito — e qualche auto è stata incendiata a Rouen nel nord della Francia, a Digione nella zone orientale e a Marsiglia nel sud.

Circa un migliaio di agenti anti-sommossa hanno presidiato le zone povere della periferia, ma bande di giovani coi volti coperti hanno riempito le strade in tarda serata.

Anche gli obiettivi delle violenze sono cambiati, da folle che si scontravano con la polizia ora di tratta di attacchi mirati molti contro negozi e grandi magazzini.

"Perché una scuola, perché un’auto? Non c’è niente da dire su una violenza così cieca", ha detto Michael Beumale, sindaco di uno dei Comuni colpiti dalle violenze.

L’INDIGNAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI

Ieri sera, gli amministratori locali delle zone luogo dei disordini hanno criticato apertamente l’incertezza e l’opportunismo politico di alcuni esponenti nazionali, dopo che il primo ministro Dominique de Villepin li ha informati su "piano d’azione per le periferie" che punta a presentare nelle prossime settimane.

"Molti di noi gli hanno detto che questo non è il momento per l’ennesimo piano", dice Jean-Christophe Lagarde, sindaco di Drancy, comune dell’area dove si ripetono i disordini. "Ci basta solo un morto e la situazione andrà fuori controllo".

Manuel Valss, sindaco di Evry, a sud di Parigi, dice: "Temiamo che quello che sta accadendo a Seine Saint Denis si diffonda. Dobbiamo dare a questa gente un messaggio di speranza".

La rivolta dei giovani della banlieue parigina, in gran parte di origine araba o africana, è scoppiata la scorsa settimana, dopo che due adolescenti di origine nordafricana sono morti fulminati in una cabina elettrica mentre erano inseguiti dalla polizia.

De Villepin e il ministro dell’Interno Nicolas Sarkozy, la cui aspra rivalità politica ha oscurato finora la reazione del governo alla rivolta, hanno fatto tandem ieri in Senato per annunciare che riportare l’ordine è la loro "priorità assoluta".

"Legge e ordine avranno l’ultima parola", ha detto de Villepin, puntando l’indice contro le bande che terrorizzerebbero i residenti e che vorrebbero tenere la polizia fuori dai quartieri che controllano.

Sarkozy - accusato dall’opposizione di aver infiammato ulteriormente la situazione usando parole come "feccia" per definire i rivoltosi - ha detto che a ieri erano 143 le persone arrestate per i disordini. AULNAY-SOUS-BOIS (Francia) (Reuters)

http://today.reuters.it/news/newsAr...