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Urge rivisitare il Concordato

Publie le mercoledì 2 novembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Religioni Viviana Vivarelli

de Viviana Vivarelli

Il limite della liberta’ di ciascuno nasce dalla liberta’ degli altri all’interno di ogni societa’. Chiunque intenda prevaricare le liberta’ e i diritti civili per un proprio vantaggio o potere deve essere dichiarato nemico di uno stato.

Lo Stato italiano e lo Stato del Vaticano sono due stati diversi, due potenze che nel tempo hanno trovato una reciproca accomodazione in base a accordi diplomatici, il Concordato fascista e il patto craxiano, cosi’ come puo’ avvenire tra due stati stranieri, ad essi aggiungiamo quanto viene dichiarato dagli articoli costituzionali.

Fino al 1870 il Vaticano ha tentato violentemente di porre la sua potesta’ sullo Stato italiano, ma la storia ha mostrato il fallimento di questo tentativo, e, a seguito di questa sconfitta, i rapporti tra Stato e Chiesa sono stati regolati da un concordato (1929) e da un patto rinnovato (1984), il cui fine era quello di porre dei limiti all’invadenza della Chiesa, riconoscendole tuttavia dei privilegi.

Il potere temporale dei Papi e’ decaduto nel 1870 se non prima, e non e’ possibile ricostituirlo forzosamente.

Quando due Stati contraenti, che sono stati nemici tra loro, stipulano un accordo, si ritiene che cio’ debba essere accettato nell’interesse di entrambi, ma quando il patto, che possiamo considerare di non belligeranza e di mutuo rapporto, viene trasgredito da una delle parti, si pensa che cio’ metta in crisi il patto stesso e sia necessaria pertanto una ridefinizione dei reciproci rapporti.

Con Ruini e il nuovo corso di Ratzinger questi patti giuridici internazionali sono stati violati.

L’intervento massiccio della Chiesa in materia referendaria e la trasgressione della legge sul diritto-dovere al voto, accompagnate da una campagna di indicazione dello stesso voto politico, stanno a mostrare che la Chiesa non consideri ormai piu’ valida la regolamentazione firmata in passato, e tenti nuovamente di sfidare la laicita’ dello stato per imporre la sua aspirazione a uno stato confessionale.

Mai come adesso la CEI ha mostrato una chiara azione di prepotenza integralista con tentativi nemmeno nascosti di sopravanzare i poteri dello stato italiano.

In altre nazioni, come negli Stati uniti, membri della Chiesa cattolica hanno addirittura limitato la liberta’ di voto del cittadino con minacce di scomunica verso coloro che osavano votare partiti che ammettevano la liberta’ d’aborto, mentre si nota gravemente come la stessa scomunica non abbia affatto colpito i partiti che si riconoscevano il diritto di una aggressione bellica gratuita, portatrice di ben altra morte, fatta con false prove o mirante solo all’aumento di potere.

Lo strumento della scomunica e’ sempre stato usato con parsimonia dalla chiesa di Roma che non ha mai scomunicato ne’ uno Stalin ne’ un Hitler ne’ un Pinochet, ne’altri mostri della storia, e l’abuso e l’inflazione con cui questo strumento ha cominciato ad essere usato oggi per coartare persone comuni nella loro scelta politica indica che c’e’ stata una grave degradazione dei simboli, e che si e’ perso il senso della realta’ storica infrangendo la situazione di mutuo rispetto che dovrebbe esistere tra una confessione religiosa e lo stato che la ospita.

Seguendo il modello delle scomuniche americane che nessun potere papale ha sconfessato, ora queste minacce di scomunica potrebbero allargarsi a ogni settore della vita privata o pubblica italiana allo scopo di coartare i cittadini nella loro liberta’ di scelta politica o personale, trasformando uno strumento spirituale in uno strumento di imperio.

Percio’ diciamo che questa inquietante deriva reazionaria deve essere bloccata o potrebbero preannunciarsi in forme di sharìa politica in cui lo strumento religioso viene abusato a scopi di dominio.

