Home > SIMBOLI E COSE

SIMBOLI E COSE

Publie le giovedì 6 dicembre 2007 par Open-Publishing
9 commenti

Dazibao Partiti Enrico Campofreda

di Enrico Campofreda

Se i simboli come e più delle parole hanno un significato la convocazione accelerata - quasi fosse un evento fatale o annunciato da un profeta - dell’assise di quella ‘‘Cosa’’ che ci si ostina a definire rossa può offrire iniziali riflessioni proprio dalla scelta del simbolo futuro. Cade l’ultimo filo, questo sì rosso, di falce e di martello che inni e odi e vite spese per ideali avevano celebrato e si dà spazio a un logo pubblicitario che sa di azienda sanitaria o centro estivo.

La cancellazione dell’emblema storico, fuori da nostalgie museali, è la definitiva perdita dell’identità, il taglio delle radici di famiglia, l’esatto contrario della presunta conservazione della memoria di cui si riempie la bocca certa sinistra logorroica. E pare piuttosto in linea con quell’uomo senza passato che l’ulivismo diessino ha profuso per anni a piene mani.

Certo il grano non si miete più col falcetto, e l’Italia attuale è un paese a maggioranza di partite iva. Ma l’operaio pur minoritario, vessato, umiliato, abbandonato da Partito e Sindacato, esiste ancora per morire bollito come oggi a Torino dove, pur nell’atrocità della strage, Cgil, Cisl e Uil non fermano il lavoro né per protesta né per lutto. Avrebbero scontentato Luca Cordero.

La presenza, la coscienza, l’orgoglio d’una classe che era l’essenza della Sinistra italiana sono certamente state disperse nei decenni passati anche grazie al revisionismo di Psi e Pci ma verso le nuove debolezze sociali di precariato e disoccupazione interni, migrazione straniera, peggioramento delle condizioni di vita la sinistra radicale di governo ha speso più parole che fatti.

Quello che il popolo della Sinistra rossa e certamente i suoi politici di professione dovrebbero discutere e speriamo discuteranno sabato e domenica negli hangar fieristici romani è: cosa voglia fare la Cosa. E come.

Che non significa tanto se stare al governo o all’opposizione ma cosa fare quando si scelgono certe strade. In tal senso l’ambiguità di molte posizioni assunte da tutte le anime di quella che s’accinge a chiamarsi la Sinistra-l’Arcobaleno – auguri e complimenti per la fantasia – datano ben prima del maggio 2006, quando venne stilato il programmone che portò anche loro al governo. Stanno molto nel bertinottismo condito e infarcito d’ogni salsa dal pacifismo alle cento Nassyria, passando per spiritualismo, etica materialistica, movimentismo e sottogoverno da dicastero. E non si definisca questo zibaldone come pluralista, somiglia molto più a un “caos agitato” che dimentica i legami diretti con chi le lotte le fa e a cui si promettono, e non si mantengono, soluzioni e visibilità.

Quello in cui pervicacemente s’è distinta in questi anni la Sinistra di sinistra, e che dovrebbe essere motivo di riflessione e correzione, sono stati il presenzialismo, la voglia di passerella e di carriera che a parole dovevano servire a sostenere correnti ideali e movimenti - come ai bei tempi del Sol dell’Avvenir, della Resistenza, dell’Autunno Caldo e del Sessantotto – di fatto rappresentavano soprattutto l’ego personale, il proprio presente e l’ipotizzabile futuro di piccola casta della politica. Certi leaderismi riappaiono proprio quando si punta il dito contro i partiti di plastica dei Berlusca e Veltroni, ma si è certi che la nomenklatura dei Bertinotti-Diliberto-Pecoraro Scanio sia disposta a fare spazio a nuove rappresentanze che non siano delfini clonati o replicanti?

E si possano scegliere davvero esponenti di movimenti non autoreferenziali come tal Caruso? Se si parla di quali battaglie sostenere, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Già spingere perché si chiudano le vertenze di decine di categorie, si applichi una vera e severa legislazione antinfortunistica, s’abolisca la legge 30 restituendo dignità al lavoro, si cominci a opporre al carovita vertenze contro le aziende private e di stato che aumentano i costi dei servizi (utenze, trasporti, sanità), si applichi una vera equità fiscale. Non sembrano cose da poco se la Cosa vorrà affrontarle. La Sinistra di sinistra è minoritaria in Parlamento ma se proprio deve alloggiarci, non stia solo a presenziare e faccia pesare cuore e interessi dei ceti deboli senza specchiarsi e imbellettarsi per future parate regali.

