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Un governo fragile

Publie le venerdì 28 settembre 2007 par Open-Publishing
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Dazibao Governi

di Giustiniano Rossi

In Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati era in discussione mercoledi’ 26 c.m. la proposta di istituire una Commissione di inchiesta sui fatti del luglio 2001 a Genova, sulla responsabilità dei quali, già da tempo, la parte migliore del nostro popolo e degli altri popoli europei ha espresso il suo giudizio.

Un giudizio che anticipa di molti anni quello dei tribunali italiani, in corso anche se tardivo, lacunoso e destinato ad un nulla di fatto, complici la lunghezza delle procedure, i cavilli degli avvocati, i vari gradi di giudizio, la scadenza dei termini, come é del resto naturale ed inevitabile, quando sul banco degli accusati sono i detentori del potere, i soli per i quali é operante la democrazia borghese con le sue leggi ed il suo "ordine" che le apposite forze dette, appunto, "dell’ordine", proteggono.

Ecco cosa ne pensa la rappresentante di Forza Italia :

Il testo messo a punto da Gianclaudio Bressa (Ulivo) e adottato come testo base a fine luglio "condanna le Forze dell’ordine e assolve e santifica il movimento dei ’no global’".

"Il rifiuto da parte del relatore di accogliere le proposte di modifica di Forza Italia, che chiedevano di accertare la verità ma in tutte le direzioni compresi gli orrori e i misfatti dei manifestanti di Genova - prosegue la rappresentante di Forza Italia - è un atto politico gravissimo. Vorremmo capire qual’è la posizione di Walter Veltroni e Francesco Rutelli che continuano a parlare di sicurezza e a dare rassicurazioni alle Forze dell’ordine mentre, al contrario, gran parte della loro maggioranza parlamentare, compresi esponenti del loro partito, si appresta a costruire la ghigliottina mediatica per le Forze dell’ordine a beneficio degli interessi politici e di parte di Rifondazione comunista e della sinistra radicale".

Ed il rappresentante dell’UDC, partito cattolico alleato di Berlusconi :
"Il testo proposto dal relatore - sostiene Gianpiero D’Alia (Udc) - è pericoloso e deve essere avversato in ogni modo. Il Governo non può più tacere, né può scaricare sul Parlamento la responsabilità dell’istituzione della commissione: un’inchiesta parlamentare contro la polizia di Stato è un atto politico gravissimo. Per questo il ministro Amato farebbe bene a venire in Aula per dirci cosa ne pensa".

Alla richiesta di ascoltare il titolare del Viminale si è associata anche Forza Italia:

"E’ doveroso conoscere l’orientamento del Ministro dell’interno, considerato che ove il parere del governo sui nostri emendamenti fosse contrario o pilatesco non rimarrebbe che chiedere formalmente le dimissioni tanto del Ministro Amato quanto del vice ministro competente per la pubblica sicurezza".

Possiamo facilmente immaginare cosa pensano di questa immondizia le decine, anzi le centinaia di manifestanti vecchi e giovani picchiati a sangue, storpiati, sputacchiati, torturati, obbligati a cantare canzonacce fasciste ed altre turpitudini che sono state ampiamente riportate e documentate dalla stampa democratica di mezza Europa, anzi di mezzo mondo, dato che il G8 pretende di rappresentarne i popoli.

Di questo e di molto altro ancora devono, almeno formalmente, rispondere dal banco degli imputati al tribunale di Genova fior di rappresentanti delle forze di un ordine siffatto. Carlo Giuliani, lui, non é più in grado di pensare, stroncato nel fiore degli anni dal piombo di un carabiniere che non ha neppure la seccatura di affrontare un processo, essendo stato prosciolto in istruttoria.

Ma le dichiarazioni dei rappresentanti della destra, quella stessa destra che, guidata da Berlusconi e dalla sua corte dei miracoli composta da postfascisti, xenofobi e razzisti, tangentari ed imbroglioni, che fu ed é responsabile di quelle atrocità, non meravigliano più di tanto.

Si resta invece stupiti leggendo le dichiarazioni di rappresentanti di « partiti » che fanno parte dell’Unione ed hanno discusso con le altre forze che sostengono il governo il programma che quest’ultimo si é impegnato a realizzare con i suoi elettori.

