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Nicaragua-Elezioni 2006: Ortega in testa

Publie le lunedì 6 novembre 2006 par Open-Publishing

Dazibao Elezioni-Eletti America Latina Giorgio Trucchi

Scrutinato solo il 14,65% dei voti

Il Consejo Supremo Electoral ha ufficializzato il vantaggio di Ortega

di Giorgio Trucchi Managua, 6 novembre 2006 (ore 05.30 - 12.30 italiane)

Secondo i dati emessi dal Consejo Supremo Electoral (CSE) alle 3.30 della mattina, il candidato del Frente Sandinista de Liberación Nacional (FSLN), Daniel Ortega Saavedra, sarebbe il nuovo Presidente del Nicaragua.

Nonostante l’euforia di gran parte della militanza sandinista, è però ancora presto per poter considerare chiuse queste elezioni nazionali, che vedrebbero l’ex Presidente del Nicaragua (1984-1990) riprendere quella carica che aveva perso nel 1990, dopo 10 anni di governo rivoluzionario.

Con solo il 14,65% dei voti scrutinati, Daniel Ortega otterrebbe il 40,04%, Eduardo Montealegre (ALN) il 33,29%, José Rizo (PLC) il 19,51%, Edmundo Jarquín (MRS) il 6,89% ed Edén Pastora lo 0,27%.
Alcuni cambiamenti rispetto alla votazione per eleggere i deputati. In questo caso il FSLN otterrebbe il 39,64%, la ALN il 30,52%, il PLC il 19,79%, la Alianza MRS il 9,47 e AC lo 0,57%.

Se si mantenesse questa tendenza, Ortega supererebbe la soglia del 40% o comunque, manterrebbe un margine superiore al 5% sul secondo classificato, vincendo quindi al primo turno.

Il flusso dei risultati è avvenuto in modo molto lento ed il CSE ha invitato la stampa e gli invitati speciali ad una nuova sessione per le 8 di mattina (15 italiane), dove si spera possa dare una percentuale molto più alta ed indicativa di quella che potrebbe essere la tendenza finale del voto.

Dopo la lettura dei primi risultati (il 7,2%), migliaia di persone hanno invaso le strade in tutto il Nicaragua sventolando bandiere rojinegras e formando carovane di auto, moto e formando capannelli nei punti centrali delle città.

Dura la reazione dei due partiti del "liberalismo".
Eduardo Montealegre della Alianza Liberal Nicaraguese (ALN) ha immediatamente accusato il CSE di manipolare i dati e di essere in possesso di un loro conteggio veloce, in cui Ortega non arriverebbe al 40% e non avrebbe nemmeno i cinque punti percentuali necessari per vincere al primo turno.
Ha inoltre espresso seri dubbi sull’intero processo elettorale per i ritardi nell’apertura dei seggi, i vari disguidi avvenuti durante la giornata, l’aver impedito a molta gente di votare dopo l’orario di chiusura ed ha nuovamente accusato il CSE di ritardare eccessivamente la lettura dei risultati.
Tali dichiarazioni sono praticamente identiche a quelle contenute in un documento emesso dall’Ambasciata degli Stati Uniti in cui, ancor prima della lettura dei primi dati da parte del CSE, si getta una grossa ombra sulla regolarità delle elezioni e questo nonostante la maggior parte delle organizzazioni di osservazione nazionale ed internazionale avessero già detto di avere visto uno svolgimento normale della giornata elettorale.
Risulta evidente la strategia per creare le basi per un non riconoscimento di una eventuale vittoria di Ortega.

Il candidato del Partido Liberal Constitucionalista (PLC), José Rizo, si è rifiutato di dare importanza a questi risultati preliminari, attaccando duramente il CSE per la lentezza e per avere dati interni molto diversi da quelli comunicati dalla massima istituzione elettorale (tra l’altro formata per il 50% da militanti dello stesso PLC).
Se si mantenesse questa tendenza, il PLC passerebbe dal 56% del 2001 al 19% del 2006 ed occuperebbe solo il terzo posto, ben lontano dalla ALN di Montealegre.
All’interno dell’Hotel Hilton, dove il candidato e le principali personalità del PLC si erano riunite per seguire l’esito delle elezioni, il clima era però molto teso e con un’evidente scoramento che serpeggiava tra i presenti.

Nessuna reazione invece da parte del Frente Sandinista. La dirigenza del partito si è rinchiusa all’interno della Segreteria Nazionale e non è apparsa nemmeno quando centinaia di persone si sono ammassate davanti all’entrata con bandiere, canti ed espressioni di gioia.
Nessun comunicato è stato dato alla stampa, segnale che continua ad esserci una grande prudenza e questo nonostante le principali radio sandiniste proclamassero la vittoria già dalle prime ore della mattina.

Restando questi i risultati, un altro partito che sembra ottenere molto meno di quanto sperasse è la Alianza MRS, a cui non sembra essere stata sufficiente la buona campagna elettorale e i contenuti molto chiari del suo programma. In questo caso sembra invece che abbia funzionato il voto disgiunto, ottenendo molti più voti per i propri candidati a deputato che per il candidato alla presidenza.

E’ invece ancora troppo presto per fare una prima analisi del voto e per una prima panoramica di quello che sarà il futuro del Nicaragua.

Tra poco meno di un’ora, l’organizzazione di osservazione nazionale Etica y Transparencia ha indetto una conferenza stampa per far conoscere i risultati del proprio conteggio veloce. Dopo vari rinvii, l’organismo ha deciso di far conoscere i propri risultati finali senza aspettare che il CSE dia delle percentuali che marchino una tendenza irreversibile in queste elezioni.

In mezzo a tante illazioni, proteste e dati ancora poco significativi, si può essere invece certi di una cosa.
Vari settori della società, l’ambasciata statunitense e probabilmente, i due partiti del liberalismo, si stanno preparando per non riconoscere i risultati di questa elezione. A questo punto, i resoconti che daranno nelle prossime ore gli organismi di osservazione elettorale, come la Unione Europea, la Organizzazione degli Stati Americani e il Centro Carter, diventono ancora più importanti per contrastare una manovra che sembra diretta a creare il caos nel paese.