Enrico Campofreda, 6 novembre 2007 pubblicato su alternativ@mente.info

Messaggi

  • La falce e il martello assunti come simbolo della bandiera dell’URSS, da Lenin, non hanno mai preteso di rappresentare il "simbolo del lavoro". Se non vado errato, l’intenzione di Lenin era quella di rappresentare sulla bandiera sovietica "l’unione della classe operaia e della classe dei contadini" : la rivoluzione sovietica infatti aveva trionfato grazie all’alleanza degli operai e dei contadini (senza dimenticare pero’ i soldati). Non mi sembra quindi che Lenin volesse, con questo simbolo, rappresentare i simboli del lavoro umano, bensi’ "l’unità di classe fra operai e contadini" che in quel frangente fecero trionfare la rivoluzione sovietica. il chè non è la stessa cosa. Per confermare questa tesi basta ricordare i simboli apposti sulla bandiera della defunta RDA : un martello e un compasso (se ben mi ricordo). Non penso che in quell’epoca la RDA abbia voluto fare un’offesa alla classe dei contadini, dimenticando il loro strumento di lavoro.

  • Merito e grande intelligenza per chi ha accettato l’aggiunta della scritta a lettere ben stampate di colore verde de l’Arcobaleno. Completa bene la scritta colore rosso de La Sinistra. l’Arcobaleno è gia’ stato nelle bandiere simbolo di una unita’ degli italiani per la pace nel 2003 che venivano esposte sui balconi di tutte le città. L’Arcobaleno della pace, dell’ambiente e dei diritti . L’Arcobaleno unisce e colpisce come il tricolore delle bandiere esposte in tante manifestazioni a partire dai moti per l’unità d’Italia nell’800. E poi nel novecento.E anche negli ultimi anni su un balcone a Venezia era stato esposto la bandiera tricolore durante una delirante e razzista manifestazione leghista. Cosa esporremo oggi dalle finestre per chiedere pace, diritti lavoro e ambiente? La bandiera arcobaleno!!!. Come ci chiameremo? Nell’arcobaleno il rosso e nella scritta sinistra il rosso per me sono importanti. Se ho scelto il nickname maxrosso c‘è una ragione. Per quello che vale qualsiasi simbolo ci sara’ il mio voto sara’ rosso per il diritto al lavoro e salario equi. E chiamatemi comunista. Comunista de La Sinistra l’Arcobaleno. La fidanzata di qualcuno è preoccupata dei troppi gay in Italia? Così si domanda qualcuno,riferendosi ironicamente, in un post, al simbolo arcobaleno del popolo gay ora presente nel segno grafico del nuovo soggetto unitario. Il logo gay in verita’ è a linee verticali, poi hanno anche usato la bandiera della pace. Una ragione in piu’per accettare un segno grafico arcobaleno, che rappresenta i diritti, di tutti. Rappresenta la pace e la pluralitaà delle sinistre. Nelle manifestazioni è la bandiera arcobaleno con quella rossa la piu’ presente e la piu’ rappresentativa. Ribadisco cio’ che qualcuno ha ben scritto.
    Il simbolo come tutte le cose è perfettibile, ma scambierei volentieri falce e martello con felce e mirtillo se potessi avere serie garanzie sull’occupazione e sull’aumento dei salari.Condivido la possibilita’ di eliminare gli articoli e aggiungere un segno grafico rosso. Sinistra Arcobaleno con rosso e mare arcobaleno. Ma anche La Sinistra l’Arcobaleno vanno benissimo basta che si inizia con l’unità, perchè Walter e Silvio ci vogliono eliminare con trucchi di leggi elettorali alla tedesca-vaticana! Nel segno grafico del soggetto politico unitario trovo :
    La Sinistra per il movimento marxista e socialista dei lavoratori. L’Arcobaleno per i movimenti ambientalista , dei diritti e della pace. Il rosso il bianco e il verde delle scritte sono i colori dei movimenti e della bandiera italiana. Il mare è simbolo della vita perchè è nel mare che ha avuto origine. Un mare di pace arcobaleno che ci rappresenta tutti. Che vogliamo di piu’? E poi è un segno grafico dei 4 partiti e dei movimenti che aderiranno al soggetto unitario e plurale, partiti che non si “sciolgono” e che rimangono con i loro storici simboli di falce e martello, sole che ride, pse. Anzi diventiamo intelligenti, se c‘è la possibilita’ di maggiore consenso utilizziamo nuovo segno grafico e simboli storici, di volta in volta o insieme o separatamente.
    Saluti da Max, un comunista.

