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E adesso ribelliamoci tutti !!!

Publie le lunedì 7 agosto 2006 par Open-Publishing
5 commenti

Dazibao Movimenti

Adesso anche la Calabria ha la sua legge-vergogna: con il pretesto di una poco credibile tutela della “privacy” la Giunta ed il Consiglio Regionale calabrese violano il sacro principio della trasparenza negli atti amministrativi, inserendo furtivamente nella legge di bilancio un articolo che impedisce la pubblicazione degli atti amministrativi - e dei conseguenti impegni di spesa - della Regione sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria, impedendo di fatto qualsiasi controllo democratico da parte della società civile e della stampa libera su fatti e misfatti delle oscure stanze del potere regionale.

Ebbene non c’è che una risposta da dare: ragazzi, torniamo nelle piazze e scendiamo in strada per difendere la legalità e la democrazia in Calabria, così come all’indomani del 16 ottobre siamo scesi nelle piazze di Locri e di tutta la Calabria per urlare il nostro "no" alla mafia ed alla violenza.

Questo a dispetto di chi dice che “siamo strumentalizzati dalla politica”.

Non ci limitiamo a registrare, giorno dopo giorno, la deriva ipocrita ed antidemocratica della nostra povera regione.
Dobbiamo dire a tutti come stanno le cose, e cioè che se fino ad ieri, ad esempio, consultando il Bollettino Ufficiale della Regione Calabria potevamo sapere che alla Presidenza del Consiglio Regionale lavora un pompiere che invece dovrebbe essere in servizio a Torino, forse solo perché segretario provinciale dell’organizzazione giovanile di un partito, o che "stranamente" una ragazza toscana lavora per chiamata diretta presso il Call-center della Regione, o peggio ancora che il nostro Presidente Loiero ha deliberato centinaia di migliaia di euro in non meglio identificate iniziative di antimafia di parata, adesso tutto questo non lo sapremo più.

Da oggi la trasparenza degli atti della nostra Regione andrà a farsi benedire per motivi di “privacy”... O forse sarebbe meglio dire per motivi di “privazione”, privazione del nostro diritto di conoscere fatti e misfatti della nostra classe politica.

Ma questa volta non gliela faremo passare liscia.
Ai nostri amministratori diciamo che i “ragazzi di Locri” non vanno in vacanza, e l’appello lo rivolgiamo non solo ai giovani ma a tutta la società civile, a chi lotta per sopravvivere, alla gente onesta, ai padri ed alle madri di famiglia, ai lavoratori agricoli, agli artigiani, alle studentesse ed agli studenti, ai disoccupati, a quei ragazzi costretti a lavorare in nero pur di portare un pezzettino di pane in più nelle proprie famiglie: RIBELLIAMOCI!
Mentre voi, mentre NOI lottiamo per la sopravvivenza prima che per l’illegalità diffusa, LORO potranno continuare a sperperare, oramai nella segretezza più assoluta, centinaia di migliaia di euro alle nostre spalle, accontentando fidi compagni di partito, parenti, compari e comparucci.
Questo bisogna dire ai calabresi, perché questo INTERESSA ai calabresi, e questo dobbiamo anche far sapere all’opinione pubblica nazionale.
Facciamo perciò appello a tutti i calabresi onesti affinché assieme a noi scendano di nuovo in piazza ad urlare il proprio sdegno, e ad esigere quei sacrosanti valori della legalità che non hanno colore politico alcuno, né di destra né di sinistra.


PER EVENTUALI QUERELE, DENUNZIE, MINACCE, DIFFIDE, NOTIFICHE:
Aldo Pecora, via On. Longo n°35 - 89024 Polistena (Rc)

Indirizzo web :www.aldonline.it

Messaggi

  • MA LA PACE NON VA IN VACANZA? DOVE SON FINITI I PACISTI? O ERANO FINTI PACIFISTI ? E LE BANDIERE SUI BALCONI? CHE AVETE PAURA DEL ANTISEMITISMO?

