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PRC, Dipartimento Esteri, Settore Italiani nel mondo : Relazione per il CPN del 26 novembre 2005

Publie le lunedì 5 dicembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Movimenti Partiti Elezioni-Eletti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

di Carlo Cartocci Resp. Naz. Italiani nel mondo del PRC

Il nostro ritardo

Il partito ha posto attenzione agli italiani all’estero solo da pochi mesi, con un ritardo sia rispetto al tema specifico, sia rispetto all’elaborazione complessiva della propria linea politica che, per essere più ricca e completa, avrebbe bisogno di ampliare il suo orizzonte, guardando anche alla realtà degli emigrati.

Siamo in ritardo nei confronti di tutte le altre forze politiche: AN, FI e UDC da molti anni lavorano alla costituzione di organizzazioni e circoli all’estero, DS, Margherita, Verdi, Di Pietro e Mastella sono attivi almeno dal 2000 e si appoggiano, a volte egemonizzandoli, ai patronati (Inca, Acli ed altri) e all’associazionismo regionale diffusissimo all’estero.

Le ragioni del ritardo del partito sono da ascrivere alle scarse risorse economiche, all’esiguo numero di parlamentari e ai numerosissimi settori si intervento che competono loro, ma anche, forse soprattutto, ad un atteggiamento molto diffuso di indifferenza, se non di sufficienza. D’altro canto non siamo mai stati molto convinti dell’opportunità del voto per corrispondenza, abbiamo votato contro la legge del 2001, abbiamo sempre rifiutato la definizione di cittadinanza legata allo ius sanguinis, abbiamo sempre sostenuto che gli italiani all’estero avrebbero dovuto far politica nella realtà di accoglienza e lottare per ottenere il voto nei paesi di residenza.
Oggi però ci troviamo di fronte ad una legge che, ci piaccia o no, permette a molti italiani residenti all’estero di votare e di eleggere propri rappresentanti: ben 12 deputati e 6 senatori. È un numero sufficiente per sostenere una maggioranza, è un dato di cui dobbiamo tener conto. È giunto il momento di affrontare di petto il tema e abbiamo poco tempo per prendere decisioni e cominciare ad operare.

Ricordo un’altra occasione simile a questa: alcuni anni fa, anche allora si era in ritardo, il partito mi affidò l’incarico di riorganizzare il settore immigrazione. Si trattava di far divenire patrimonio comune del partito tutto e non solo dell’élites, i principi di uguaglianza e di dignità riguardanti i migranti, combattere le leggi inique e razziste e costruire una politica dell’immigrazione. Credo che in pochi anni siamo riusciti a superare quel ritardo.

Ma oggi non abbiamo avanti a noi alcuni anni e soprattutto in questo campo dobbiamo lavorare non solo nel partito, ma anche nell’Unione, che, lo sappiamo, è una coalizione di forze non del tutto omogenee e in forte concorrenza nel suo interno.
Se vogliamo poter trattare alla pari nel coordinamento dell’Unione per gli italiani all’estero, dobbiamo decidere di avere una attenzione ed un impegno di tutto il partito. Le altre forze dell’Unione sono molto presenti all’estero: deputati, senatori, consiglieri regionali e funzionari di partito curano i rapporti con comunità e associazioni. Sicuramente faranno pesare tutto questo nella scelta delle candidature e nell’andamento della campagna elettorale. Noi siamo appena all’inizio, non possiamo competere per ora, ma se non riusciremo a mobilitarci non avremo voce in capitolo, né avremo risultati concreti, se non quello di deludere le aspettative dei compagni all’estero che hanno accolto i primi segni della presenza di Rifondazione con entusiasmo.

Insistendo su questi argomenti, non vorrei dare l’impressione di essere interessato solo alla questione puramente elettorale e di ritenere strumentalmente utile occuparci di italiani all’estero.

Dalle prime esperienze fatte sul campo in questi mesi, ho tratto la convinzione che dobbiamo tessere un rapporto con queste comunità per l’interesse generale del partito. Così come sono convinto che sia utile per il partito guardare la nostra realtà con gli occhi dell’immigrato, sono anche convinto che il partito abbia tutto da guadagnare nel guardare il mondo con gli occhi dell’emigrato, di prima o di seconda generazione che sia. Un certo provincialismo, una certa autoreferenzialità, un eccessivo eurocentrismo che ancora ci caratterizzano vanno affrontati conoscendo forme di lotta, di aggregazione, di solidarietà, di modalità di lavoro e di relazione, di sincretismo delle idee, di meticciato delle culture che le comunità italiane all’estero possono esprimere. Addirittura alcuni nostri contrasti interni visti con occhi esterni sembrano più risolvibili, molta apoditticità si può sfaldare di fronte alle esperienze di chi ha vissuto gli stenti, le discriminazioni e, persino, la violenza delle dittature senza perdere l’identità e, insieme, la capacità di integrazione, senza perdere i sogni e gli ideali che ha portato con sé partendo. Il bisogno di socialismo, di uguaglianza, di giustizia è più ampio di qualsiasi recinto nazionale e sentirsi insieme italiani e cittadini del mondo è un fenomeno che dovremo indagare senza stereotipi: ci può essere utile nel nostro impegno di rifondazione.