Purtroppo l’attuale governo berlusconiano, in grave crisi di credibilita’ e in penuria di voti, invece di recriminare lo sconfinamento illecito della Chiesa, cerca di comprarla, pagando mazzette in soldoni (ICI, sovvenzioni alle scuole private, distorsione dell’8 per mille, assunzione di insegnanti di religione scelti dal vescovo...) in cambio di appoggio politico. Anche questo mercato e’ inaccettabile e sporca il buon nome della Chiesa che gia’ in altri paesi si e’ abbassata a sostenere governi indecenti che hanno angariato le popolazioni con dittature innominabili.
Occorre dunque considerare obsoleti i patti che sono stati sottoscritti da Stato italiano e Chiesa, perche’ la Chiesa stessa li ha rotti e infangati, e occorre ricontrattarli nuovamente.

La proposta socialista-radicale di rivedere il Concordato diventa, di fronte alla iattanza della CEI, un dovere istituzionale richiesto dai tempi e dal dovere che lo stato ha di difendere se stesso da invadenze arbitrarie che ne minerebbero i principi costitutivi e i diritti dei cittadini.

La nostra speranza e’ che questa difesa possa trovare come propugnatori anche altri partiti, questo anche nell’interesse della Chiesa che deve ritrovare il suo ordine nella regola, perche’ senza regola non c’e’ ordine e, senza ordine ne’ regola, non c’e’ dignita’ ne’ onore, ma disfacimento e rovina.

Uno Stato non puo’ tollerare che al suo interno ci sia una Chiesa che ne mina alla radice l’autorita’ e trasgredisce le sue leggi, trincerandosi dietro un baluardo di impubilita’, per cui si dichiara ingiudicabile sia nella sostanza, che nel comportamento, che sulla condotta dei suoi membri, se pure si trovano colpevoli di reati comuni (pedofilia, usura, corruzione aggravata, reati finanziari, furto, ricettazione, attentato ai diritti politici...).

Si veda come negli USA il papa stesso si sia mosso affinché i preti pedofili non avessero processo o pena, di come la scomunica sia stata usata addirittura per intimidire le famiglie affinche’ non denunciassero le sevizie ricevute dai loro figli, di come in Italia qualsiasi processo contro membri del clero coinvolti in scandali (dallo IOR all’usura del Vescovo Giordano...) sia stato bloccato con un nulla di fatto e che anzi i rei non abbiano subìto nemmeno condanne dalla Chiesa, restando spesso nei posti che occupavano o venendo spostati a posti simili.

Come rifiutiamo che vi siano al livello planetario, nazioni che dichiarano non giudicabili e non perseguibili i propri soldati o i propri politici qualunque reato commettano al di fuori del loro territorio, ma riteniamo che tutti debbano assoggettarsi a norme internazionali che sono state poste nella difesa generale, senza oasi di improcessabilita’ e impunibilita’, cosi’ nel diritto comune di uno stato rifiutiamo che vi siano oasi di improcessabilita’ e di impunibilita’ da parte di gruppi o chiese o fazioni o classi, e dichiariamo che tutti quelli che operano all’interno di questo stato debbano obbedire alle sue leggi, non possano violarle, non possano andare contro i principi generali di difesa comune e dello stato stesso, non possano attaccare i diritti democratici che ne sono alla base, e debbano essere sottoposti agli stessi oneri e agli stessi obblighi, sia penali che amministrativi che fiscali, come tutti gli altri cittadini, per un principio generale per cui, se la giustizia non e’ uguale per tutti e’ abominio.

