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Scusate il disturbo: Gabriele Torsello libero!

Publie le mercoledì 25 ottobre 2006 par Open-Publishing
5 commenti

Dazibao Stampa Gennaro Carotenuto

Rapiscono Giuliana Sgrena, emerita compagna del collettivo del Manifesto e agiamo come un sol’uomo, ci indigniamo, denunciamo, sfiaccoliamo... Rapiscono un Gabriele Torsello qualsiasi e a nove giorni di distanza, con la vita dell’ostaggio in serio pericolo, non si vede una bandierina della pace in giro.

di Gennaro Carotenuto

Veltroni non si sbraccia e non stende tazebao dal Campidoglio perché non c’è mercato e lo applaudirebbero in quattro gatti. In giro c’è più solidarietà per tal Massimo Ceccherini, espulso dall’ "Isola dei famosi", una prece, che per Torsello rapito in Afghanistan. Certo che siamo strani noi società civile, noi pacifisti, noi progressisti, noi bravi ragazzi, convinti di essere meglio degli altri, e che invece consumiamo come gli altri, pur struggendoci la coscienza.

Consumiamo come gli altri, noi sensibili alle foglie, e quindi il personaggio pubblico Sgrena ci appassiona, ma del carneade Torsello ce ne freghiamo. Ne scrive un po’ Peacereporter, ma lo fa in punta di piedi, quasi con pudore. Torsello stesso chiede ai media di aiutarlo, sostanzialmente inascoltato. Qual’era lo slogan di Indymedia? Qualcosa tipo "fatti media". Se sull’Home Page di Indymedia non c’è una riga su Gabriele Torsello vuol dire che Indymedia ha fallito. E più ancora di Indymedia, in questo riflusso da elettroencefalogramma piatto, quella che scompare, coperta di vergogna, è la gloriosa piazza pacifista del 15 febbraio 2003. Quella che doveva fermare la guerra e cambiare il mondo. Anche quella era un prodotto di consumo, o meglio: era solo moda.

E non si dia la colpa alla sindrome da governo amico. Questo ha scelleratamente scelto di restare in Afghanistan, ma non è colpa di Prodi o Parisi l’indifferenza della società civile italiana verso Torsello. Forse Gabriele, se ti ammazzeranno diverrai un’icona, un’icona pacifista, in fondo è quello che è successo da morto anche ad Enzo Baldoni. Per il momento resti una sottomarca del consumismo pacifista, un prodotto da Hard Discount, un Olio Farchioni incomparabile con un prodotto di marca come Giuliana Sgrena. Per una volta sposo parola per parola il pezzo di Mario Giordano sul Giornale. Ce lo siamo proprio meritato. Perfino l’appello del figlio di Torsello, un bimbetto di quattr’anni, è scivolato via tedioso, pleonastico, melenso.

Scusate il disturbo, avrete senz’altro di meglio da fare ma c’è qualcosa di semplice e urgente da dire: GABRIELE TORSELLO LIBERO!

http://www.gennarocarotenuto.it

Messaggi

  • E’ così.
    Purtroppo è una costatazione talmente inoppugnabile da provocare un grande disagio.
    Chi potrà mai comportarsi da vero libertario?

    • oh belen

      http://blog.libero.it/KudaBlog/1764839.html

      Torsello e’ stato sequestrato giovedi’ da cinque uomini armati mentre in autobus tentava di raggiungere Kandahar dal capoluogo della provincia di Helmand, Lashkargah. Era appena tornato da Musa-Qala. Una città a nord di Lashkargah, sopra il distretto di Sangin. Una città sconosciuta al mondo ma ben inquadrata nel mirino dei cacciabombardieri Nato-Isaf.

      Al posto dei palazzi e delle case, solo degli enormi crateri. Persino l’ospedale è stato raso al suolo dai bombardieri in missione di pace e di stabilizzazione. Lo scopo è uno solo: terrorizzare i civili, colpirli, massacrarli quanto più possibile. Salvo poi farli passare per effetti collaterali. I bombardieri Usa B-1 e i caccia britannici Harrier hanno iniziato a compiere raid aerei quotidiani, di giorno e di notte, sganciando sul centro abitato di Musa-Qala bombe da 500 libre. Sotto le bombe sono morte decine e decine di civili. Il 25 agosto un aereo anticarro A-10 ha mitragliato un’auto di civili in fuga dal villaggio sotto bombardamento, sterminando una famiglia di 13 persone. Due giorni dopo, un’altra famiglia è stata decimata dalle bombe cadute su una festa di matrimonio: sono sopravvissuti, seppur feriti dalle schegge, solo il padre e due bambini, ricoverati all’ospedale di Emergency di Lashkargah.