  • CRONACA

    Zaino in spalla,
    l’ho incontrato che piangeva.

    Notte infame.
    Sotto le stelle di Piazza Mastai.

    Senza un riparo dal freddo.
    Senza un riparo
    dall’indifferenza.

    Piangeva
    e correva via.

    Bianco il telo,
    sul viso dell’amico
    morto.

    sergio falcone

    CRONACA

    Un uomo assiderato nel suo sacco a pelo in piazza Mastai a Trastevere
    Un altro trovato senza vita davanti ad un centro commerciale all’Olgiata

    Il freddo fa tre vittime in pochi giorni.
    A Roma due barboni morti nella notte

    A Capodanno il corpo di un 31 enne rinvenuto alla periferia di Modugno nel Barese
    Un’associazione francese: "Si muore per violenza, logoramento, umiliazione"

    ROMA - Due senza tetto sono stati trovati morti questa mattina a Roma a causa del freddo. Il primo, dell’apparente età di 45-50 anni, forse di origine polacca, è stato trovato senza vita all’alba di stamani, a piazza Mastai, nel cuore dello storico rione Trastevere. In tasca aveva un foglio di ricovero del vicino ospedale Fatebenefratelli, grazie al quale è stato possibile identificarlo e ricostruire che era stato dimesso dall’ospedale il 12 dicembre scorso.

    Il secondo ’clochard’ è stato trovato stamane in un giaciglio di fortuna che aveva realizzato davanti all’ingresso di un centro commerciale all’Olgiata, una zona residenziale alla periferia nord della capitale. I carabinieri hanno accertato che si tratta di un italiano di 70 anni, senza fissa dimora, abbastanza conosciuto nella zona. Proprio in seguito ad una segnalazione dei carabinieri, l’uomo era stato recentemente ricoverato in un centro di assistenza, ma, dopo qualche giorno, volontariamente, come spesso capita in questi casi, se ne era allontanato e aveva fatto perdere le sue tracce.

    Dall’inizio dell’anno, dunque, il freddo ha già fatto tre vittime. La mattina di Capodanno, infatti, il cadavere di un uomo di 31 anni, originario di Messina, era stato scoperto alla periferia di Modugno, in provincia di Bari, in un cunicolo di un sottovia che l’uomo utilizzava da tempo come rifugio per la notte.

    "Non è il freddo che uccide le persone della strada. E’ lo sbocco complesso delle difficoltà della vita sulla strada: violenza, logoramento, umiliazione, disumanizzazione", ha detto alcuni giorni fa il presidente dell’associazione francese Collettivo dei morti sulla strada, Christophe Louis.

    Per i senzatetto, sottolinea l’associazione, la speranza di vita è appunto fissata sui 50 anni, in un paese, la Francia, in cui è più di 80: 77,2 per gli uomini, 84,1 per le donne. E i Sdf, come li chiamano in Francia, ovvero ’Senza domicilio fisso’, muoiono in estate e in inverno: il freddo non è che uno pericoli che i barboni si trovano ad affrontare quotidianamente. Ci sono la cattiva alimentazione, l’assenza di cure, il logoramento del corpo a causa del vagabondaggio, un sonno discontinuo per timori di aggressioni, la violenza. "Per strada - ha sottolineato Louis - la gente si consuma, si logora, giorno dopo giorno".

    (la Repubblica, 2 gennaio 2008)

  • Ecco qualcosa a proposito dei Marcucci margheriti cosa rossa , vedi il link,c’e’ anche il video della BBC

    http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/panorama/6032047.stm

  • Va bene, la scelta non è piaciuta a nessuno, persino su Aprile on line si trovavano commenti del tipo: "ma almeno lasciateci il rosso".

