Home > E’ ORA CHE IO DIVENTI UN UOMO-UNA DONNA

E’ ORA CHE IO DIVENTI UN UOMO-UNA DONNA

Publie le giovedì 27 aprile 2006 par Open-Publishing
11 commenti

Dazibao Guerre-Conflitti Doriana Goracci

di Doriana Doracci

L’attentato a Nassirya, scatenerà una serie infinita di commenti. Come è giusto che sia.

Il titolo è lo spunto di un’ articolo (segnalato pochi giorni fa da Lidia Menapace)dove si parla anche di uno spot americano, indirizzato alle madri di coloro che si arruolano. Io ho aggiunto una donna.

Non ne posso più della guerra, non ne possiamo più della guerra, che non ha aggettivi costruiti alle bisogna dal potere locale e mondiale, è guerra e basta.

La militarizzazione è entrata nei nostri cervelli, come la paura, l’insicurezza del domani.

Non ne posso più di sentire parlare di martiri ed eroi. Non ne possiamo più dei morti, da qualunque parte provengano. Non ne posso più di non poter dire la mia, autorevolmente da donna, contro la guerra. Non ne possiamo più di stare dalla parte delle vittime, degli oppressi, dei deboli che si fanno sparare, che devono accettare la violenza degli atti e delle parole spacciati per diplomazia, democrazia e giustizia umanitaria.

Non ne posso più di sentire che gli uomini e le donne si arruolano per "campare" meglio e le forze armate che li rappresentano rivendicano il loro amor patrio.

Non ne posso più, non ne possiamo più della guerra , di sentire i pianti delle donne dei soldati, il loro dolore acuto e profondo.

Andatevene via dall’Iraq, subito. Andatevene via dalle terre dove siamo complici della guerra.

E’ ora che diventiamo donne e uomini, in cerca di pace, che il potere ci sta quotidianamente rubando.

Doriana Goracci

Messaggi

  • Se ne andassero laggiù armate di mattarello
    a riportare a casa a mattarellate i figli, mariti,
    fratelli, conviventi.
    Oh sempre meglio una sana mattarellata femminea!

    na lo vogliono veramente?

    vittoria

    • Se si arriva a proporre una persona come Oriana Fallaci alla carica di Presidente, se si propone uno come Andreotti alla carica al Senato e ci si mette pure a discutere di ciò e poi Pera e Moratti e ne parliamo...c’è chi osa e ribatte, che margine abbiamo di protesta, per non diventare violenti, per denunciare, per dire tutta la nostra rabbia e il nostro scontento?
      Chi dobbiamo aspettare, quale sigla partito movimento deve rappresentarci? La Spagna la Francia la Germania, ci hanno dato esempi, seppure con governi diversi, nell’ambito europeo di una reale volontà del popolo. Se questo è il sentire italiano,e il voto ne ha dato conferma, se cominceranno le costernazioni e il non ritiro immediato, come da promessa, beh ...è chiaro che devo lasciarvi tutte le lacrime dei prossimi giorni, per quanto autentiche esse siano.
      E non ci sono marce per la pace e bandiere arcobaleno che tengano e che me ne sono fatte a iosa. E’ il tempo dei fatti, e chi è al governo è pagato per farli.
      Doriana

    • Doriana, chi è al governo, qualunque governo, è pagato per fare gli interessi di chi sta al potere, non per fare il proprio dovere, come se il dovere fosse un valore a sè, neutro. I valori ce li scegliamo noi, ognuno per se stesso e ognuno di noi ha i suoi valori.
      Io NON ho il valore della Patria, anzi mi sembra un contro-valore, altri invece ritengono che "bisogna sentirsi Italiani!"

      Chi sta al Governo comunque farà il suo vero dovere, servire gli interessi del capitalismo italiano e internazionale. Perchè questo è il loro dovere, scelto da chi lo deve fare perchè eletto da quella porcata che sono le Elezioni in quella porcata di regime che è la Democrazia, altro contro-valore(per me), dato che Democrazia, Fascismo, democrazia autoritaria o democrazia meno autoritaria sono semplicemente interscambiabili tra loro a seconda di quelli che sono gli interessi del Capitalismo ma anche a seconda dei rapporti di forza tra Oppressi e Oppressori.

      Io non credo che i familiari dei militari vittime dell’ultimo attentato abbiano intenzione di convincere i loro cari che stanno facendo un mestiere brutto assai e cioè il mestiere degli OCCUPANTI che necessariamente devono confrontarsi con la Resistenza iraquena, Resistenza confusa, assai poco comprensibile qui da noi e con valori ben diversi rispetto alle Resistenze di altri paesi, MA QUELLA E’ LA RESISTENZA IRAQUENA CHE GIUSTAMENTE SI BATTE, CON LE ARMI E NON CON I GIOCATTOLI, ALLA PRESENZA DELLE TRUPPE OCCUPANTI NEL LORO PAESE.

