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Nicaragua : Grande marcia contro il CAFTA

Publie le mercoledì 14 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Manifestazioni-azioni America Latina Giorgio Trucchi

di Giorgio Trucchi

I settori popolari e le organizzazioni di tutto il paese legate al Frente Sandinista e riunite nella Coordinadora Social (l’altra faccia della società civile che non si riconosce nella Coordinadora Civíl - vedi articolo "Decreto di Emergenza politica della società civile nicaraguense" su www.itanica.org ), hanno marciato per le strade di Managua chiedendo ai deputati di non ratificare il Trattato di libero commercio tra Stati Uniti e Centroamerica-Repubblica Dominicana (Tlc-Cafta).

Attualmente il Cafta è già stato approvato dai parlamenti di Salvador, Guatemala, Honduras, Repubblica Dominicana e Stati Uniti (questi ultimi con una risicatissima maggioranza di 2 voti alla Camera), mentre resistono ancora Costa Rica e Nicaragua.
Ben diversa è però la situazione in questi due paesi.

Mentre il governo del Costa Rica è stato l’ultimo a firmare l’accordo (che comunque deve essere ratificato dal parlamento per entrare in vigore) e che, spinto anche da una forte opposizione popolare, continua ad avere grossi dubbi sul reale beneficio che apporterà al paese, il Nicaragua resiste soprattutto per la rottura politica all’interno della destra.

Pur avendo i voti sufficienti per la ratifica in Parlamento, la crisi interna al Partido Liberal Constitucionalista ha fatto sì che i deputati di questo partito stiano attualmente utilizzando la "ratificazione del Cafta" come merce di scambio per ottenere la libertà dell’ex Presidente Arnoldo Alemàn, che si trova agli arresti domiciliari dopo una condanna in primo grado a vent’anni di carcere per una serie infinita di reati.
I deputati liberali hanno ampiamente dichiarato di essere a favore della ratificazione del Trattato di libero commercio, ma per il momento assecondano le posizioni contrarie del Frente Sandinista che, anche se molto tardi e senza aver fatto una seria opposizione durante tutto il periodo della sua discussione, ha in mano l’arma di poter decidere se inserire o no la votazione sul Cafta nell’agenda parlamentare, dato che è compito esclusivo dell’attuale Presidente della Giunta Direttiva della Asamblea Nacional, il sandinista Renè Nuñez.

Le organizzazioni della società civile, pur se molto divise a causa della violenta crisi politico-istituzionale che sta colpendo il paese, sono per la maggior parte schierate contro il Trattato ed è probabile che durante le prossime settimane, quando il Parlamento riaprirà i battenti dopo le vacanze di metà anno, s’intensifichino le azioni di protesta.

Per il momento la grande manifestazione dell’8 novembre è stata "monopolizzata" dal Frente Sandinista e dalle sue organizzazioni, includendo molti studenti universitari che hanno ribadito in forma pacifica il loro NO al Cafta.

Durante la marcia è anche apparsa una nuova bandiera che univa i colori bianco e blu della bandiera nazionale a quelli rosso e nero del Fsln.

Nonostante una certa disorganizzazione che ha spezzato in vari tronconi il corteo, la maggior parte della gente (parecchie migliaia) è giunta ai semafori della Asamblea Nacional, proprio dove i bananeros ammalati a causa del Nemagòn sono installati da quasi sette mesi in protesta.

Sotto il palco si sono schierate las madres de los heroes y martires, vestite a lutto per simboleggiare cosa succederebbe al paese se venisse approvato il Cafta e attive e combattive durante i vari interventi dal palco e durante le varie canzoni latinoamericane di lotta che venivano diffuse dagli altoparlanti.

Il primo intervento è stato del Segretario nazionale del Frente Nacional de los Trabajadores (Fnt) e deputato Gustavo Porras, che ha incitato la folla contro la ratificazione del Trattato.

"Alcuni mesi fa varie organizzazioni hanno deciso di unirsi e di organizzare la Coordinadora Social, che nasce dalla lotta e dall’insegnamento degli studenti universitari che hanno lottato per la difesa del costo dei trasporti pubblici e ci hanno fatto vedere come uniti si possono raggiungere obiettivi comuni.

Circa un mese fa abbiamo invitato la gente a questa mobilitazione contro il Cafta e dobbiamo cercare di coinvolgere più gente possibile perché questa lotta è di tutti i nicaraguensi.

Quello di oggi è un vero referendum e si sta svolgendo in un momento in cui negli ospedali non ci sono letti, non ci sono medicine, né garze, guanti, nebulizzatori, non c’è niente e la privatizzazione dei servizi basici toglierà anche l’energia elettrica e l’acqua.

Sono qui presenti i rappresentanti dei settori che danno lavoro ai nicaraguensi.
Sono i contadini e la piccola e media impresa e sono quelli che verranno maggiormente colpiti da questo trattato.