    OK, siamo tutti d’accordo, ma bisognava far entrare i verdi o no? Non hanno cantato nemmeno bella ciao il 9 dicembre, volevate che accettassero il nome comunisti la falce il martello la stella e perché no, la bandiera d’italia?

    Compagni, si è scelto alla svelta un percorso unitario zigzagando tra le opzioni organizzative(che, lenin docet, sono tutto). Siamo arrivati a questo punto: l’arcobaleno.Non è il massimo ma è un inizio. E’ un inizio! Pensiamo alla sostanza delle cose, i buoni simboli non impediscono di trasfigurarle; un esempio per tutti: la quercia, il simbolo di un grande e robusto partito di massa che prendeva radici dalla tradizione comunista italiana. E ora che ne resta?

  • La falce meritava di sparire da tanto tempo, per l’interesse e l’assenza di sostegno che ha caraterizzato la politica delle sinistre o le politiche della sinistra (non so quale sarebbe il più adatto!) per il mondo agricolo negli ultimi 50 anni!!!

    Il martello da solo non è un simbolo che profuma di pacifismo.....

    L’arcobaleno é marketting, almeno si intravede quello che ci viene offerto nella realtà, di tutto e dipiù....

    Hirondelle

  • All’inizio sono rimasto molto deluso dalla cancellazione di falce e martello dal simbolo. Credo che sia vero che falce e mertello sintetizzassero l’unione tra condadini e operai, ma per stensione di pensiero è innegabile che tali simboli indicassero il lavoro.
    Adesso sono d’accordo con questa scelta. Oserei andare oltre, chiederei a PRC e PDCI di non definirsi nemmeno più Comunisti.
    I Comunisti si devono riappropriare delle strade e delle lotte che dalle strade arrivano. La "grande cosa rossa" pensa a come soppravvivere all’interno delle istituzioni, mitigando ogni forma di conflitto sociale, e cerca veltroni come intrlocutore.
    I Comunisti devono avere i lavoratori come interlocutori, i Comunisti organizzano i lavoratori per ottenere maggiore dignità e giustizia sociale. I Comunisti non portano 2 millioni di persone in piazza, per rispondre alla costituzione del pd, dicendo di opporsi all’ accordo di luglio che poi puntualmente firmano.
    PRC E PDCI dovrebbero cancellare anche la parola Cominta/i dal proprio simbolo.

    Saluti Comunisti

  • Egr. Direttore, spett. Redazione,

    Desidero informare tutti i frequentatori del sito e lettori del Vs giornale, che l’8 marzo 2008 . in provincia di Torino, si terrà un interessante convegno dal titolo: "LEGGI SCELTE O SUBITE: la MAGISTRATURA si INTERROGA - valori etici ed esperienze a confronto ", a cui parteciperanno Magistrati di chiara fama, tra cui il Procuratore Bruno TINTI autore del libro "Toghe Rotte" e MARCELLO MADDALENA, Procuratore Capo della Repubblica presso il tribunale di Torino
    Ci si propone di fare una disanima del Sistema normativo dello Stato italiano che sembra programmato per non funzionare e proporre soluzioni alternative.
    Per informazioni visitare il seguente link:
    http://www.creaconvegni.it

    Vedi on line : http://www.creaconvegni.it

  • Giorgio Cremaschi (Fiom) ad Affaritaliani.it: a casa tutta la classe dirigente della sinistra radicale. Bagno di umiltà e ripartire dal conflitto sociale
    Venerdí 25.04.2008 14:17

    Una requisitoria durissima. Un attacco frontale e senza sconti ai vertici dei partiti della Sinistra Arcobaleno. Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom e leader della ’Rete 28 aprile’, analizza con Affaritaliani.it la sconfitta elettorale della Cosa Rossa e lancia alcune proposte su come ripartire. "Anche se avessero preso il 4% e fossero entrati in Parlamento sarebbero stati comunque totalmente ridimensionati. C’è stato un crollo perché la Sinistra Arcobaleno non aveva alcuna credibilità. Ma se qualcuno pensa che in Italia le posizioni radicali e conflittuali siano al 3%, andrà incontro a delle sorprese.