    OGGI APPARE STRANO L’AVER MANIFESTATO IN MASSA PER UNA GUERRA INGIUSTA SUL IRAK, ANDARE A ROMA AD NEW YORK IN TUTTO IL MONDO, E POI SCOPPIA UNA GUERRA IN LIBANO E TUTTI ZITTI NESSUNA BANDIERA SUI BALCONI, IO C’è LO ANCORA, E INTANTO LA GUERRA IN IRAK C’è ANCORA, IN AFGANISTAN ANCHE, ANZI SI RISCHIA DI FAR CADERE UN CADERE UN GOVERNO PER L’AFGANISTAN, E POI IN LIBANO LA GENTE MUORE, E TUTTI TACETE, NESSUNA BANDIERA DELLA PACE COME MAI? CHI ME LO PUò SPIEGARE ? A PER NON DIMENTICARE IL RAPIMENTO DI CLEMENTINA CHE NESSUNO A CAGATO, E LE ALTRE GUERRE NEL MONDO ?

    Sri Lanka: è nullo il cessate il fuoco
    Sri Lanka
    Inviato da Paolo Tosatti
    sabato, 05 agosto 2006 15:40

    Foto WN

    Circa 100 persone sarebbero morte questa mattina nei pressi della città di Muttur, in Sri Lanka. La strage sarebbe stata causata dalle Tigri tamil, che avrebbero aperto il fuoco sulla folla della comunità musulmana del nord del Paese, che dall’altro ieri sta tentando di abbandonare la zona, in cui infuriano violenti scontri da una decina di giorni. Lo riferiscono fonti Ansa.
    (Ultimo aggiornamento sabato, 05 agosto 2006 17:00 )
    Continua...

    Darfur: soldati di Khartoum rompono accordo sulla sicurezza dei civili
    Sudan

    Foto: Getty ImagesIl governo sudanese tradisce l’accordo di maggio sulla sicurezza dei civili in Darfur. Durante la scorsa settimana le truppe di Khartoum, appoggiate dalle milizie arabe Janjaweed, hanno attaccato gli uomini del Justice and Equality Movement (Jem) e altri gruppi ribelli nella zona di Jebel Moon.
    (Ultimo aggiornamento sabato, 05 agosto 2006 16:53 )
    Continua...

    Colombia: escalation di violenza
    Colombia
    Inviato da Francesca Nugnes
    martedì, 01 agosto 2006 13:29

    Sono almeno 18 le vittime dell’ultima ondata di violenza che ha colpito la Colombia. Un gruppo di ribelli ha fatto esplodere un’autobomba nella capitale ed una bomba in una provincia sud-occidentale. Si tratta di uno dei giorni piu’ sanguinosi dell’ultimo anno, tutto a distanza di una settimana dall’inizio ufficiale del secondo mandato del Presidente Uribe.
    (Ultimo aggiornamento mercoledì, 02 agosto 2006 01:48 )
    Continua...

    Dopo più di quarant’anni finalmente elezioni libere

    Si conosceranno probabilmente solo fra tre settimane i risultati di queste prime elezioni libere tenutesi domenica scorsa nella Repubblica Democratica del Congo dall’indipendenza dal Belgio nel 1960 ad oggi, nelle quali sono stati chiamati a votare più di 25 milioni di persone su una popolazione di 60 milioni di persone: e c’è anche la possibilità di un secondo turno a fine ottobre se nessuno avrà la maggioranza in questa prima tornata, il vincitore dovrà infatti ottenere almeno il cinquanta per cento dei voti. In alcune aree le schede di votazione erano costituite da sei pagine.
    (Ultimo aggiornamento mercoledì, 02 agosto 2006 01:53 )
    Continua...

