Sognavamo cavalli selvaggi
![]() de Luca Visentini via FR ![]() Sono cento racconti brevi o brevissimi che nell’insieme ricostruiscono, in un’unica vicenda, la Milano dal 1968 al 1977 di un ragazzo della nuova sinistra. Un compagno di base, non un dirigente, né un pentito. Non si parla di analisi politiche o dispute ideologiche, ma di amore, amicizie, famiglia, lotte e scontri concreti.
Si legge un “clima”, un’umanità. Sono storie anche vere ma che trascendono, con la scrittura, l’autoreferenzialità. (...)
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BOBBY
di : Enrico Campofreda mercoledì 7 febbraio 2007 - 00h38 1 comment
![]() de Enrico Campofreda Sedici marzo millenovecentosessantotto. Robert Kennedy, fratello del defunto Presidente John, annuncia di candidarsi alla Casa Bianca. E inizia la sua campagna elettorale all’insegna di un’attenzione assoluta ai problemi sociali, razziali, giovanili su posizioni ampiamente progressiste ed egualitarie per lo stesso Partito Democratico e soprattutto per un Kennedy. Suo fratello, il Presidente fatto assassinare a Dallas da lobbies nemmeno tanto occulte, aveva aperto la Nuova Frontiera delle speranze interne, sostenuto la libertà dell’Occidente europeo contro i muri del socialismo reale ma con lo sbarco nella Baia dei Porci aveva anche creato i presupposti per l’avvicinamento a Mosca del movimento castrista. E aveva riavviato i bombardamenti a tappeto sui civili in Vietnam anche con l’aiuto di Robert che era suo consigliere. Cos’era successo a Bobby dopo l’assassinio di Dallas? Forse ripensamenti, certamente riflessioni su quell’America reazionaria e imperialista, sorda a qualsiasi trasformazione dentro e fuori la Patria. Bobby è sensibile ai temi sociali di quella parte del popolo statunitense diseredata, emarginata, discriminata. Poveri - ce n’erano anche alla fine dei Sessanta - immigrati, neri. Verso costoro inizia un avvicinamento viaggiando per decine di migliaia di chilometri negli Stati delle primarie. Bobby è diventato anche sensibile all’angoscia dei giovani che non vogliono più morire per la “sporca guerra” imperialista d’Indocina. La gente lo vede con quel grande ciuffo e il sorriso aperto, lo chiama per nome, gli stringe la mano e comincia a credere in quell’uomo che diventa l’ultimo politico capace di suscitare speranze nell’America dimenticata. I confronti elettorali nei primi Stati gli danno ragione. Il 4 giugno nell’hotel Ambassador di Los Angeles lo attende una serata pubblica a seguito dello scrutinio del voto californiano. La vita scorre fra i clienti, dipendenti, curiosi. Ci sono due vecchi amici, un bianco e un pensionato nero, maestri di cerimonie nell’albergo che nei momenti liberi chiacchierano e muovono gli scacchi, una centralinista amante del direttore che tradisce la moglie parrucchiera, una coppia consolidata di coniugi in cerca di nuovi stimoli da luna di miele, due giovani supporter kennediani partiti per sostenere il candidato che finiscono in un trip di acido lisergico. C’è una ragazza che si “sacrifica” in matrimonio sposando il suo partner per evitargli di partire in Vietnam. E poi camerieri messicani sfruttati e frustrati nella grande cucina dell’hotel che sta per essere teatro della funesta uccisione di Kennedy. Su Bobby che transitava fra un’ala di folla il giovane palestinese Sirhan scaricò il revolver, come se Oswald e l’assassinio del fratello non fossero mai esistiti. A lungo si parlò della presenza in quelle cucine di uomini della Cia (tali Campbell, Joannidis, O’ Sullivan), si disse che nel luogo c’era più d’un tiratore, ma come spesso accade nei grandi intrighi le indagini non approdarono a nulla. Passò la versione che l’attentato fu un gesto personale contro il simbolo d’una nazione che favoriva Israele. Com’era già accaduto la più grande democrazia del mondo non poteva permettersi un democratico che prometteva d’agire contro certe logiche dell’Impero cosicché quei colpi ricacciarono indietro le speranze dell’altra America. Un film di memoria, piuttosto agiografico e comunque non indimenticabile nonostante la presenza di big della celluloide a dare il volto al popolo rimasto orfano di Bobby e delle sue idee. Ben altro spessore di denuncia aveva avuto nel ’91 “JFK” di Oliver Stone.
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lunedì 19 - 12h52
di : Valentina Ricci
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lunedì 21 - 12h19
di : Franco Cilenti
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mercoledì 2 - 21h25
di : Antonio Camuso
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domenica 29 - 08h20
di : Antonio Camuso
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martedì 27 - 13h59
di : franco cilenti
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giovedì 8 - 08h07
di : Alessio Di Florio (Associazione Antimafie Rita Atria)
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giovedì 8 - 08h06
di : Alessio Di Florio
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mercoledì 7 - 00h23
di : Fabrizio De André via FR
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venerdì 2 - 12h20
di : Franco Cilenti
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mercoledì 28 - 19h10
di : Potere al popolo via RF
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mercoledì 28 - 19h05
di : Roberto Ferrario
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martedì 27 - 15h04
di : Franco Cilenti
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venerdì 23 - 14h05
di : Roberto Ferrario
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giovedì 22 - 15h39
di : Sciltian Gastaldi via FR
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giovedì 15 - 10h41
di : Franco Cilenti
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domenica 11 - 12h51
di : FanculoaTuttiVoidiHyperion
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venerdì 9 - 14h36
di : Alessio Di Florio (Associazione Antimafie Rita Atria)
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domenica 4 - 19h05
di : Lucio Galluzzi
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giovedì 1 - 14h54
di : Luca Visentini via FR
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martedì 30 - 12h37
di : Franco Cilenti
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domenica 14 - 12h00
di : Lucio Galluzzi
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martedì 2 - 13h57
di : Lucio Garofalo
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martedì 19 - 19h02
di : Lucio Galluzzi
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domenica 26 - 16h59
di : Alessio Di Florio
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martedì 21 - 10h55
di : Franco Cilenti
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martedì 7 - 11h13
di : Franco Cilenti
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venerdì 6 - 14h57
di : Paolo Persichetti
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lunedì 2 - 17h49
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lunedì 2 - 10h23
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martedì 26 - 08h35
di : Franco Cilenti
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sabato 23 - 14h39
di : Lucio Galluzzi
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martedì 19 - 23h36
di : Mario
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lunedì 11 - 23h52
di : pugliantagonista
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lunedì 11 - 11h26
di : Alessio Di Florio
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giovedì 7 - 21h25
di : Lucio Galluzzi
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mercoledì 6 - 16h14
di : pugliantagonista
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lunedì 4 - 22h07
di : pugliantagonista
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sabato 2 - 13h26
di : Lucio Galluzzi
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venerdì 1 - 14h57
di : Lucio Galluzzi
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giovedì 31 - 14h10
di : pugliantagonista
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10 febbraio 2007 - 20h51 - Di 0fb3d0311ea64e4392c620f8c6f786b0...
Un film simpatico, una specia di "Shortcuts" nel ’68 americano, delle "slices of life", pero un po pesante, didactico...