      Torsello conosce la gente del sud, e vuole raccontare quello che, nascosto ai riflettori delle televisioni, alla gente del sud sta succedendo.

      Ora talebani (ma qualcuno dice criminali comuni) l’hanno rapito con l’accusa di essere una spia. E non vedo che la stampa italiana sis tia mobilitando per spiegare (come nell’occasione di giuliana sgrena) i veri intenti di questo fotoreporter. Se non ci sbrighiamo rischiamo di dover piangere un nuovo Baldoni.

      E’ importante che le sue foto e i suoi lavori si conoscano. Ecco alcuni scatti:

      immagineimmagineimmagine

      Gabriele Torsello © Kash Gabriele Torsello/ZUMA Press, vietata qualsiasi riproduzione

      chi ha i mezzi faccia conoscere le sue azioni, a noi blogger il semplice tentativo di diffonderkle tra i nostri pochi visitatori, kuda

      liberatelo cribbio

    • http://www.peacereporter.net/dettaglio_photogallery.php?idc=11&ida=&idt=&idp=170

      by guido arci camalli guernica arci fuori orario arci peppino impastato arci cervo arci como arci ceriana arci bergamo arci bologna arci

  • basta

    non basta il mio cuore malato
    non bastano i terrori di guerre mentali
    basta con le donne sfruttate in africa
    basta con i giorni di rabbia
    forse non basta la voglia di pace
    che esprime il mio gatto dark
    l’ abbaiare del mio cane tommy
    alla fame del mondo
    non bastano mai i soldi per fermare
    i giorni di nervosismo
    i giorni di depressione
    il vedere libero torsello
    la mia più grande gioia
    il mio più grande terrore
    il vedere l’indifferenza sulla fame nel mondo

    by guido ARCI camalli arci guernica arci fuori orario
    arci ventimiglia arci sonorica, arci cervo arci ceriana arci bologna arci bergamo arci peppino impastato arci como arci val susa arci cuneo

    • l fotoreporter italiano convertito all’Islam e sequestrato in Afghanistan è libero. Lo ha annunciato il ministero della Difesa. Termina così un incubo durato quasi venti giorni, nel corso dei quali anche i capi talebani hanno rivolto un appello ai malviventi che lo avevano sequestrato. Massimo il riserbo sull’operazione che ha portato il collaboratore di Peacereporter alla libertà. Ed anche l’organizzazione di cui fa parte ha dato conferma della liberazione.
      Ecco il comunicato di Emrgency: "Oggi, venerdì 3 novembre, intorno alle 10 ora italiana (le13.30 in Afghanistan) una telefonata all’ospedale di Emergency a Lashkar-Gah ha indicato che sulla strada per Kandahar si sarebbe potuto trovare Gabriele Torsello liberato. Un membro afgano dello staff di Emergency, viaggiando nella direzione indicata, ha trovato Gabriele Torsello e lo ha accompagnato da incaricati del governo italiano. Emergency ha immediatamente avvertito i familiari, il ministero degli Esteri e l’ambasciatore italiano a Kabul."

      Già ieri aveva rotto il silenzio con una telefonata per dire che sta bene, dopo 10 giorni senza contatti che avevano fatto temere per la sua sorte, riferisce il sito di Peacereporter. "Sì, sto bene, sto bene", aveva detto in una telefonata all’ospedale di Emergency di Lashkargah, nel sud dell’Afghanistan.

      Torsello libero
      (da Peacereporter.net)
      Nella telefonata, Torsello si era anche informato sulla salute di suo figlio: "Dov’è adesso? Dite di portarlo dalla nonna". Poco dopo la mamma del reporter gli ha "virtualmente" risposto: "Tuo figlio sta bene e si trova qui con noi", ha detto la signora Vittoria Augenti.

      Il fotoreporter ha chiesto inoltre se si sappia chi sono gli autori del sequestro: "Ma quanto durerà ancora? Chi sono questi che mi tengono?". Prima della telefonata di oggi, l’ultimo contatto era avvenuto dieci giorni fa, sempre con una telefonata all’ospedale di Emergency.

      I rapitori di Torsello, sequestrato il 12 ottobre mentre viaggiava su una strada fra Lashkargah e Kabul, hanno detto di volere, in cambio della liberazione, che il governo italiano ritiri le truppe dall’Afghanistan o riporti nel Paese un cittadino afghano convertito al cristianesimo e a cui Roma ha concesso asilo politico. L’ultimatum dato dai sequestratori era scaduto il 22 ottobre. Torsello, convertitosi all’islam, è nato in Puglia ma risiede da alcuni anni a Londra.