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D’Alema : "Mussolini non doveva essere ucciso"...

Publie le sabato 5 novembre 2005 par Open-Publishing
4 commenti

Dazibao Partiti Storia

E’ stato giusto fucilare Mussolini? Il presidente dei Ds riapre, decontestualizzandola, un’inutile polemica

di Nicola Tranfaglia

Chi ha seguito distrattamente la politica italiana dopo l’89 potrà stupirsi per l’intervista di Massimo D’Alema a Bruno Vespa sulla morte di Mussolini, che da ieri è in copertina sul maggior settimanale berlusconiano e recita testualmente: ”Mussolini non doveva essere ucciso”. Plaudono alle parole del presidente dei Ds Silvio Berlusconi e, naturalmente, Alessandra Mussolini. Tutti gli altri, storici e politici, a cominciare dal segretario dei Ds, Piero Fassino, non sono d’accordo e ritengono che quella intervista sia un altro errore compiuto da D’Alema.

Vale la pena spiegare perché, tenendo presente che le opinioni del presidente dei Ds hanno un peso e un rilievo pubblico, non trattandosi delle posizioni di un qualunque privato cittadino.

D’Alema confida al giornalista principe del regime berlusconiano che non è stata giusta l’esecuzione di Mussolini a Dongo per ordine del Clnai (Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia) e che occorreva invece andare a un processo regolare con tutte le regole del caso.

L’uomo politico dimentica, o finge di dimenticare, che l’episodio è avvenuto negli ultimi giorni dell’aprile 1945 dopo venti mesi di guerra feroce sul territorio italiano e dopo che il capo della illegittima Repubblica sociale italiana (legittimo era il regno di Italia ormai tornato a Roma) ha rifiutato la resa senza condizioni che gli era stata offerta dai partigiani nella riunione svoltasi alla prefettura di Milano qualche giorno prima. Mussolini, come è noto, dopo aver rifiutato di arrendersi, era fuggito con le truppe naziste in ritirata travestito da soldato tedesco e lì, vicino Como, era stato riconosciuto e arrestato.

Era stato dunque catturato mentre la guerra tra partigiani e nazisti era ancora in corso e giudicato dall’unico organo legittimato a giudicarlo, il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia.

Parlare come fa il presidente dei Democratici di sinistra della opportunità, o necessità, di un processo regolare significa decontestualizzare completamente il fatto rispetto alla nostra storia e introdurre una forma di revisionismo che non ha nessuna ragione di essere, come quasi tutti gli storici e i politici interpellati hanno detto senza esitazioni.

http://www.aprileonline.info/articolo.asp?ID=7007&numero=’44’

Messaggi

  • Piena ragione al professor Tranfaglia. Il timore è quello che si pieghi alla "ragion politica" contingente una buona dose di beni "indisponibili", come le verità storiche. Una deriva pericolosa e illogica, dagli incerti vantaggi e dai sicuri incidenti (abbraccio con il peggior revisionismo storico), che porta a riletture postume se non proprio spericolate, di sicuro accidentate.
    Passi che su questo terreno si misuri un libero cittadino come Giampaolo Pansa, ma che lo faccia il presidente del Ds...Suvvia. Infine, una domanda sommessa, questa sì in sintonia con la "ragion politica": una destra italiana che non ha mai fatto mistero di voler cancellare il 25 aprile, "merita" tutto questo?
    Sergio D’Agostino
    giornalista-Pescara

  • ahi ahi compagno d’alema , non ci siamo , si confondono i livelli di analisi del problema ed effettivamente si decontestualizza la storia . In base a che logica giuridica, e sopratutto , problema clamoroso , in base a quali norme giuridiche si sarebbe dovuto processare il Mussolini ? Come traditore , perchè il paese legale era quello con capitale Brindisi? Ma vi ricordate cosa è uscito dal processo Laval e Petain in Francia , con l’accusa , retorica quanto si vuole ma che comunque tuttora si trascina, che i giudici non furono imparziali, e che comunque erano stati anch’essi invischiati nel regime di Vichy . Ma vi rendete conto che arma si sarebbe data in mano al neofascismo ( la cui sopravvivenza era scontata per chi aveva fatto la Resistenza, visto l’atteggiamento degi alleati e della chiesa ufficiale) o ai papisti , che ancora adesso ricordano come Bocca avesse scritto un articolo antisemita oppure come Bobbio si fose raccomandato al duce !! Ed in base a che norme si sarebbe potuto processare il dittatore del ventennio,chi aveva eliminato le libertà formali e sostanziali nel paese ,il padre dello squadrismo , colui che aveva portato in modo criminale in guerra l’Italia, che era responsabile della morte di ciascun soldato e ciascun civile caduto nel conflitto . Tutti atti questi legali, perchè fatti in base a leggi all’epoca in vigore e che il fascismo si era votato ; come processare una persona per fatti che , all’epoca in cui erano stati commessi, non erano reato, e che non violavano nè la legge naturale ( come emrse a Norimberga per i criminali nazisti) nè i trattati internazionali? La fucilazione di mussolini è atto di giustizia , corretto e dovuto nell’ambito di una guerra che lo stesso mussolini aveva voluto ,imposto ed alla fine perso , guerra che aveva procurato distruzioni immani al suo popolo ; atto straordinario come sono straordinari gli atti di giustizia in fronte al nemico ( ricordatevi la legittimità delle decimazioni senza processo nella prima guerra....) , come sono straordinarie le decisioni che hanno un valore storico e segnano uno iato nella storia di una nazione, senza filtri formali di alcun genere.
    buster brown

  • Mi sorprende molto che tra le vaire reazioni sulla frase di D’alema non ce ne sia stata una che abbia sollevato la ragione principale che ha spinto il CLNAI, ed in particolare Luigi Longo, ad affrettarsi a fucilare Mussolini.
    In effetti gli alleati, tra le clausole dell’armistizio, richiedevano anche la consegna del dittatore.
    Tra l’altro, nell’Aprile ’45 alla sua caccia s’erano anche i servizi segreti alleati tra cui un certo colonnello d’Adddario.
    Gli americani certamente lo avrebbero processato, come hanno fatto con i gerarchi nazisti a Norimberga e, molto probabilmente lo avrebbero fucilato loro.
    Ma quel processo, non si sarebbe limitato a Mussolini, ma a tutta l’italia che, purtoppo, e per varie ragioni, lo aveva osannato per vent’anni.

  • sono pienamente daccordo sul fatto per cui un personaggio pubblico come D’Alema non doveva cadere nell’errore di esprimere giudizi sulla storia...
    Per correttezza come illegittima era la reupplica sociale era illegittimo anche il clnai, lei ha appunto detto che il regno d’italia continuava la guerra a fianco di un altro alleato quindi se doveva esservi processo e condanna dovevano essere i magistrati dell’esercito italiano in quanto tribunale militare(essendo l’esercito italiano sciolto quindi gli americani)...
    Diciamo che Mussolini è stato ucciso e basta, o meglio, è stato ucciso durante la guerra ma non che abbiano fatto bene e tantomeno che erano legittimati a farlo.

    Carlo Friggeri