Per il suo stesso bene e per il valore della sua stessa immagine, occorre che la Chiesa non si viva come un organo di potere che sfida un altro potere, seguendo le velleita’ della CEI, rivendicando ingiustificati e odiosi privilegi, e avanzando pretese sulla superiorita’ dello Stato, ma riprenda la sua origine e missione come organo di fede che deve occuparsi della spiritualita’ dei propri fedeli, senza attuare invadenze politiche e temporali. Se questo non avverra’, il potere temporale portera’ sopraffazione al potere spirituale, distruggendo il significato stesso del messaggio cristiano e la Chiesa con esso.

Non si puo’ criticare come perverso e antidemocratico il confessionalismo degli stati islamici per poi attentare alla laicita’ dello stato italiano spingendo a un confessionalismo simile, che pretenda di imporre la legge della Chiesa sopra la legge dello Stato.

Riteniamo che il messaggio della Chiesa cattolica riguardi solo lo stretto nucleo dei fedeli cattolici, mentre la legge dello Stato riguarda tutti coloro che risiedono in esso, siano essi cattolici o non e debba pertanto superare le ristrette visioni di un culto per predisporre leggi buone per tutti, leggi generali secondo principi universali, che non possono essere quelli di una sola religione, perche’ cio’ discriminerebbe automaticamente e ingiustamente tutte le altre religioni o tutti i gruppi non religiosi, i quali, per legge, hanno pari dignita’ e chiedono pari rispetto.

Quanto piu’ avanziamo verso uno stato pluralista e composito, quanto piu’ il meticciato sara’ la nostra prospettiva di futuro, non solo dal punto di vista delle etnie ma anche delle religioni e delle ideologie e delle etiche, tanto piu’ allora le pretese assolutistiche e solipstiche della Chiesa si riveleranno ingiustificate, antistoriche, obsolete, pericolose per la sopravvivenza e la pace della societa’ stessa.

Vediamo che negli ultimi tempi la Chiesa cattolica ha sforato sfacciatamente in campi che non sono di sua competenza, come la scienza o la politica o la pianificazione delle nascite o la prevenzione da malattie come l’AIDS.

Dichiariamo dunque che le violazioni della Chiesa del Concordato che essa stessa ha sottoscritto lo rendono, di fatto, decaduto, e auspichiamo la costituzione di un nuovo Patto che ribadisca la dignita’e le preorogative dello Stato italiano e i limiti della Chiesa del Vaticano.

Il problema della laicita’ dello Stato e’ il problema della sopravvivenza dello Stato stesso, che non puo’ ridursi a essere il luogo subordinato di un culto, pena la perdita di ogni valore per le comunita’ che in esso vivono e che in quel culto non si riconoscono.
L’Italia e’ uno stato laico, non e’ uno stato fascista ne’ uno stato confessionale. E il Medioevo e’ finito. E’ bene ricordarlo.

E se l’ignavia o l’opportunismo dei nostri partiti fingono di dimenticarlo, abbiamo il dovere di ricordarglielo noi elettori.

La Costituzione non consente di fare referendum su patti internazionali come in materia fiscale , ma non possiamo tollerare la possibilita’ che alle prossime elezioni Ruini scenda in campo con indicazioni di voto per noi repugnanti o con interferenze illegittime sulla politica dell’Italia, o con scomuniche che riteniamo inaudite e contrastanti lo stesso messaggio evangelico. Lo Stato italiano, ricordiamolo, non e’ lo Stato del Vaticano e non e’ uno stato confessionale di tipo islamico, non e’ nemmeno una country agricola e fanatica di Bush e non e’ nemmeno una appendice della Chiesa cattolica.

Quando un equilibrio viene rotto, ci sono molte cose che vanno in pezzi. Ci pensi chi ha agito con imprudenza e alterigia, per desiderio di supremazia, infrangendo cio’ che aveva sottoscritto in modo solenne e che ha inteso calpestare autonomamente, tradendo i patti che si era impegnato a rispettare.

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Articolo 3: “Tutti i cittadini italiani hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge “senza distinzione di religione”.

Articolo 8: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”.

Articolo 33: “Enti e privati hanno diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”.

Aricolo 7: "Lo stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordirne, indipendentemente e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”.