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Stalinisti di tutto il mondo unitevi... Cossutta: Sergio ha fatto bene

Publie le domenica 23 ottobre 2005 par Open-Publishing
3 commenti

Dazibao Partiti Governi

Intervista al leader del Pdci

Il leader del Pdci dalla parte del sindaco: "Il degrado va combattuto. Rifondazione fuori dalla giunta? Impensabile"

 Armando Cossutta, lei che è presidente dei Comunisti italiani, da che parte sta nella «battaglia di Bologna»?

"Ho grande fiducia in Sergio Cofferati, nella sua coerenza e nella sua capacità politica di risolvere i problemi. Alla fine riuscirà a sistemare le cose".

 Non la pensano così molti tra i suoi alleati.

"Si tratta di tematiche difficili, come quella dell’immigrazione e, più in generale, dell’emarginazione. Di fronte a questioni del genere non si possono dare risposte tagliate con l’accetta, semplici "sì" o semplici "no". Da una parte c’è la necessità di ottenere da tutti il rispetto delle regole, come base di ogni normale convivenza. E Cofferati l’ha chiesta. Dall’altra occorre tenere conto delle dure condizioni di vita in cui si trovano i settori più emarginati della popolazione. Per loro bisogna prospettare alcune soluzioni".

 Sembra che Cofferati si sia preoccupato più del primo aspetto che del secondo sgomberando senza indugio il Lungoreno, nonostante le proteste delle associazioni umanitarie.

"È giusto che non esistano baraccopoli come quella. Sergio ha fatto bene a intervenire contro il degrado, anche perché è il frutto di una cattiva gestione della precedente amministrazione. Nello stesso tempo, ovviamente, deve pensare a dove sistemare le famiglie degli sfollati’.

 Finora però non c’è una soluzione chiara.

«Ho fiducia nella capacità del sindaco: ha le spalle grosse, saprà trovare alternative».

 Intanto però in consiglio comunale si è aperto un fronte anti Cofferati e Rifondazione comunista minaccia di abbandonare la giunta.

«Sarebbe imperdonabile: una cosa è la polemica politica, un’altra è la responsabilità di fronte al governo di una città che attende molto da questa giunta nuovamente di sinistra. Proprio perché ha ben conosciuto i guasti creati durante la parentesi di centrodestra».

 Ma quella di Cofferati sembra un’offensiva a tutto campo. Perché prendersela anche con i lavavetri?

«Si è esagerato nel montare la polemica. Cofferati ha evidenziato il problema non perché ce l’ha con queste persone che hanno bisogno di guadagnarsi ogni giorno un pezzo di pane, ma perché spesso dietro di loro ci sono veri e propri racket. Il suo obiettivo è opporsi a questo commercio, non trattare male i lavavetri».

 In molti, all’interno del centrosinistra, hanno parlato di metamorfosi di destra dell’ex leader sindacale. E dentro il partito di Bertinotti si è arrivati a parlare di stalinismo.

«Si tratta di esagerazioni che non condivido affatto».

 È comunque opportuno che la sinistra faccia oggi una battaglia a difesa della legalità rischiando di mettersi contro i ceti più deboli della popolazione?

«Il Pci in passato è sempre stato per la legalità. Certo, a questo senso dello Stato si deve accompagnare l’umanità e la difesa dei più deboli. Ma, come ho già detto, sono convinto che Sergio sarà all’altezza della sfida che ha davanti a lui».

Roberto Zuccolini

http://www.corriere.it/Primo_Piano/...

Messaggi

  • andare al governo con la sinistra: i DS "legalitari" come Cofferati e le ultime mummie staliniste.

    mon dieu...

  • Inutile la mediazione di Rifondazione Comunista. Gli universitari cercano di entrare in comune per parlare con Cofferati, a lungo insultato, ma vengono respinti.

    24.10.05 ore 20.40

    BOLOGNA - Uno scontro che a molti ha ricordato quelli del ’77. Quel che è sicuro e che aumentano i problemi per il sindaco di Bologna, Sergio Cofferati. Ci sono ora anche gli scontri tra gli studenti che hanno occupato l’università e che vogliono parlare con lui, e le forze dell’ordine che vogliono evitare l’invasione del Municipio. Circa cento ragazzi hanno cercato di entrare in consiglio comunale per interrompere la discussione sugli sgomberi del Lungoreno e per parlare del caro-casa a Bologna. Ma quando sono arrivati sul portone di Palazzo D’Accursio, hanno trovato polizia e carabinieri che hanno impedito loro di entrare. Sul portone del palazzo comunale ci sono stati anche scontri.

