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SOCIALISTI

Publie le sabato 6 ottobre 2007 par Open-Publishing

Dazibao Partiti Spartacus

di Spartacus

A volte tornano come gli zombies, s’era già detto all’inquietante ricostruzione dello SDI di pescelesso Boselli. Che vistosi considerato dal patchwork prodiano dove c’è posto per tutti, davvero tutti, e avendo addirittura trovato alla veneranda sua età l’amore (la speranza è l’ultima a morire), pensa alla famiglia presente e alla pensione futura allargando e riproponendo un partito che di onte ai primigeni ideali ne elargisce da un secolo e oltre.

Peggiorando la sua essenza a tal punto da far rivalutare Turati e i riformisti più ciechi – quelli che non seppero cogliere la fase storica migliore per l’avanzata del Sol dell’Avvenir – quali compagni per bene, fidati e benefattori. Perché al di là di essersi ritrovato in famiglia Benito Mussolini, futuro duce delle sciagure italiche, il PSI ha avuto le più recenti disgrazie di diventare casa della ghenga di sciacalli covati e allevati dallo sciacallo maximo delle penultime disgrazie nazionali.

Colui che è stato definito statista, grand’uomo politico e poi perseguitato, esule, martire e santificato nel parlamento del Belpaese. Bettino Craxi. Il pluricondannato. Il grande ladro e bugiardo, il predone delle casse statali nonché ras di quel partito che fu di Nenni e Pertini, l’imbalsamatore che aveva mafiosamente sciolto nell’acido ogni opposizione interna. Naturalmente accondisceso, servito, lustrato da una fitta corte gongolante che - depredati i beni della Repubblica - alla dipartita del Boss è corsa a riciclarsi. Taciamo di mezzecalze bucate e slabbrate, stiticamente livorose alla Cicchitto e pure di cortigiane da basso Impero quali Boniver ben accasate dal Cavaliere. Ma l’Ulivo e poi l’Unione si fregiano d’altri socialisti d’antan sui quali spicca la cinica perfidia del dottor Sottile, un tempo culoecamicia, risicatella sì, del Grande Capo.

Certo le figurette e i figuranti alla Boselli suscitano minore indignazione ma egualmente non potevano alloggiare in una casa onesta di cui l’Unione si fa vanto. E’ evidente che in quella dimora onestà e coerenza sono insignificanti optional. E un’insignificanza dopo l’altra s’è giunti a spalancare porte e finestre a un figuro che incarna in pieno il delinquere craxiano. Gianni De Michelis. Smagrito, non sappiamo se anche nei conti Protezione ovunque sparsi, e lavato, ma sempre verboso e vacuo. Anche lui partecipa alla kermesse restauratrice del PSI. E le anime socialiste dell’ultim’ora, belle e rigorose alla Gavino Angius, non hanno da lamentarsene. Meravigliosa compagnìa. Per le prossime tornate elettorali voi premunitevi: nascondete i portafogli…