Proposte e richieste

Il 16 novembre si è tenuta una conferenza stampa nella sala della Camera per presentare le Giornate dell’Unione all’estero. Erano presenti Fassino, Danieli, Franceschini, ma nessun nostro parlamentare. “Liberazione” non ha neppure dato la notizia. Nei giorni 18, 19, 20 novembre in una cinquantina di paesi nel mondo, si è presentato il programma dell’Unione per le prossime elezioni: D’Alema, Pecoraio Scanio, Di Pietro, Mastella, numerosi dirigenti e parlamentari del centro sinistra hanno parlato alle varie comunità, la nostra presenza è stata quasi impercettibile.
Possiamo considerare poco significative le manifestazioni “di parata”, ma non credo che ai compagni all’estero, che pure ci sono, anche se non numerosi, che hanno votato Bertinotti alle primarie e che chiedono di avere con il partito rapporti più stabili, basti sapere che siamo in pochi e sovraccarichi di impegni.

Credo che dovremmo inaugurare un diverso stile di comportamento, pertanto propongo:

1. che il tema degli italiani all’estero non sia considerato secondario, ma assunto dalla direzione del partito ai livelli più alti e portato al tavolo dell’Unione, per evitare di consegnarlo ai soli partiti più grandi della coalizione, che da tempo lavorano per trarne vantaggi di propaganda e di seggi;

2. che tutti i compagni e le compagne parlamentari, rappresentanti di enti locali, dirigenti centrali e periferici del partito, ogni volta che si recheranno all’estero per qualsiasi motivo, si impegnino ad inserire nel proprio programma incontri con le comunità italiane presenti nel paese;

3. che tutte le compagne e i compagni che lavorano negli enti locali regionali, provinciali e comunali si impegnino ad indagare sui rapporti commerciali, politici, assistenziali e culturali che regioni, province e comuni intrattengono con le comunità e le associazioni regionali all’estero, sui fondi destinati ad esse, sul loro uso, sulla trasparenza delle procedure. Si tratta di canali fondamentali attraverso i quali si costruiscono relazioni spesso sfruttate a livello personale, si creano i feudi, le associazioni , i comitati. Essere distratti e assenti significa, nel migliore dei casi lasciare ad altre forze politiche l’egemonia culturale e politica, nel peggiore dei casi l’organizzazione del voto;

4. che i/le responsabili dei vari dipartimenti e dei diversi settori di lavoro del partito siano attenti a cogliere le possibili connessioni fra le loro iniziative (campagne, convegni, mobilitazioni...) e quelle del settore relativo agli italiani all’estero, si possono attivare alcune sinergie;

5. che i/le compagni/e che lavorano nelle federazioni forniscano al dipartimento tutti i possibili contatti che possono avere, oggi e nel futuro, con gruppi, associazioni e singoli compagni residenti all’estero.

6. che i compagni/e che operano nei sindacati confederali e autonomi, mettano a disposizione del dipartimento tutti i contatti e le relazioni che possono attivare nei patronati, nelle associazioni sindacali e di categoria esistenti all’estero. Attualmente i patronati sono prevalentemente egemonizzati da DS (Inca) e Margherita (Acli).

Su queste proposte chiedo che il CPN si pronunci.

Se riteniamo che la costruzione di relazioni con gli italiani all’estero non sia per il momento utile al partito diciamolo chiaramente, altrimenti impegnamoci di più tutti e costruiamo,insieme agli emigrati, una linea politica del partito su questo tema.

Carlo Cartocci
Resp. Naz. Italiani nel mondo


In allegato
Programma per le elezioni del 2006
Bilancio del lavoro svolto

Bilancio del lavoro svolto

In questi primi mesi di impegno nel settore ho stabilito i primi contatti con:

 Cordoba (Argentina) dove è nato un primo circolo di Rifondazione, intitolato “29 Mayo”, ed è attiva una associazione di compagni e simpatizzanti denominata “Bellaciao

 Buenos Aires (Argentina) dove si sta lavorando alla costituzione di un circolo, si sono intessute relazioni con associazioni, patronati, organizzazioni sociali e con compagni ed amici dell’Unione

 Montevideo (Uruguay) dove si sta lavorando per la costituzione di un circolo, si sono intessute relazioni con associazioni, patronati, organizzazioni sociali e anche con membri autorevoli del Fronte Amplio e del governo

 Toronto (Canada) dove si sono poste le basi per un rapporto più stabile con i compagni che fanno riferimento a Rifondazione, che ci sono ma non sono organizzati, e con i rappresentanti locali dell’Unione, con la comunità italiana

Durante la permanenza in Argentina e Canada sono stato intervistato da alcune radio in lingua italiana sia sul nostro partito, sia sull’Unione.