    Inoltre...
    Due guerre in Afghanistan
    Bombe sulla capitale non fermano colloqui di pace
    Truppe etiopi arrivano a Baidoa
    Afghanistan: alla guerra si aggiunge lo spettro della fame
    I ribelli attaccano un campo profughi

    L’approfondimento
    Foto wn Viaggio a Srebrenica
    Jasmine ha 44 anni, ma ne dimostra trenta di più. Vive in un ostello dignitoso per profughi alle porte di Sarajevo assieme a suo figlio di otto anni; lei, con un’altra famiglia, è scampata miracolosamente al massacro di Srebrenica, quando nel luglio del 1995 in quattro giorni ottomila musulmani furono trucidati dalle truppe cetniche di Mladic, il comandante militare dei serbo bosniaci, ricercato dal tribunale dell’Aja con il capo d’imputazione di genocidio.
    Leggi tutto...

    Ritratto del Darfur
    Simone Stefanelli è un giovane fotografo di sicuro talento. Recentemente ha compiuto un difficile viaggio in Sudan, raggiungendo i campi profughi allestiti dalle agenzie internazionali nella regione del Darfur, al confine con il Chad. Le immagini che ci ha inviato sono qualcosa di più di semplici fotografie.
    [vai alla galleria]

    Warnews/Blog

    Uso della pena di morte nel mondo
    Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
    Vai a: Navigazione, cerca

    Questa pagina è da controllare

    Questa voce necessita di essere controllata, (vedi l’elenco delle pagine da controllare). Per maggiori dettagli vedi la pagina di discussione. Se ti ritieni competente in materia, contribuisci a correggere questa pagina e poi rimuovi questo avviso. (pagina segnalata nel mese di marzo 2006)
    Motivazione: vi sono alcune inesattezze o comunque incoerenze nella terminologia giuridica utilizzata esempio: "crimini seri commessi in tempo di guerra" (non penso possano esistere reati non seri), "guidamento e participazione a complotti per rovesciare il governo". Segnalo inoltre che il tag viene regolarmente tolto una volta corretti gli esempi segnalati ma la terminologia giuridica è tutta da controllare Segnalazione di Tanarus 20:58, 30 nov 2005 (CET)

    I paesi che mantengono l’uso della pena di morte nel mondo (al 2005) sono 74, quelli che non applicano condanne a morte da più di 10 anni sono 28, quelli che mantengono la pena di morte per circostanze eccezionali sono 9 e quelli che la hanno abolita

    • E’ inutile dire: scendiamo tutti in piazza!
      La gente in piazza non ci scende più! Ne’ per il Libano ne’ per altro.
      Ormai ogni volta che qualcuno organizza qualcosa arrivano 30 persone se va bene.
      Quante ce n’erano accanto a Di Pietro contro l’indulto? C’era questi qui che sul blog straparlano? No, ne sono sicura. Chi grida tanto di piazze in piazza non c’è andato mai.
      Quante persone ha messo in piazza il Polo? Così poche che ogni sua manifestazione è stata un flop.
      Per la pace scesero sulle piazze del mondo 110 milioni di persone. E’ successo qualcosa?
      Si sperava di bloccare l’inizio di una spirale. Ora la spirale è impazzita e non si riesce più nemmeno a districare le responsabilità dell’uno o dell’altro, la gente rinuncia, ce la da su. E’ atroce ma non so cosa altro dire. Io in piazza ci sono scesa fin che ho potuto, ora basta. Non ce la faccio piu’. Non me la sento.
      C’è chi è sceso in piazza per tutte le manifestazioni a difesa del lavoro e a difesa della pace. E’ successo qualcosa?
      Fini, ogni 2 minuti, grida che passerà alle piazze. Ma quali? Ma non diciamo fesserie!
      C’è gente che si è stracannata per scendere in piazza, che ha dedicato alla piazza i suoi tempi migliori, e ora è satura, non ne può più.
      .. e scendiamo per la pace...e contro Israle..e per avere partiti migliori.. e scendiamo per difendere la Costituzione.. e il posto di lavoro...e i pensionati... e gli handicappati... e contro l’ONU.. e il precariato...
      Se si dovesse scendere in piazza per tutto quello che non va dovremmo accamparci in permanenza sulle piazze. C’eì chi lo ha fatto (Ucraina), pure sotto la neve, e ora si trova peggio di prima. Facciamo la rivolta rossa, la rivolta arancione, la rivolta vedere...Basta!
      Saturi!
      Siamo saturi!
      Accanto a Pecoraro Scanio ci sono 12 persone se va bene.
      Zanotelli lo ha cacciato perfino Beppe Grillo.
      Provi Fini a scendere in piazza con i suoi 4 cani neri! Figuracce!
      I pacifisti non ci provano nemmeno piu’ a fare manifestazioni.
      I leghisti hanno addirittura rimandato 2 volte il loro raduno a Pontida, per paura di non avere lì nemmeno i loro cloni! I pacifisti riflettono e al massimo organizzano girotondi sulla spiaggia.
      Lo so che in Francia ecc... ma non siamo in Francia. Punto.
      Qui il livello politicizzato e piazzaiolo della gente cala. Anche perche’ o uno strumento serve a qualcosa, o abbiamo figuracce come al G8, a Piazza del Plebiscito, in Valsusa, allo sciopero dei tassinari...
      Cofferati fece qualcosa di irripetibile, 5 milioni, ora non porterebbe in piazza nemmeno il consiglio comunale di Bologna.
      Sono tempi grami, dove la gente tiene stretto quel poco che ha, se sono privilegi da tassinari o da commercianti meglio, dove girano pochi soldi, dove perdere una giornata di lavoro nemmeno a pensarlo, e dove anche un biglietto di treno pesa e dove il cuore e’ freddo di rabbia diversa e dove domina lo scetticismo.
      Il morale è basso, cova un risentimento diffuso e torvo ma, quello, non scende in piazza, e poi dietro chi?
      Se volete gente in piazza, fate vincere la coppa del mondo, fate un concerto gratis, organizzate una distribuzione gratuita di spinelli, chiamate Madonna... Il resto: fischia.
      Occorrono nuovi strumenti di lotta e protesta. Ma quali?
      viviana