      La responsabilità di tutto questo è sì dei Governi che manda la carne dei soldati a farsi macellare, ma è anche di tutti quelli che decidono liberamente di fare il loro sporco mestiere e cioè dei soldati stessi che sono volontari adulti e non bambini senza responsabilità. E la responsabilità è anche dell’ambiente in cui sono vissute quelle persone che hanno scelto di fare lo sporco mestiere del soldati di professione, quindi MERCENARI DI PROFESSIOE, MERCENARI PAGATI PER OCCUPARE, AMMAZZARE E QUINDI A RISCHIO DI ESSERE AMMAZZATI E PAGATI QUINDI ANCHE PER QUESTO.

      Non ho nessuna lacrima da versare, nessuna. Non verso lacrime per chi, con la scusa di guadagnare soldi, va ad occupare, ammazzare, opprimere in un altro paese.

      E non chiedo neppure al Governo di intervenire, non chiedo più niente a nessuno.

      Gli italiani se ne andranno dall’Iraq o perchè battuti militarmente sul campo(con mia grande contentezza) o perchè gli italiani e non il Governo imporranno con manifestazioni forti la volontà degli italiani stessi di veder ritirati i soldati italiani occupanti pagati per ammazzare e farsi ammazzare. Al Governo non chiedo niente.

      Mi felicito caldamente con la Resistenza Iraquena e mi ssento dalla loro parte

      Michele

    • caro michele, ora che il color del tuo partito siede al governo, come mai non vai in piazza a manifestare?.---//
      Dove sono le4 migliaia o addirittura i milini di pacifisti scesi in piazza durante il governo berklusconi?
      E dire che da tale peridodo nulla è cambiato, i mercenari comne tu li definisci si trovano ancora in tutte le aree del mondo compreso il tuo Iraq dove fardelli di combattenti (pro saddam), rei di migliaia di massacri di civili prima e dopo la caduta del regime, uccidono i nostri soldati...
      Mi permetto di dirmi che a noi militari nulla importa che non hai e non verserai mai una lacrima per i fratelli morti.
      Non abbiamo bisogno di gente della tua risma, non abbiamo bisogno di gente che non si sente patriota o Italiano?
      se veramente l’italia non ti piace, puoi sempre chiedere rifugio in Iraq, assaggiare la democrazia del paese!!!!!!!!!!!
      scusami per il mio sfogo, ma sono vermante stufo di sentire pseudo pacifisti che hanno come loro unico compito fre bla bla bla e poi bla bla bla
      Spèero di vederti presto in piazza insieme ai signori della sinistra che tanto hanno combattuto per il ritiro delle truppe di OCCUPOAZIONE, ma che oggi occupano le migliori poltrone del governo e che aimè tanto non vogliono perdere
      PAce e Amore fratello italiano

    • Michele non ha "partito".
      Sarebbe bastato leggere più attentamente il suo intervento per capirlo.
      E magari leggerlo senza essere ottenebrati da berlusconismo d’accatto .....

  • E ADESSO VIA DALL’IRAQ. SUBITO!

    Editoriale di Radio Città Aperta - Giovedì 27 aprile

    Ancora morti a Nassirya. Questa volta non è toccato agli irakeni uccisi ogni giorno nei bombardamenti e nei rastrellamenti, o a quelli rapiti e giustiziati con un colpo alla nuca dagli squadroni della morte o dai servizi segreti delle potenze occupanti. Tutte vittime senza volto e senza nome, e quindi inesistenti per una opinione pubblica occidentale ormai assuefatta e distratta.

    Questa volta è toccato ai militari italiani, di nuovo. Di loro "Porta a Porta" e "La vita in diretta", con il morboso e voyeuristico interesse che tanto appassiona milioni di spettatori, ci diranno tutto: chi erano, quanti anni avevano, quali sogni perseguivano, quanto gli volevano bene fidanzate, mogli e genitori. E l’Italia, invasa dalla retorica patriottarda bipartizan che si appresta a celebrare la potenza delle nostre forze armate con la parata militare sulla via dell’Impero di Mussoliniana memoria, avrà nuovi eroi, nuovi martiri da immolare sull’altare della patria. Dall’altra parte i soliti terroristi, gli islamici, gli uomini di Bin Laden. Da annichilire.

    Lo abbiamo detto fin dall’inizio: che i primi responsabili delle morti in Iraq, di quelli che cadono sotto i colpi degli occupanti e di quelli che cadono sotto i colpi della Resistenza, sono i governi che hanno deciso di mandare migliaia di soldati ad ammazzare e a farsi ammazzare in terra irakena in nome del petrolio e della superiore civiltà occidentale.