Per quel che concerne l’Europa ho stabilito contatti stabili con la federazione svizzera, con quella svedese e quella tedesca, con risultati incoraggianti. La situazione della federazione del Benelux è più complessa e dovrà raggiungere una sua stabilità per poter iniziare un lavoro utile. Ho effettuato visite a Colonia, Berna, Basilea, Francoforte, Stoccolma, Bruxelles e Londra.

I risultati delle primarie

Riporto in sintesi alcuni risultati relativi ai paesi sopra menzionati che mi sembrano interessanti:

 La percentuale totale (riferita a tutti i seggi all’estero con 20896 votanti) riportata da Bertinotti è stata del 10,7%, mentre Prodi ha ottenuto il 75.3 %
Il risultato per Bertinotti è superiore a quello registrato in alcune regioni (ad esempio l’Emilia Romagna), ma è di quattro punti inferiore alla media nazionale in Italia.

Disaggregando i dati per circoscrizioni elettorali si ottiene:

Europa su 13007 voti Bertinotti 1545 (13,6%) Prodi 9521 voti (73,1%)

Africa- Asia- Australia su 2419 voti Bertinotti 229 (9,5%) Prodi 1900 (78.0%)

America Nord su 1217 voti Bertinotti 68 (5,6%) Prodi 913 (75.0%)

America Sud su 4148 voti Bertinotti 383 (9.2%) Prodi 3274 ( 78.9%)

 Per quanto riguarda le quattro federazioni estere del partito:

Svezia 1 seggio votanti 75 Bertinotti 21 (28%) Prodi 50 (66%)

Germania 25 seggi votanti 2067 Bertinotti 305 (14.8%) Prodi 1460 (70.6%)

Svizzera 67 seggi votanti 4504 Bertinotti 477 (10.6%) Prodi 3233 (71.8%)

Benelux (con Francia e Inghilterra) 37 seggi votanti 5817 Bertinotti 642 (11%) Prodi 3433 (59%)

Considerando che il partito ha cominciato un lavoro sistematico sugli italiani all’estero solo da pochi mesi e che Margherita e DS sono invece attivi da almeno cinque anni, non potevamo aspettarci risultati migliori. Si tratta, da ora alle prossime elezioni, di impegnarsi decisamente sulle situazioni locali più promettenti.

Non è un caso che dove i compagni sono più attivi o dove il partito è stato più presente il risultato è stato molto buono.

Ad esempio, a Cordoba (Argentina) il lavoro del neonato circolo di Rifondazione e dell’Associazione Bellaciao ha portato al seguente risultato: Bertinotti 68 voti (38.41%) Prodi 87 voti 49.15%), anche a Manchester il lavoro dell’Associazione Bellaciao GB ha portato Bertinotti al 43% e Prodi al 49%, infine al seggio di Rio de Janeiro .Bertinotti ha il 22.2% e Prodi ha il 75.9% (purtroppo le votazioni si sono svolte in un giorno festivo per il Brasile e la partecipazione non è stata rilevante).


ODG

Il CPN riunito il 26/27 novembre 2005,

considera importante accelerare il percorso di relazione e di conoscenza delle comunità italiane nel mondo, non solo in relazione alla loro partecipazione alle prossime elezioni politiche, ma soprattutto per condividerne le esperienze di vita, di lotta politica e di meticciato culturale, esperienze utili alla crescita del partito e al suo impegno nella costruzione di una alternativa di società,

pertanto impegna:

 le compagne e i compagni parlamentare e dirigenti del partito ad inserire sempre, nel programma delle proprie visite all’estero, gli incontri con le comunità italiane;

 le compagne e i compagni eletti nei consigli regionali, provinciali e comunali ad indagare sui rapporti assistenziali, commerciali e culturali che gli enti locali intrattengono con le comunità italiane all’estero e le loro associazioni e ad intervenire per garantire trasparenza, equità e pluralismo;

 le compagne e i compagni impegnati nei sindacati a mettere a disposizione del partito i contatti con i patronati e associazioni operanti all’estero, attualmente monopolizzati solo da alcuni partiti, garantendo così una par condicio fra le forze dell’Unione;

 le federazioni e gli attivi regionali a ricercare e comunicare al partito i contatti con l’associazionismo estero che si articola prevalentemente sulla base della regione o del comune di provenienza.

Presentato da Carlo Cartocci
Resp. Naz. Italiani nel Mondo

Approvato all’unanimità