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Tanto rumore per poco, Berlusconi non sfonda

Publie le sabato 18 febbraio 2006 par Open-Publishing

Dazibao Elezioni-Eletti Governi

di ILVO DIAMANTI

All’indomani del sondaggio americano che certifica il sorpasso della Casa delle Libertà ai danni dell’Unione, presentare l’Atlante politico suscita, in noi, un po’ di imbarazzo. Perché il sondaggio condotto da Demos Eurisko propone stime elettorali molto più "conservatrici". Coerenti con il passato. Prossime a quelle ottenute dagli altri istituti (italiani). Ribadisce, cioè, come il centrosinistra sia in vantaggio, alla Camera, di oltre il 4%.

Precisiamo che, per cautela, oltre al sondaggio Demos-Eurisko, nei giorni scorsi, ne abbiamo curato un altro, su un campione di ampiezza analoga (realizzato da Demetra: 1500 casi). Con risultati sostanzialmente simili. Certo, per elaborare, ponderare e analizzare i dati ci abbiamo impiegato meno di PSB. Non una settimana, ma un giorno. Sacrificando, certo, qualcosa all’accuratezza. Ma, forse, guadagnandoci in tempestività. Per cogliere in fretta come tira l’aria dell’opinione pubblica, in una stagione tanto ventosa.

E oggi, secondo l’Atlante politico di Demos-Eurisko, l’Unione risulta ancora in vantaggio. Di oltre il 4%. Certo: rispetto a un mese fa, quando avevamo svolto il sondaggio precedente, si osserva un certo avvicinamento. Frutto di una lieve crescita della Cdl (impressa da Fi) e di una riduzione, altrettanto lieve, dell’Unione (determinata dal calo di Rc). Anche le previsioni di vittoria registrano una tendenza analoga.

Tuttavia, la quota di persone che scommette sul successo del centrosinistra supera, di oltre l’11%, la componente di chi sostiene l’ipotesi contraria. Se un mese fa la partita era chiusa, oggi appare, dunque, più aperta. Ma l’Unione conferma un chiaro vantaggio. Non per questo intendiamo contraddire il sondaggio presentato nei giorni scorsi dal premier. Anche se ci lascia dubbiosi, mancano elementi adeguati per esprimere una valutazione adeguata, al proposito. (Il testo del questionario, in primo luogo). Tuttavia, anche se ne accettassimo le indicazioni, resta il fatto che si riferisce agli orientamenti di oltre una settimana fa.

In tempi segnati da grande fluidità emotiva, come Berlusconi, per primo, sostiene. Ciò significa che, dopo un lungo inseguimento, durato mesi, una settimana fa la Cdl si sarebbe, infine, allineata all’Unione, secondo Psb. Per venirne, oggi, di nuovo superata e staccata, come sottolinea il sondaggio di Demos-Eurisko. Non è implausibile ipotizzare che tanta esposizione mediatica, tante parole, tanto rumore, tante polemiche, alla fine, abbiano saturato l’immagine del premier. E dopo aver risvegliato l’attenzione degli elettori delusi e incerti, riportandoli nel centrodestra, abbiano prodotto - stiano producendo - senso di sazietà. D’altra parte, dal punto di vista "personale", non sembra che questa campagna mediatica abbia guadagnato simpatie a Berlusconi.

La percentuale di elettori che gli attribuiscono un voto positivo cresce di poco, nell’ultimo mese. Il 2%. Il che lo pone, ancora, in fondo alla graduatoria dei leader. Superato dagli "alleati": Fini e Casini. Come dai leader avversari: Veltroni, Fassino, Rutelli, D’Alema. E Prodi. Il suo concorrente alla guida del governo.

A valutare dalle informazioni fornite dell’Atlante, i temi su cui Berlusconi aveva ingaggiato la sua polemica contro la sinistra e i Ds sembrano, peraltro, aver perso capacità di attrazione. In particolare, l’emozione suscitata dai presunti casi di "corruzione" politica: è svaporata.