  • COMUNICATO STAMPA

    Legge d’agosto, imbroglio nascosto: e da oggi non gli concediamo più il titolo di “onorevole”.

    Lamezia Terme, 5 agosto 2006

    Davvero dobbiamo ammettere che ci eravamo cascati.
    Tutte quelle belle parole sulla trasparenza, sulla “casa di vetro”, sul “palazzo di cristallo” che erano state spese a fiumi nel programma della coalizione di centrosinistra che sosteneva la candidatura dell’On. Agazio Loiero alla presidenza della Regione Calabria ci avevano quasi convinto che presto il dramma della disoccupazione calabrese sarebbe stato solo un brutto ricordo in quanto per produrre tutto quel vetro e quel cristallo si sarebbero certamente dovute aprire fabbriche ed industrie vetraie a iosa nella nostra regione, tanto da assorbire non solo la manodopera locale disponibile ma da farci diventare un nuovo miracolo italiano, come il mitico nord est.
    Ma che ne potevamo sapere noi, poveri illusi, che il vetro utilizzato dalla premiata ditta Loiero, Adamo & C. per la “casa di vetro” che ci avevano promesso sarebbe stato vetro fumée, come quello usato nelle auto blindate per non far vedere da fuori nulla di chi viaggia all’interno?
    Come potevamo immaginare, noi che abbiamo un’immagine ancora romantica della “politica come servizio ai cittadini” che il cristallo con il quale si voleva edificare il nuovo “palazzo del potere” era cristallo blindato a prova di controllo democratico della società civile?
    Ecco i nostri governanti, amici calabresi.
    Si sono chiusi ermeticamente dentro il loro bunker, sempre più cinici, sempre più auto-referenziali, sempre più arroganti, ma in compenso sempre meno rispettosi di noi cittadini-elettori che li guardiamo attoniti dopo aver dato loro fiducia nelle parate come “l’Assemblea dei Grandi Elettori” e nei momenti seri come il voto.
    Il 5 agosto hanno votato un articolo nella legge di bilancio che, come spesso succede nelle “leggi d’agosto” volevano far passare inosservata: in pratica non si pubblicheranno più sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria gli atti – ed i relativi impegni di spesa – della Giunta e del Consiglio Regionale.
    Per capire la portata di questo provvedimento basti pensare che se ci fosse stato in precedenza non si sarebbe saputo nulla dello scandalo conosciuto con il nomignolo di “parentopoli”, e cioè la gestione “allegra” delle assunzioni di mogli, figli, fratelli, cognati zii, nipoti e comparucci vari di consiglieri ed assessori regionali negli uffici ed a spese della Regione Calabria.
    E se non hanno avuto vergogna di farlo con la trasparenza e la pubblicità degli atti, pensate cosa potrebbero essere capaci di fare questi politici ora che fanno scendere sugli atti della Regione il velo oscuro dell’omertà.