Naturalmente, il programma del governo Prodi, che tutti i partiti che hanno dato vita all’Unione hanno sottoscritto due anni or sono, prevedeva l’istituzione di quella Commissione, ma l’inchiostro col quale era stato scritto non era ancora asciutto e già l’uno o l’altro esponente della componente maggioritaria dell’alleanza – dai promotori del Partito Democratico ai cattolici dell’UDEUR del Ministro della Giustizia Mastella, passando per i deputati dell’ITALIA DEI VALORI dell’ex giudice (mani pulite) ed attuale Ministro delle Infrastrutture, Antonio di Pietro – cominciavano a tradirlo.

Ecco, a titolo di esempio, come si é espresso il rappresentante dell’UDEUR in commissione :

"E’ indubbio che in occasione del G8 di Genova si siano verificati fatti gravi rispetto a cui non si può far finta di nulla e tuttavia così come formulata è inaccettabile la proposta di Bressa. Ho espresso il mio parere contrario a questa proposta perché, ritenendo necessario compiere un’indagine parlamentare sugli avvenimenti, non si può però procedere in una sola direzione. Ovvero non si può premettere al lavoro della Commissione di inchiesta che gli eccessi siano stati compiuti solo dalle forze dell’ordine". Per l’esponente del partito di Clemente Mastella occorre "verificare le responsabilità sia delle forze dell’ordine ma anche dei manifestanti, di quei manifestanti che non hanno scelto una via pacifica e hanno commesso atti di violenza e vandalismo. Credo che solo con questa premessa si potrà raggiungere un indispensabile coinvolgimento anche delle forze dell’opposizione. Non avrebbe alcun senso, e svuoterebbe di ogni valore il lavoro di una Commissione parlamentare di inchiesta ai cui lavori non parteciperebbero, come annunciato di fronte alla proposta di Bressa, i parlamentari dell’opposizione. Solo un’indagine ampia e senza preclusioni potrà contribuire a fare chiarezza sulle vicende, senza rischiare di interferire negativamente sui processi penali e civili in corso".

Un tipo di atteggiamento, quello di buona parte della maggioranza che sostiene il governo di cui le frasi sopra riportate sono un piccolo ma significativo esempio, che si é puntualmente riproposto in questo anno e mezzo su tutti i grandi temi che agitano il paese, dalla partecipazione alla guerra in Afghanistan alla missione militare in Libano, dal lavoro precario ai salari e alle pensioni, dall’assistenza sanitaria alla scuola, dalla privatizzazione del patrimonio pubblico e dei pubblici servizi ai migranti, per non parlare della televisione berlusconizzata, del conflitto di interessi mai risolto e della mancata abrogazione delle leggi « su misura » adottate dal precedente governo a beneficio di Berlusconi e dei suoi compari.

E’ questa la situazione che ha spinto la sinistra dello schieramento governativo, la sola a difenderne il programma che gli ha consentito di vincere le elezioni della primavera 2006 ed a chiederne la realizzazione, a chiamare il popolo dell’Unione a manifestare a Roma il 20 ottobre per ottenere sui punti che abbiamo sinteticamente indicato segnali concreti che giustifichino il sostegno al governo Prodi.

Rifondazione comunista ed i suoi alleati, dal Pdci ai Verdi alla Sinistra democratica, potenziali protagonisti di un nuovo soggetto politico in un’epoca in cui tanta parte della sinistra storica viene riassorbita dai suoi altrettanto storici antagonisti, non puo’ e non deve accettare di essere l’eterna stampella o la ruota di scorta del governo di « sinistra » né l’eterno responsabile delle sue storiche e ripetute sconfitte da parte di una destra alla quale non é, ovviamente, in grado di fare concorrenza sul suo stesso terreno.

La partecipazione al governo Prodi non é un momento strategico del progetto politico della sinistra, ma una scelta tattica soggetta ad essere, come tutte le scelte tattiche, mantenuta o modificata a seconda delle opportunità e delle priorità che lo scontro sociale propone ed impone.

Il rapporto con le altre forze politiche che sostengono il governo e la lealtà verso di esso sono secondari e non certo prioritari rispetto al rapporto con le classi popolari che la sinistra degna di questo nome tradizionalmente rappresenta e che sono le uniche destinatarie della lealtà di cui deve sempre e comunque dare prova, pena il suo discredito.

Messaggi

  • Io non vedo come un gran problema che la commissione d’inchiesta indaghi in "tutte" le direzionI.
    Basta indaghi e si porti davanti al pubblico. L’accusa diciamo "ufficiale" dovrà pur uscire da questa commissione.

    rospo