Anche l’Istruzione è un altro settore completamente abbandonato e sappiamo perfettamente che con il Cafta questi due servizi vitali (salute ed istruzione) diventeranno merce da comprare e vendere. E’ questo quello che vogliamo?".
Si sono poi susseguiti vari interventi di rappresentati di organizzazioni e sindacati legati al Frente Sandinista ed anche quello particolarmente seguito ed applaudito di una rappresentate del Movimiento dei Sin Tierra del Brasile.

"Compagni e compagne, vogliamo portare il grande saluto di più di 400 mila famiglie dei lavoratori e lavoratrici dei Sin Tierra del Brasile.

I popoli sfruttati dell’America Latina devono unirsi per lottare contro lo sfruttamento. Lottiamo tutti insieme per buttare fuori tutti i Trattati di libero commercio dalla nostra amata America Latina. No al Cafta!".

E’ poi intervenuto il Segretario nazionale del Frente Sandinista, Daniel Ortega, che affiancato dalla moglie Rosario Murillo ha lanciato un discorso molto forte contro il Cafta, mostrando anche una copia di uno studio commissionato dal Ministero delle Finanze, Industria e Commercio (Mific) nicaraguense in cui si evidenzia come il Cafta, non solo non porterà benefici al paese, ma soprattutto sarà devastante per i settori più vulnerabili e che vivono già nella povertà estrema.

Ortega ha attaccato duramente i settori dell’impresa privata nazionale e quella straniera presente in Nicaragua, con un discorso molto forte che comunque lascia aperto l’interrogativo del perché il Frente Sandinista non si sia mosso con la stessa veemenza qualche anno fa, quando in tutto il Centroamerica si sviluppavano le riunioni tra i vari governi centroamericani e quello statunitense per negoziare quello che oggi è ormai purtroppo una realtà.

Questa è una delle critiche che vengono mosse al Fsln da una parte della società civile e che lascia la porta aperta anche alle illazioni che riguardano il contorno politico (la grave crisi istituzionale che sta soffrendo il Nicaragua) e i difficili equilibri tra i due principali partiti (Plc e Fsln) intorno ai quali si svolge il dibattito del Cafta stesso.

"Il 14 settembre del 1856 nella Hacienda San Jacinto, Andrés Castro, un umile contadino abbatté il yankee invasore con una sassata ed oggi abbatteremo un nuovo invasore che è il Cafta.

Sono le nuove forme di invasione. Vogliono rubarci la ricchezza, le risorse naturali, la terra e vogliono consegnare la Patria al capitale straniero e commettere un grande tradimento al Paese, proprio nel mese in cui siamo chiamati a difendere la sovranità, la dignità, i diritti dei nicaraguensi.

Diciamo oggi agli yankee che qui ci sono los cachorros e non sono cento, nemmeno mille, ma migliaia di cachorros e adulti disposti a difendere la sovranità nazionale".

Ortega ha poi lasciato la parola a Stedman Fagoth, ex dirigente della Contra miskita della Costa Atlantica nord ed ora alleato del Frente Sandinista come membro della Convergencia Nacional, che ha fatto conoscere alla gente la grave situazione che sta vivendo la popolazione miskita a causa di una serie di alluvioni e disastri naturali, senza che il governo stia intervenendo in modo deciso.

"La popolazione miskita sta morendo di fame e vive in condizioni spaventose per i disastri naturali delle ultime settimane.

Il Presidente Bolaños ha inviato un elicottero ed ha portato 84 mila cordobas (meno di 5 mila dollari) per 108 comunità disastrate che riuniscono circa 40 mila persone.
84 mila cordobas è una presa in giro per un popolo affamato! Personalmente ho detto al sindaco di Puerto Cabezas di non accettare il denaro e di buttarglielo in faccia e che si pulisca con questi soldi! Ma sembra che non ha avuto il coraggio di farlo.

La Costa del Caribe nicaraguense ha già avuto il suo Cafta. Cosa era la Standard Fruit Company se non un Trattato di libero commercio? Che cosa ci ha lasciato? E che cosa erano le altre compagnie che venivano dalla Luisiana se non dei Tratti di libero commercio?

I risultati li vediamo ancora oggi, con 384 mila ettari di foresta abbattuti, l’avvelenamento di terra e fiumi.

Sono nuove forme di neocolonialismo, nuove forme di invasione".

Daniel Ortega ha poi continuato (prossimamente l’audio in www.itanica.org ).
"Ho qui un documento fino ad oggi nascosto dal Governo e che s’intitola "Impatto del Cafta, la crescita, la povertà e la disuguaglianza in Nicaragua".

E’ un documento molto tecnico elaborato in Messico nel luglio del 2005 e richiesto dal Mific del Nicaragua.