    Questa è la più vergognosa delle “leggi-vergogna” che nemmeno nel peggiore degli incubi ci saremmo aspettati di vederci imporre da gente che credevamo veramente “devota” alla legalità, tanto per fare nomi e cognomi, come il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Bova ed il vice presidente dell’Assemblea Demetrio Naccari Carlizzi, o da assessori come Diego Tommasi o Michelangelo Tripodi.
    Da alcuni dei nostri politicanti ci aspettavamo questo ed altro. Ma da qualcuno no, proprio no, e continuiamo romanticamente a sperare che le loro coscienze si ribellino, come è già avvenuto per il consigliere regionale socialista On. Salvatore Magarò. Se lui ha avuto la schiena dritta, possono dimostrare di averla anche loro.
    Altrimenti dovremo rassegnarci a prenderne atto, con tutte le conseguenze politiche ed etiche del caso.
    Lanciamo una proposta: non concediamo a nessuno di coloro che approveranno questo abominio antidemocratico il titolo di “onorevole” che ci avevano insegnato ad anteporre davanti al nome dei nostri rappresentanti regionali.
    Finchè non verrà ritirata la norma vergognosa non li chiamiamo più “onorevole”. Non lo meritano più.
    E prepariamoci a difendere con le unghie e con i denti, come ci hanno insegnato i nostri partigiani, il diritto alla democrazia ed alla partecipazione come principio irrinunciabile di libertà.

    Centro Studi Regionale “G. Lazzati”

  • Bur. Non potranno essere rese note situazione patrimoniale e iscrizione ai partiti
    Restrizioni su quattordici punti
    Etnia, razza, stato di salute: vietata la pubblicazione