    Chi ragiona in termini di lotta è una percentuale molto, molto più alta". Quindi? "Semplicemente l’Arcobaleno non ha avuto alcuna credibilità presso il suo elettorato. La campagna elettorale è stata particolarmente fiacca, ma l’elettorato è andato dappertutto. C’è stata una sorta di liberi tutti. E’ andato verso l’astensione, verso il Pd, verso i due partiti trotskisti, verso l’Italia dei Valori e anche verso la Lega. Anche se il passaggio diretto degli operai al Carroccio non è stato elevatissimo".
    Quali sono stati i principali errori? E chi li ha commessi? "Chi ha più alte responsabilità ha commesso gli errori maggiori. Principalmente Bertinotti e Diliberto. Questa catastrofe però è cominciata subito dopo le elezioni del 2006, quando ci si è inchiodati al governo e alla presidenza della Camera, si è accreditato un quadro opposto alla realtà. Agli occhi dei media era la sinistra radicale che condizionava e ricattava il governo, una clamorosa trappola mediatica in cui sono caduti tutti, anche Veltroni. Era vero l’esatto contrario. L’Arcobaleno non ha contato nulla e non ha portato a casa niente. C’era il massimo di distanza tra il dire e il fare. Gran parte delle sue forze avevano partecipato alle lotte sociali più radicali eppure al governo ha contato zero. E’ chiaro che c’è stato un fallimento dei gruppi dirigenti".

    Come ripartire adesso? "Dal conflitto sociale e da un bagno di umiltà. Le costituenti di cui si parla e che in molti lanciano sono esercizi ridicoli, quella comunista e quella dell’Arcobaleno sono costituenti del nulla. Sono il 3% del 3%. Nichi Vendola poi fa discorsi vecchissimi. Niente è più vecchio di chi dice che è il nuovo. Ma anche chi dice ’ripartiamo da Rifondazione Comunista’ non ha capito che è un partito in profonda crisi. Il gruppo dirigente arroccato attorno a Bertinotti ha gestito in modo assolutamente autoritario l’organizzazione. Accordi di vertice, rottura ed espulsioni come quella di Turigliatto. Adesso dicono ’mettiamoci assieme’? Ma chi? Serve un bagno di umiltà enorme che analizzi la quantità infinita di errori commessi, altrimenti non si riparte e non si va da nessuna parte".
    Ritorno al passato, dunque? "Per me la falce e il martello sono importanti, ma l’Arcobaleno ha perso perché al governo non hanno combinato niente. Anche con il simbolo della falce e del martello avrebbero preso gli stessi voti. Però non sono per abolirla, sono comunista. E’ stata una sinistra d’elite... è come sparare sulla Croce Rossa. Sono stati lontanissimi dalle persone reali che volevano rappresentare". Poi l’affondo: "Serve assolutamente una nuova classe dirigente, perché quelli che hanno gestito questa fase non possono gestirne un’altra. Mi appello a tutti i militanti dei partiti, anche dei Verdi. Bertinotti due anni fa disse ’la classe politica si gioca il suo futuro’, appunto: se l’è giocato malissimo. Un ricambio generale di persone è scontato. Sono condizioni necessarie ma non sufficienti. Si è inseguito un Palazzo dell’estrema sinistra, perché c’è anche la casta sindacale e una castina dell’estrema sinistra che ha pensato di vivacchiare mentre tutto sprofondava".
    "A questo punto penso che si debba ripartire da un’idea di partito forte e fondato sui militanti, come insegna la Lega, quindi popolare", spiega Cremaschi. "La Lega ha copiato il modello del Partito Comunista e del movimento operaio. Parlo delle feste, delle salimine, della partecipazione e del fatto di essere in mezzo alla gente. I partiti non si fondano a Porta a Porta. E’ un accanimento terapeutico pensare di rilanciare l’Arcobaleno dopo questo disastro, chi pensa di farlo è fuori dal mondo e non ha capito nulla. Ma non basta dire viva la falce e il martello. Ora si impegnino davvero nel sociale, sui salari, sul conflitto che ci sarà, e non solo perché la destra è tornata al governo. Prodi è stato battuto per questo e se Berlusconi decide di seguire i consigli di Montezemolo si aprirà inevitabilmente il conflitto. Si occupino di questo. Pensino ai movimenti e non all’ingegneria politica".

    FIRMO E CONTROFIRMO L’ARTICOLO DI CREMASCHI: A casa tutta la classe dirigente della sinistra radicale. Bagno di umiltà e ripartire dal conflitto sociale