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FAUSTO BERTINOTTI : IL NOSTRO IMPEGNO CONTRO LE SPESE MILITARI

Publie le sabato 17 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi Fausto Bertinotti

di Fausto Bertinotti

Vorrei rispondere, sia pur brevemente, alle domande che Giorgio Beretta rivolge ai “politici” in merito alle spese militari. Prima di tutto vorrei ringraziare la campagna ControlArms per la preziosa attività che svolge di ricognizione del mercato delle armi e delle spese militari. Lo stesso articolo di Beretta rappresenta uno studio impressionante su come la spesa militare, troppo spesso, continui ad essere circondata da reticenze e mancanza di trasparenza nonostante incida pesantemente sul bilancio dello Stato e dunque sul portafoglio di tutti i cittadini.

La ricerca mette in evidenza come sotto il governo Berlusconi le spese militari hanno subito una impennata notevole rispetto ai governi di centrosinistra. Bisogna però evidenziare -per onestrà intellettuale- come tale disdicevole performance sia dovuta anche a scelte profondamente sbagliate compiute negli ultimi 15 anni (Nuovo Modello di Difesa aggressivo ; rilancio della Nato; crescita di missioni militari all’estero; riabilitazione della guerra - anche sotto l’ipocrita dicitura di “umanitaria”- come strumento della politica estera del nostro Paese etc.).

Berlusconi e il centrodestra , mettendosi in sintonia coi neocons Usa, hanno accentuato queste spinte precedenti, arrivando ad abbracciare la dottrina della guerra preventiva di Bush.

Da qui la necessità per l’Unione di essere veramente una alternativa alle politiche militariste. Occorre imprimere una vera svolta nella politica estera e della difesa dell’Italia cominciando con il ritiro delle truppe dall’Iraq e da tutte quelle missioni che si pongono in contrasto con l’art.11 della Costituzione.

Occorrerà anche con coraggio promuovere una revisione del concetto strategico proprio del Nuovo Modello di Difesa e della nuova Nato. (recuperando la concezione stabilita dalla Costituzione di difesa del territorio nazionale delle nostre Forze Armate, abbandonando le tentazioni di gendarmeria mondiale ; no all’esercito europeo; rinegoziazione delle basi e delle servitù militari; rifiuto delle armi di distruzione di massa bandendole dal territorio nazionale).

Infine non ho alcuna difficoltà nello scrivere che le due proposte avanzate da Beretta - ridimensionamento del progetto di professionalizzazione delle FF.AA e dei capitoli di spesa per l’acquisizione dei nuovi sistemi d’arma- ci trovano pienamente in sintonia.

Potrei far parlare agevolmente i tanti emendamenti presentati, sia alla Camera che al Senato, dai nostri gruppi parlamentari durante la discussione delle varie Finanziarie, emendamenti tutti improntati alla riduzione delle spese militari. L’argomento però è di tale rilevanza che non basta solamente rivendicare la coerenza del nostro passato ma è quanto mai necessario rinnovare un impegno per il futuro. Noi siamo impegnati affinché tutta l’Unione assuma questi contenuti nel suo programma comune. Non ci nascondiamo che non sarà semplice esistendo posizioni diverse o in contrasto con la piattaforma pacifista. Ma sono convinto che, se useremo la forza dei nostri argomenti insieme alla forza del movimento per la pace, potrà essere possibile quella svolta auspicata dal popolo colorato e stupendo che ha marciato domenica 11 Settembre da Perugia ad Assisi.

www.faustobertinotti.it