    Sono in tutto 14 gli argomenti che quando saranno trattati sul Burc dovranno tener conto delle restrizioni del "Codice in materia di protezione dei dati personali".
    Tutti gli argomenti sono contenuti in un elenco, allegato alla proposta di Regolamento, e composto di singole schede. In ognuna delle quali è espressamente chiarito quali siano i dati da tenere segreti.
    Prendiamo ad esempio il primo argomento, quello delle "Nomine e designazioni". Nella fattispecie si potrà sapere tutto, compresa la retribuzione e le generalità, ma non si avrà accesso ad informazioni relative all’etnia e la razza, allo stato di salute, all’adesione a partiti, sindacati o associazioni e alla fedina penale.
    E così via per tutti gli altri 13 argomenti. Ognuno ha specifiche prescrizioni, che in linea di massima sono comuni tra loro. Il secondo argomento è la "Istaurazione e gestione del rapporto di lavoro del personale" e il terzo le "Assicurazioni rischi di morte, invalidità permanente e temporanea, dipendenti da infortuni o infermità, e assicurazione infortuni consiglieri assessori regionali in carica".
    Non potranno essere resi noti alcuni dati relativi all’Anagrafe patrimoniale dei titolari di cariche elettive e cariche direttive", né la "gestione economica, fiscale e previdenziale delle indennità, degli assegni vitalizi e delle reversibilità dei consiglieri, ex consiglieri ed assessori". Il punto cinque riguarda le "attività di tutela amministrativa e giudiziaria", il sesto la "difesa civica regionale e provinciale" e il settimo gli "strumenti di democrazia diretta (iniziativa legislativa popolare, petizioni e referendum)". All’ottavo punto dell’elenco si trova la "attività politica, di indirizzo e di controllo ­ sindacato ispettivo" e al nono "la verifica dell’elettorato passivo e i requisiti per l’esercizio del mandato". Seguono il "riconoscimento inabilità totale e permanente al lavoro degli eletti alla carica di consigliere regionale" e "la documentazione dell’attività istituzionale del Consiglio regionale e degli organi consiliari". Concludono "insindacabilità consiglieri regionali", il "patrocinio legale ­ rimborso spese legali agli amministratori e dipendenti regionali per fatti e atti connessi all’espletamento del servizio o del mandato" e, infine le "attività del comitato regionale per le comunicazioni". Visto così, si tratta di un elenco che comprende tutto e niente. In effetti, può capitare che in ogni frangente della vita amministrati ci si trovi di fronte al rischio di infrangere il diritto alla privacy. Ed è per questo che ogni capitolo è corredato da una scheda esplicativa dei dati da tenere in considerazione e di alcuni casi concreti.
    Ed ecco ad esempio perché alcuni dati dell’anagrafe patrimoniale dei consiglieri non può essere divulgata.
    "La dichiarazione patrimoniale dei consiglieri viene acquisita dagli uffici competenti. Da alimenti contenuti nella dichiarazione integrale dei redditi si possono desumere dati sensibili come ad esempio: i vari codici di identificazione che contraddistinguono gli oneri per i quali è prevista la detrazione d’imposta spettante per erogazioni liberali in denaro a favore di movimenti e partiti, oppure di erogazioni in denaro a favore di organizzazioni di utilità sociale, iniziative umanitarie, religiose o laiche, gestite da fondazioni, associazioni, ecc.". detrazioni che sia giungono a quelle per "spese mediche e di assistenza". Insomma, un dedalo di informazioni che non possono essere considerate di valore pubblico, ma che piuttosto appartengono alla sfera privata".
    g. b.

    http://www.ilquotidianocalabria.it/articolo.asp?nomefile=15-qq4-0908-art_1.txt

    Ecco perché si è creato l’equivoco
    Il comma eliminato

    E’ possibile che molta della confusione che si è ingenerata in questi giorni a proposito della privacy e dei materiali pubblicabili sul Burc sia dovuta alle norme previste nell’ambito della finanziaria approvata venerdì notte dal Consiglio regionale. Nel collegato all’assestamento di Bilancio, infatti, si trova l’articolo 29 con il quale si emenda una legge e si abroga il comma di un’altra.
    Come già accennato (in un altro articolo pubblicato su questa stessa edizione), la legge regionale numero 19, del 4 settembre, 2001 all’articolo 50 comma due recitava che "sono inoltre pubblicati nel Bollettino Ufficiale: a) le deliberazioni del Consiglio e della Giunta regionale; b) i decreti, ordinanze ed altri atti del Presidente della Giunta regionale; c) le deliberazioni o i comunicati del Presidente o dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale; d) le determinazioni dirigenziali aventi valenza esterna". Norma modificata aggiungendo che vengono pubblicati gli atti della Presidenza del Consiglio "che per loro contenuto devono essere portate a conoscenza dei cittadini, nel rispetto della privacy di persone ed enti".
    Fin qui niente di particolare. Un certo allarme lo ha generato l’abrogazione di un comma di una legge finanziari successiva alla norma del 2001. E più esattamente l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 32 della legge 8 del 26 giugno 2003.
    Nel dettaglio è stato eliminato un comma che recitava "Le delibere della Giunta Regionale, i provvedimenti amministrativi dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, del Presidente della Giunta regionale, e comunque tutti gli atti che comportino oneri a carico del bilancio regionale, devono indicare la relativa copertura finanziaria e vengono pubblicati sul Bollettino Ufficiale della Regione Calabria entro il quindicesimo giorno successivo a quello della loro emanazione".
    La domanda in molti è nata spontanea: ma perché si cancella una norma che prevede la pubblicazione sul Burc degli atti? La risposta arriva direttamente dal capo di gabinetto del Presidenza del Consiglio regionale.
    "Si trattava di una norma che prevedendo la pubblicazione di provvedimenti che comportavano impegni di spesa di fatto escludeva tutti gli altri. In rischio era che qualcuno potesse eccepire sulle norme senza impegno di spesa.
    E più esattamente sui regolamenti e su documenti come, ad esempio i codici di autoregolamentazione o i codici etici".
    Eliminando una norma successiva, insomma, resta in vigore la precedente ed è proprio questa che stabilisce come tutti gli atti debbano essere pubblicati ad esclusione dei dati contemplati dal regolamento per la privacy.