    In Italia la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, nonostante la propaganda guerrafondaia, continua a volere la fine della partecipazione italiana all’occupazione dell’Iraq. Ma le dichiarazioni del probabile futuro premier Prodi all’indomani della pur risicata vittoria elettorale non lasciano ben sperare. I se e i ma sono così tanti da mettere in ombra la promessa di ritirare i militari italiani da Nassirya. "Lo faremo solo in accordo con il governo di Baghdad" ha ribadito più volte il capo del centrosinistra facendo finta di non sapere che i ministri dell’esecutivo irakeno si decidono a Washington.

    Un escamotage per mantenere l’occupazione dandone un’immagine più soft - e quindi più facile da giustificare per i ministri "comunisti" e "pacifisti" - potrebbe essere quello di ritirare i militari e mandare i carabinieri, come se Nassirya fosse Napoli o Palermo e il problema fosse quello di aiutare gli irakeni a mantenere l’ordine pubblico.

    Di lasciare l’Iraq, quindi, non se ne parla nemmeno, e fanno spavento i balbettii di una sinistra che si definisce radicale ma che non punta i piedi su una questione, quella del ritiro, su cui sa di poter contare sull’opinione favorevole della maggioranza dell’opinione pubblica. Una sinistra radicale che invece non ha neanche un sussulto di dignità quando dall’ambasciatore di uno Stato violento e illegale come Israele piovono accuse di "fascismo" a chi brucia due bandiere.

    E’ più grave bruciare due bandiere o ammazzare ogni settimana decine di persone in nome di un’ideologia razzista e colonialista come quella sionista? Vale la pena di mandare al macero la propria dignità e i propri valori in nome di una poltrona in più nel prossimo governo? Vale la pena di morire, e di farsi ammazzare, per difendere gli interessi dell’ENI a Nassirya?

    Crediamo di no, e continueremo a ribadirlo. Anche il 2 giugno, fino a prova contraria festa della Repubblica nata dalla Resistenza e non celebrazione degli eserciti occupanti.

  • PRESIDIO A MILANO - La pace è l’unica sicurezza

    LA PACE E’ L’UNICA SICUREZZA

    DOLORE E CORDOGLIO PER LE VITTIME DI OGGI E PER TUTTI I MORTI IN IRAQ

    RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ITALIANE SOSTEGNO AL POPOLO IRACHENO

    Questa mattina un attentato a Nassirya ha provocato la morte di 3 militari italiani e un rumeno.

    Ancora come nel novembre del 2003 soldati italiani sono vittime della guerra in Iraq: quella guerra voluta dal presidente statunitense in violazione del diritto internazionale e trasformatasi nell’occupazione militare a cui partecipano le truppe italiane di stanza a Nassirya, per volontà del governo Berlusconi, contro l’opinione pubblica italiana, che più volte ha manifestato contro la guerra e la partecipazione italiana ad essa.

    Una guerra che non solo non ha portato "pace e democrazia" in Iraq (ma violazione dei diritti umani, torture, morti) ma ha favorito la crescita della violenza e dei terrorismi, di cui sono vittime decine di donne e uomini ogni giorno.

    "Oggi non è il momento delle divisioni", si dice, ma certamente è il momento della chiarezza e della necessità di una decisione politica precisa: le truppe italiane devono essere ritirate dall’Iraq, il nostro paese non deve partecipare all’occupazione militare.

    Quando sarà finita l’occupazione militare, quando anche i nostri "alleati" ritireranno le loro truppe, sarà allora il momento in cui l’Italia potrà e dovrà contribuire alla ricostruzione materiale e sostenere la riconciliazione politica e civile e il processo democratico iracheno.

    Esprimiamo il nostro dolore e la nostra solidarietà alle famiglie dei militari morti a Nassirya, come in questi anni abbiamo manifestato il nostro dolore per le migliaia di donne, uomini e bambini iracheni.

    Chiediamo a tutte/i coloro che hanno manifestato con noi in questi tre anni di tornare oggi nelle piazze - perché convinte/i davvero che "la pace è l’unica sicurezza".

    A Milano partecipiamo al presidio indetto da Cgil-Cisl e Uil alle ore 17.30 in piazza S.Babila.