Ora stanno cercando di capire come sia potuto finire nelle nostre mani e questo perché cosa dice questo studio? Dice testualmente che a grandi linee i risultati indicano che il Cafta avrebbe poco impatto sulla povertà e disuguaglianza, dopo aver considerato tutte le interazioni l’impatto sulla povertà sarà nullo nel periodo 2006-2010 in tutti gli scenari e ci sarà un incremento della povertà estrema.

Il governo quindi sta cercando di imporre un Trattato in cui si annuncia la morte dei produttori agricoli, i piccoli e medi produttori della città e della piccola industria, perché non potranno competere con un’economia sussidiata come è l’economia nordamericana.

E la cosa peggiore è che il governo sta cercando di imporlo con una campagna pubblicitaria di menzogne in cui sta spendendo milioni in propaganda per far credere che il Trattato è buono per il paese.

E’ chiaro che in questo trattato ci saranno dei beneficiati, ma saranno solo i ricchi e gli oligarca del paese.

La gente che lavora nella Zona franca sa perfettamente che questo trattato non li beneficerà, perché guadagneranno solo i commercianti della tela che verrà comprata fuori dal paese, i proprietari delle maquilas che vendono i prodotti sul mercato internazionale.

Produce occupazione, è vero ed abbiamo detto che non siamo contro la presenza della zona franca, ma non ci vengano a dire che con la zona franca risolviamo i problemi dei nicaraguensi, perché quelli che continuano a generare lavoro in Nicaragua sono i piccoli e medi produttori, i contadini e questo anche se lavorano senza nessuna protezione da parte del governo e senza finanziamenti.
Sono loro che salvano l’economia nazionale.

I lavoratori della Zona Franca sanno bene che qui la maquila resterà fino a quando loro continueranno a guadagnare i salari più bassi della regione.

La zona franca va dove c’è la gente più povera, dove ci sono i salari più bassi e dove può guadagnare di più e quindi non mi venga a dire il Presidente della Repubblica che con la zona franca si risolverà il problema economico del Nicaragua.

Chi si beneficerà veramente sono i ricchi di questo paese, ai quali non interessa le conseguenze sociali e che si rendano conto che per la loro voracità si sta cercando di approvare questo Trattato e che saranno loro quelli che hanno da perdere quando questo popolo rifarà le barricate.

Non importa se hanno i voti necessari, perché qui si uniscono i corrotti come Bolaños e Alemàn, si uniscono per consegnare il paese agli stranieri, non hanno il senso della sovranità nazionale e sono abituati a leccare i piedi, il sedere e anche il davanti agli yankee imperialisti.

Sono dei servi, gente senza etica, senza dignità, senza amore per il Nicaragua e quindi si rendano conto che sono loro quelli che hanno da perdere. Il povero che cos’ha da perdere?

Stanno giocando con il fuoco perché ora ci sono le marce, ma presto ci saranno nuove barricate.

Avranno il voto nella Asamblea Nacional, ma non l’hanno nel popolo che è contro questo Trattato di libero commercio.

Esiste un’alternativa che è l’ALBA, che vuol dire far diventare realtà il sogno di Bolivar, di Sandino, l’unità latinoamericana e sta già muovendo i primi passi e sta cercando di coinvolgere i paesi latinoamericani.

Questi paesi si stanno rendendo conto che gli yankee li usano solo per i loro interessi, perché in materia economica e sociale gli yankee non pensano nemmeno ai propri cittadini e lo stiamo vedendo in questa tragedia dove il popolo nordamericano è vittima della voracità di un governo che pensa solo a ingozzarsi del petrolio dell’Irak e si dimentica di investire e prendere le precauzioni per una popolazione minacciata dall’uragano e dal disastro.

Un disastro che era già stato pronosticato e con tutta la sua potenza ed economica e tecnologica non ha saputo far altro, il Presidente, che andarsene in vacanza.
Mandiamo la nostra solidarietà al popolo nordamericano e la nostra condanna e rifiuto al governo di Bush che non ha avuto la minima sensibilità.

Se dobbiamo parlare di crimini di lesa umanità, dobbiamo dire che questo è un crimine in più di quelli già commessi dal governo yankee.

I prossimi giorni dobbiamo stare all’erta perché tenteranno di approvare il Trattato perché hanno i voti, ma se lo approveranno contro il volere popolare questo Trattato non sarà applicabile perché il popolo nelle strade, nelle campagne e in montagna difenderà la sua sovranità economica e nazionale.

Alziamo i pugni e giuriamo che non appoggeremo il Tlc, giuriamo che lotteremo contro il Tlc, giuriamo che siamo, come diceva il nostro Generale Sandino, che siamo difensori della nostra patria, che siamo uomini e donne, giovani nicaraguensi di Patria Libre o Morir".