    g. b.

    http://www.ilquotidianocalabria.it/articolo.asp?nomefile=15-qq4-0908-art_2.txt

    • "Basta con l’antimafia di parata!"

      Due paroline alla signora Adriana Musella da una 17enne "ragazza di Locri"...


      Il 4 agosto scorso la Consulta Regionale Antimafia ha promosso ad Ardore (Rc) un seminario dal tema “Legalità e territorio”, al quale hanno preso parte i sostituti procuratori della DDA di Reggio Calabria e di Firenze, Nicola Gratteri ed Ettore Squillace Greco, la signora Adriana Musella, l’On. Maria Grazia Laganà, il presidente del consorzio di cooperative GOEL Vincenzo Linarello e due delegazioni di studenti provenienti dalla regione Toscana e Lazio.

      Se da un lato l’incontro si è rivelato interessantissimo, soprattutto grazie agli interventi dei due magistrati, i quali hanno ribadito quanto siano necessarie leggi più moderne per combattere la ‘ndrangheta, dall’altro è stato davvero molto deludente.

      Con amarezza ho constatato ancora quanto si perseveri nell’antimafia di parata e nella falsità più ipocrita.

      A farmi “assaporare” questa ipocrisia, che credetemi, questa volta ha sfiorato i limiti dell’assurdo, è stata proprio la signora Adriana Musella, Presidente
      dell’associazione "Riferimenti", nonché segretaria della Consulta Regionale Antimafia e non so che altro ancora ha scritto nel suo preziosissimo biglietto da visita.

      Io una cosa da aggiungere ce l’avrei: organizzatrice di parate antimafia, nonché apparente convinta sostenitrice dei ragazzi di Locri, che tanto ama ed incita, ma che quando uno di questi chiede la parola per intervenire al seminario organizzato dalla Consulta Regionale Antimafia e da lei stessa moderato, ti risponde “No, preferisco che parli un altro”. Un altro?

      La signora Musella non è colei che puntualmente ad ogni conferenza o intervista dichiara la sua vicinanza ai giovani, e invita tutti quanti a sostenerli? E però nei fatti poi si smentisce e non li fa neppure parlare. Vogliamo dare un nome a questo atteggiamento che è di prepotenza?

      Mi dispiace per la signora Musella, ma in questa nostra regione sfortunata, un giovane che vuole testimoniare il suo impegno antimafia, soprattutto se è un “ragazzo di Locri”, lo si ascolta sempre, indipendentemente dal fatto che il suo intervento sia o meno gradito dalla moderatrice del dibattito, nonché presidente di “Riferimenti”, nonchè segretaria della Consulta.

      Che bella figura ci ha fatto la moderatrice-presidente-segretaria, che rappresentava in quel momento la Regione Calabria, quando il pubblico presente ha nei fatti imposto la concessione della parola alla sottoscritta? Cosa avranno pensato i due magistrati sconcertati?

      Col senno di poi non posso che dare ragione a chi le aveva già cantate di santa ragione alla signora Musella ed al suo modo di “fare” antimafia.

      Basti pensare al “Valantain”, il ristorante di Villa San Giovanni costretto a chiudere a seguito delle continue estorsioni ed attentati minatori. Della vicenda fu la stessa Musella a riempirsene la bocca di belle parole in TV, disertando poi, però, la manifestazione di solidarietà del 2 giugno.Mi piacerebbe capire quale sia la posizione della Musella anche sul caso del povero Fedele Scarcella, il testimone di giustizia bruciato vivo nella sua auto a Briatico. La signora Musella sostiene che <>.