    Arci Milano, Gruppo Bastaguerra Milano, Fiom, Sincobas, Ass. Sinistra Rossoverde, Berretti Bianchi, Attac Milano

    • ma

      ma i punti dispersi, nel mondo di nassirya
      ma i punti dispersi, nelle sciocchezze di nassirya
      ma i punti dispersi nelle vittime dei corpi
      ma i punti dispersi di queste bare che tornano ancora a casa
      ma i punti dispersi nelle sciocchezze dei politici
      ma i punti dispersi nel dolore delle famiglie
      ma i punti dispersi nei colori che diventano in bianco e nero
      ma i punti dispersi nessuno sa dove son finiti

      by guido arci camalli arci guernica

      usciamo dal irak ora subito

  • Le famiglie dei familiari uccisi dicono: no al ritiro
    *
    Beh, che vadano loro a combattere, no?

    ma guarda che te cavolo di ipocrisia, da 24 ore non si ascolta che
    ipocrisia, tipo "sono morti per la Patria"... La patria? La mia patria
    non è né l’Onu, né la Nato. La mia patria è la mia coscienza che mi
    impera kantianamente di stare contro la guerra e contro chi la fa.

    Nessuna lacrima per i servi di Bush*
    Federico

    • è una stupida strumentalizzazione, io non penso le famiglie pensino questo, sai è passato in secodo piano che un militare, è andato in irak, non perchè lo voleva, ma perchè non aveva soldi per comprarsi una casa, io piango i soldati americani perchè vittimwe della follia di bush, io piango sulle lacrime di pisanu, che dovrebbe chiedere scusa, per quello, che ha fatto hai famigliri di di quelle 29 vittime , non eroi ma vittime degli sbagli del nostro governo, oggi berlusconi, non ha osservato il minuto di silenzio, è una vergogna che nessuno ne parli è una vergogna.

    • Siccome un giornalista de
      il giornale.it ha citato quello che ho
      detto su indy

      http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=85241

      rivendico che ho detto pure questo:

      vedo che

      il dibattito è proseguito con qualche punta alta, solo da parte di Pkrainer
      in verità.

      Fuori da ogni ipocrisia e parlando veramente in modo RISPETTOSO della
      verità:

      E’ inutile tirare in ballo la bubbola di qualunque lavoro va rispettato, da
      quello in uniforme a quello del parlamentare
      a quello salariato.
      Vogliamo cominciare a mettere i puntini sulle i?

      Il lavoratore salariato non trova la sua dignità o il suo rispetto in quanto
      prestatore di mano d’opera, ma quando si ribella a questa condizione di
      sudditanza, per metterla semplice, senza fare citazioni di sacri testi, cosa
      che in genere non faccio.
      La dignità e il rispetto gli è riconosciuta solo quando si ribella alla
      condizone di pepetuare lo stato del profitto e del dominio.

      Parlare di parlamentare e governanti come lavoratori è il massimo della
      buffonata, è vero che la "gente" li vota, ma sapendo benissimo che sono una
      manica di "papponi", in genere è l’appellativo più gentile che gli
      riservano.
      Non vorrei che qualcuno si facesse ingannare ,dal fatto transitorio per
      altro, delle percentuali dei votanti.
      Nessuno neppure quelli che sono andati a votare hanno rispetto e men che
      meno fiducia negli "statisti", escluso la solita mappatella di persone
      iscritti a questo o quel partito o perchè gnoccoloni o per interesse.

      In merito a coloro che indossano una divisa, qualsiasi divisa, senza
      arrivare a casi limite che possono essere accaduti ad alcuni di noi, che
      hanno provato la loro protervia, è indubitale, che ciascuno poi ha avuto nel
      suo piccolo quotidiano una storia con uno indivisa, da una multa ingiusta a
      un mandato di ufficiale egiudiziario.
      Per non parlare di tutti i proletari che escono ed entrano dalla galera
      perchè invece di andare a far il militare vanno a rubare per campare.
      Quindi non sono considerati lavorati comuni.
      Insomma non raccondiamoci sempre le balle che sentiamo da chi sta al potere!
      Il fatto stesso di indossare una divisa li fa diventare i guarduani dello
      Stato, cioè della controparte della maggioranza che subisce il potere.
      E ci sarà pure qualcuno che è una brava persona tra di loro, ma che
      significa? pure fra i ladri e fra i sovversivi ci sono brave persone.
      Magari posso riconoscergli che deve costargli non poco lo sforzo di essere
      brave persone in una organizzazione gerachica, tutto qui.

      Ora, cara Doriana, al di là del clima sciropposo che va tanto di moda di
      questi tempi, tra l’altro falsamente sciropposo, solo qualche scemo vede
      tutta sta melassa che cola, tutta sbavatura di voleseme bene; c’è il dato
      STORICO che questi in divisa e l’arma dei sempe fedeli allo stato sono stati
      sempre contro chi si ribellava, gli hanno sempre sparato adosso o
      manganellati o mazzoccati o torurati nelle caserme o in carcere.
      Da bava beccaris e via via.
      Senza annà a cerca nella storia antica.
      I militari e gli sbirri so’ stati sempre quelli.

      Chiaro? è una semplice constazione di verità storica.

      Per cui il paragone non la Sgrena non regge proprio
      per i ma e i pro-ma

      vittoria oliva