    GLI STUDENTI TENTANO DI ENTRARE - Gli studenti delle facoltà occupate (Lettere, Scienze politiche e Giurisprudenza) hanno provato a entrare sono volate alcune manganellate. Sono rimasti feriti tre studenti, due ragazze di scienze politiche e uno di lingue, e il segretario provinciale di Rifondazione comunista Tiziano Loreti, intervenuto per cercare una mediazione. Sul portone dove erano asserragliati gli studenti è sceso anche il presidente del consiglio comunale Gianni Sofri che ha invitato una piccola delegazione di studenti a salire per parlare con il sindaco Sergio Cofferati, contro il quale sono volati per tutto il pomeriggio cori pesanti. Gli studenti hanno rifiutato l’offerta e dopo alcune resistenze sono stati fatti entrare nel cortile del palazzo.

    CORI E INSULTI - Dopo aver continuato a gridare i loro cori all’indirizzo del sindaco e dei Democratici di sinistra il corteo si è sciolto. «Ci hanno impedito - ha detto Giuseppe, il loro portavoce - di entrare in un palazzo pubblico. Abbiamo chiesto di parlare, ci hanno risposto con le manganellate». E sulla piazza sono riecheggiati slogan che richiamano ai movimenti del ’77: «Bologna è rossa, ma rossa di vergogna», hanno gridato gli studenti davanti al Comune. Gli scontri non fanno che inasprire il già rovente clima politico all’interno del centrosinistra bolognese. L’ala sinistra della maggioranza è infatti ai ferri corti con il sindaco che nei prossimi giorni presenterà un ordine del giorno sulla legalità che metterà alla porta i contrari, come ha sottolineato lo stesso Cofferati. In consiglio comunale era in corso una discussione sugli sgomberi e le demolizioni delle baracche dei clandestini romeni nei giorni scorsi sull’alveo del Reno, in cui il capogruppo Ds ha accusato Rifondazione «di avere incentivato un processo migratorio caotico e disordinato e di aver prodotto meno tolleranza e meno integrazione». Martedì la già prevista manifestazione studentesca in piazza Maggiore affiancherà inevitabilmente il sindaco di Bologna Sergio Cofferati al ministro Letizia Moratti nelle fila dei «nemici». Comunque un problema a sinistra e non solo.

  • SULL ’ASTRATTO CONCETTO DI "LEGALITA’", VOCI TUTT’ALTRO CHE ESTREMISTE E PROFONDAMENTE CRITICHE RISPETTO A COFFERATI

    «Dal mio punto di vista - nota Stefano Bonaga, consigliere comunale D.S., - la legalità ha una doppia faccia. Si tratta in sostanza di uno strumento democratico usato formalmente contro il privilegio. Ma diventa "pura retorica formalistica" se non è accompagnato da soluzioni decenti sul terreno della sopravvivenza e dei bisogni primari. In definitiva - aggiunge - è chiaro che per sua natura la legge vale "erga omnes" ma è altresì chiaro che un conto è adottarla contro alcuni privilegi un conto adottarla allo stesso modo sulle fasce deboli. E diventa di un bizantinismo insopportabile, inoltre, se quest’enfasi non si sposa con un’azione politica efficace. La politica è fatta da gestioni di problemi e di volta in volta si dovrebbe affrontare la legalità o meno delle azioni. Non se ne può fare un manifesto astratto. Senza considerare che quest’ordine del giorno apre a un contenzioso pericolosissimo e non solo all’interno della giunta bolognese perché è destinato a diventare un problema politico di carattere nazionale che, ritengo, si dovrebbe per lo meno tentare di evitare a ridosso delle elezioni». Per dirla ancora con Folena (indipendente Prc): «C’è un grande equivoco semantico sulla parola legalità, anche i braccianti che occupavano le terre o gli operai che facevano i picchetti erano in condizione di illegalità». Cofferati evidentemente non la pensa così e intende al contrario tenere duro. Nessuna critica - neppure la più aspra come quella per esempio formulata dai suoi stessi ex compagni di sindacato ma persino da sociologi come Achille Ardigò che lo ha bocciato apertamente dichiarando al "Carlino": «ah come mi dispiace averlo votato» - sembra farlo retrocedere dal suo modo di considerare la gestione politico-amministrativa di una città con alle spalle - ricordano in molti - una storia democratica istituzionale costruita su una rete di relazioni con i partiti e il movimento basata sull’ascolto e non su un decisionismo inopportuno. Andrea Caselli, della segreteria della Camera del lavoro di Bologna, esprime la sua opinione: «Non ha alcun senso fare operazioni come quella che è stata fatta sul Lungoreno se poi quelle stesse azioni non sono accompagnate da risposte e da politiche sociali adeguate». E’ inaccettabile - aggiunge - che agli sgomberi non segua l’accoglienza. Il rischio è proprio che questo tipo di politica sia tacciata di assumere un connotato leghista. Cofferati come Bossi?