      Ma del caso Scarcella dove si “informa” la Musella, visto che ciò che noi umili mortali sappiamo lo sappiamo solo attraverso i giornali?

      Mi spieghi anche perché lei stessa si batte tanto affinché non ci siano vittime di serie A e di serie B, quando poi obietta persino su casi simili!

      Penso che Fedele Scarcella fosse una persona onesta, un uomo a cui è stata tolta la vita ed io, cara signora, ho il dovere di pretendere giustizia, anche per la sua morte.

      E mi disgusta terribilmente leggere su un giornale di Calabria, una pagina intera dedicata alle “amare” confessioni di una donna che sfrutta ogni occasione per piazzarsi sui giornali, minacciando di lasciare la Calabria e (quel che è peggio) screditando l’operato “genuino” di noi ragazzi.

      Come sarebbe a dire, signora Musella, che <>, che <>? Ma non si vergogna solo a pensarle certe cose?

      Di veleno ho toccato con mano il suo, che con acredine ha tentato di censurarmi (e francamente non ne comprendo il motivo, sebbene cerchi invano di trovare un “perché” all’ostile atteggiamento che ha assunto nei miei riguardi) rivelandosi un’altra persona rispetto a quella che avevo conosciuto qualche mese fa.

      <>, ha dichiarato la stessa signora Musella.

      Ma, signora Musella, non è che lei sta parlando proprio di se stessa? Chi ha alzato la voce e con un “TACI, DEVI TACERE” più grande di me, voleva “sopraffarmi affinché non parlassi”?

      Inviterei invece la signora Musella ad impiegare le sue gerbere per qualcosa di più concreto.

      Se si dedicasse “con tutta se stessa” alle iniziative per le quali noi ragazzi così “avvelenati” come ci ritiene lei (io invece direi “indignati… e di brutto”) ci stiamo battendo, sarebbe tanto di più guadagnato…fermo restando, che non so quanto guadagni in termini monetari già lei di suo, grazie alla nostra Regione… su questo mi “INFORMERÒ”, può starne certa!Il dottor Gratteri nel suo intervento al seminario di Ardore sottolineava il fatto che qui da noi occorrono delle leggi serie! Benissimo, a tal proposito, le propongo, gentile signora, di sostenere nei fatti il “DdL Lazzati”, disegno di legge che si pone l’obiettivo di recidere la sporca collusione tra delinquenza, politica e malaffare al momento elettorale. Già approdato in Parlamento 14 anni fa, questo disegno di legge, ispirato dal giudice di Cassazione nonché fondatore del Centro Studi “Lazzati” Romano De Grazia, è stato ad oggi sottoscritto, anche grazie all’impegno di noi ragazzi, da oltre 120 parlamentari a Montecitorio e 35 al Senato.

      Se il DdL Lazzati dovesse finalmente divenire legge dello Stato si avrebbe una legge-orgoglio per la nostra terra, in risposta alle leggi-vergogna della Regione Calabria.

      La SUA Regione Calabria, cara signora Musella, nasconderà gli atti amministrativi e i conti della REGIONE, impedendone per motivi di “privacy” la loro pubblicazione sul Bollettino ufficiale! E’ doveroso fare appello a tutti coloro che hanno a cuore la democrazia e soprattutto se stessi ad urlare "VERGOGNA" a chi propone una legge simile!

      Ma tutte queste parole sono sprecate, perché purtroppo anche lei, la Musella, fa parte del “Palazzo” e non tralascia occasione per schierarsi contro proprio i ragazzi, quei ragazzi con i quali dovrebbe condividere lo stesso sogno: perché alla fine la mia Calabria è anche la sua, nonostante tutto.

      Maria Grazia Messineo, 17 anni, una “ragazza di Locri”

      Siderno, 7-8-2006

      www.ammazzatecitutti.org