Home > Primarie, Bertinotti parte con il numero 1

Primarie, Bertinotti parte con il numero 1

Publie le sabato 24 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Partiti Elezioni-Eletti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

UNIONE /Consultazioni anche in Sicilia per il candidato governatore
Prodi sesto sulla scheda: mi votano lo stesso

Uno a zero per Bertinotti. E palla al centro. Il leader di Rifondazione comunista ha infatti conquistato, grazie al sorteggio, il primo posto nella lista delle Primarie del 16 ottobre. Politicamente, è ovvio, non significa nulla. Tatticamente, però, è un po’ come partire in pole position: massima visibilità e speranza di attrarre i voti degli indecisi. «E’ un buon auspicio, naturalmente per me e non per Prodi» ha commentato Bertinotti, con largo sorriso. Il leader dell’Unione, invece, è finito nelle retrovie: il suo nome è stato estratto con la posizione numero 6. "Vorrà dire che gli elettori mi voteranno al numero 6..." ha affermato Prodi, consapevole di essere strafavorito in questo duello tutto interno all’Unione, sicuramente tonificato dalle oltre 200 mila firme raccolte per la sua candidatura, ma tuttavia conscio che una scarsa partecipazione alle urne, così come un eventuale exploit di Bertinotti, potrebbero trasformare le primarie in un boomerang per lui.

L’estrazione dei nomi, effettuata nella sede di piazza Santi Apostoli, ha poi regalato a Di Pietro il secondo posto, terzo Ivan Scalfarotto, quarto Simona Panzino, quinto Pecoraro Scanio, quindi Prodi e infine Mastella.

TASSE - A dispetto del non fortunatissimo sorteggio, il leader dell’Unione sta imprimendo alla sua campagna per le Primarie ritmi sempre più alti. Dopo Roma, Verona e Ivrea, il Tir giallo con palco e salottino inclusi sarà oggi a Bergamo, poi nel Nordest e quindi punterà sul Mezzogiorno. Tra i temi più gettonati dal leader dell’Unione, la questione fiscale. Il Professore, rischiando l’impopolarità, ma volendo nello stesso tempo marcare la differenza dall’impostazione berlusconiana, a precisa domanda sulla possibilità di diminuire il carico fiscale qualora andasse a Palazzo Chigi, ha così risposto: «Io non sono in grado in questo momento di promettere una riduzione delle tasse», aggiungendo di puntare piuttosto sulla diminuzione del costo del lavoro, il rilancio della ricerca e dell’innovazione, un rafforzamento del welfare «perché la gente chiede soprattutto sicurezza».

CASO SICILIA - Non è ancora una grana, potrebbe diventarlo, intanto ha già costretto i leader del centrosinistra a un vertice non previsto. Nodo da sciogliere, il nome del candidato alla carica di «governatore» della Sicilia, le cui elezioni sono previste all’inizio del 2006. Visto che sui nomi regna ancora la massima confusione e sono in molti a sgomitare, i capi dell’Unione hanno ieri deciso il metodo: via libera alle Primarie, che si svolgeranno il 6 novembre, anche se Prodi e Fassino avrebbero preferito accomunarle a quelle nazionali del 16 ottobre. Come dice Leoluca Orlando, deputato regionale della Margherita, «ci sarà così modo di prepararle con la massima accuratezza», anche se inevitabilmente aumenteranno le occasioni di contrasti. Per ora, tra i nomi dei possibili candidati alle Primarie, si segnalano quelli di Sergio D’Antoni per i Dl, di Claudio Fava sostenuto da Rifondazione e dalla sinistra ds, mentre i cossuttiani e i Verdi potrebbero puntare sul sindaco di Gela, Rosario Crocetta. L’obiettivo, parole del segretario siciliano della Margherita, Salvatore Cardinale, «è presentare un candidato dell’area riformista e uno della sinistra alternativa», come avvenne in Puglia, dove vinse a sorpresa il postcomunista Nichi Vendola. I Ds sono per ora alla finestra, a caccia di un personaggio tipo Soru o Illy.

IL RAPPORTO CON GLI USA - C’è stata pure un’appendice americana ieri per il Professore, reduce dal summit di Clinton a New York. Prima un incontro a quattr’occhi di mezz’ora con il nuovo ambasciatore Usa a Roma, Ronald Spogli. Quindi, assieme a Fassino, D’Alema, Rutelli e Boselli, pranzo a Villa Taverna: un primo contatto, atmosfera «serena e cordiale», l’occasione per spaziare su prospettive e nodi del rapporto con Washington. Meno piacevole il dopo pranzo: una bordata di fischi ha accolto Prodi alla Conferenza sulle università italiane. I contestatori, equamente ripartiti tra associazioni studentesche di destra e sinistra, non hanno però fatto sconti a nessuno: Fassino si è preso un coro di «buffone, buffone» e il ministro Moratti coloriti inviti a cambiare mestiere.

Corriere della Sera