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Cina, la polizia spara sulla folla: morti e feriti

Publie le domenica 11 dicembre 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Movimenti Polizia Internazionale Repressione

di red

Almeno tre persone sono state uccise in Cina dalla polizia che ha sparato durante violenti scontri di piazza che si sono verificati nei giorni scorsi a Dongzhou, un villaggio che fa parte della municipalità di Shanwei, nella provincia meridionale del Guangdong. In un comunicato del governo provinciale viene fornito il bilancio ufficiale e la responsabilità dei disordini viene attribuita ad un gruppo di "agitatori", tre dei quali sono stati arrestati.

Nei giorni scorsi notizie e testimonianze diffuse dalla stampa di Hong Kong e da alcuni siti Internet cinesi hanno parlato di un bilancio ben più pesante. Alcuni testimoni hanno sostenuto che le vittime sono state "decine", inducendo l’ organizzazione umanitaria Amnesty International a definire gli incidenti di Dongzhou "i più gravi" ad essersi verificati in Cina dopo il massacro di piazza Tiananmen del giugno 1989, nel quale furono uccisi centinaia di cittadini.

Quello di Dongzhou è il primo caso nel quale si ha notizia dell’ uso di armi da fuoco da parte della polizia. In precedenti episodi di repressione violenta erano stati usati bastoni e gas lacrimogeni. Alla base delle violenze c’è il problema della requisizione della terra di proprietà collettiva dei villaggi, che è la causa della grande maggioranza delle decine di migliaia di incidenti analoghi che si sono prodotti negli ultimi anni nel paese. Secondo le cifre ufficiali, nel solo 2004 si sarebbero verificati 74mila episodi di protesta popolare in diverse zone della Cina.

Il quotidiano locale Guangzhou Daily afferma oggi che è stato arrestato un alto funzionario di polizia: si tratterebbe dell’ ufficiale che ha ordinato agli agenti di aprire il fuoco sulla folla. Gli abitanti del villaggio, che è sul mare, sono in gran parte pescatori e avrebbero usato contro la polizia le bombe di profondità di solito usate per la pesca. Residenti di Dongzhou e dei villaggi vicini, raggiunti per telefono da Pechino, hanno affermato che mancano notizie di 40-50 persone che potrebbero essere scappate per sfuggire all’ arresto o potrebbero essere state uccise nelle sparatorie.

Venerdì scorso decine di donne del villaggio si sono inginocchiate davanti ai poliziotti che controllavano le strade del paese chiedendo notizie dei loro parenti dei quali hanno perso le tracce. Circa diecimila persone avrebbero partecipato alle proteste che, secondo le testimonianze, sono in corso da oltre cinque mesi. La zona è tuttora presidiata da un migliaio di agenti della Polizia Armata del Popolo, che fa parte dell’ Esercito di Liberazione Popolare, e la tensione è ancora alta. Il comunicato del governo del Guangdong afferma che gli agenti hanno aperto il fuoco quando era buio, dopo che gruppi di manifestanti gli avevano lanciato contro rudimentali ordigni esplosivi. Il comunicato non chiarisce come le vittime siano morte, limitandosi ad affermare che la situazione era «caotica» e che «una commissione di alto livello» è stata incaricata di indagare sui fatti. La protesta degli abitanti di Dongzhou è diretta contro l’ esproprio di vasti tratti di terra per la costruzione di una centrale elettrica. I residenti chiedono indennizzi più alti di quelli concessi dal governo provinciale. In Cina la terra è di proprietà pubblica. Chi vuole acquistare appezzamenti di terreno in campagna deve trattare con i comitati dei villaggi, considerati i rappresentanti della proprietà collettiva. Gli indennizzi per i contadini espropriati delle loro terre sono calcolati in base alla produttività della terra e variano da provincia a provincia.

A Dongzhou la situazione sarebbe particolarmente grave per i pescatori, che temono di non poter proseguire in alcun modo la loro attività. Nel suo comunicato il governo accusa i manifestanti di aver attaccato anche la centrale elettrica del vicino villaggio di Shigongzhai, che «non ha alcuna relazione» con problema degli indennizzi per quella di Dongzhou e di aver fatto sistematicamente ricorso alla violenza nel corso della disputa.

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...

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