Forse perché gli elettori si appassionano di più ad altri argomenti. Legati alla condizione personale e familiare. Il costo della vita e la disoccupazione, anzitutto. Poi: la criminalità comune, il welfare, l’immigrazione. Di cui si parla molto, ma in un contesto confuso. Senza che questi problemi si impongano come priorità dell’agenda elettorale. Come ha tentato di fare l’Unione. Fin qui senza successo. Un po’ perché fatica a "parlare un linguaggio comprensibile". Un po’ perché il rumore mediatico sollevato dal premier, in questi tempi, rende difficile farsi intendere. Un po’ perché, dentro all’Unione, le differenze e le divisioni su molti temi rendono difficile parlare insieme e ad alta voce.

Tuttavia, nonostante la qualità del confronto politico sia tale da far temere (e immaginare) la crescita della disaffezione degli elettori, le trasmissioni che si occupano di politica hanno fatto osservare indici di audience molto, molto elevati. Ciò suggerisce quanto sia alta, fra i cittadini, l’attenzione verso questa fase di transizione della transizione. Verso questo passaggio critico della nostra democrazia. Tuttavia, è altrettanto vero che la passione degli elettori sarebbe più forte, se la discussione pubblica vertesse su questioni sensibili e sentite. Non solo la condizione sociale ed economica.

Ma la sicurezza, la famiglia, i valori, le infrastrutture, l’ambiente. L’Atlante di Demos-Eurisko, a questo proposito, mostra come, alcuni fra i temi discussi negli ultimi mesi, suscitino grande interesse. E rendano particolarmente visibili le distinzioni fra le coalizioni. Fra centrodestra e centrosinistra. In particolare: l’uso delle armi per difesa personale, nel perimetro della propria casa. Raccoglie il consenso della maggioranza della popolazione. Ma, fra gli elettori di centrodestra, ottiene un’adesione doppia (80%) rispetto a quelli di centrosinistra.

Al contrario, il favore verso i Pacs, complessivamente maggioritario, è molto superiore fra gli elettori di centrosinistra. Ancora, sulla Tav, la costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità. La maggioranza degli elettori della Cdl ritiene comunque necessario completarla, nell’interesse dell’Italia. A dispetto delle ragioni e delle proteste degli abitanti della Val di Susa. Mentre la maggioranza degli elettori dell’Unione sostiene, al contrario, che l’opera vada sospesa, fino a che non sia raggiunto l’accordo con la popolazione coinvolta. (Peraltro, con qualche sorpresa, osserviamo che proprio verso questa scelta si orienta una, seppur lieve, maggioranza degli italiani).

Insomma: i temi di confronto, anche aspro, fra le coalizioni sono molti. Affrontarli, in modo aperto, permetterebbe agli elettori di capire: le posizioni politiche in campo; ma anche i problemi. Se ciò non avviene, evidentemente, è perché, su queste materie, i gruppi dirigenti delle coalizioni sono molto più divisi degli elettorati. Per questo, si preferisce scivolare via. Eludere. Oppure sommergere. Presentare programmi tanto ampi e complessi da essere in-verificabili per gli stessi autori. Stipulare "patti", enunciare decaloghi e proclami, suggestivi e attraenti. E, ancora, evocare, provocare, divertire, scandalizzare. Napoleone, le cooperative, Gesù Cristo, la statura fisica e morale dei contendenti, i gay. Valori e lavori venduti come cocacola. Slogan pubblicitari. Strumenti di marketing.

E i sondaggi. Più importanti delle opinioni che rilevano. Utilizzati per orientare - invece che per capire - le idee. Per costruire - invece che per rappresentare - la realtà sociale. Anche per questo, si prova disagio a commentare sondaggi elettorali, in questa fase. Perché da osservatori si diventa attori politici. Costretti a recitare in una commedia che non ci piace.

http://www.repubblica.it/2006/b/sez...