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Michele Fabiani deportato nel lager di Sulmona

Publie le domenica 27 gennaio 2008 par Open-Publishing
6 commenti

MICHELE TRASFERITO A SULMONA. IL CARCERE DEI SUICIDI. MA ANCORA NON BASTA?
GLI INQUISITORI DI BRUSHWOOD HANNO DEPORTATO MICHELE NEL CARCERE DI MASSIMA SICUREZZA DI SULMONA. VERGOGNA !

Il "capo" del "manipolo" di pericolosissimi "terroristi" di Spoleto, rei confessi di aver fatto qualche scritta sui muri, carcerati senza alcuna prova con l’accusa di aver minacciato la Presidente della Regione Lorenzetti, è stato portato via da Perugia, di nascosto dagli avvocati e di nascosto dai parenti, che hanno appreso la notizia quando questa mattina ( madre e le due nonne ) si sono recati a fargli visita nel carcere di Capanne.

Il terzo mondo è qui. La violenza con cui le istituzioni "democratiche" trattano i detenuti e i loro famigliari fa vergogna, e neanche una carcerazione sulla base di presunti indizi e in mancanza di qualsiasi condanna fa differenza.

Il nostro cuore piange, ma dai nostri occhi non uscirà una lacrima, abbiamo da combattere una battaglia di liberazione che non lascia spazio alle emozioni.

Attraverso Internet siamo venuti a conoscenza che Michele è inserito negli elenchi dei detenuti politici di Sulmona dal 24 gennaio, ore 12.

Il carcere di Sulmona, altrimenti chiamato il carcere dei suicidi, ha visto un lungo elenco di carcerati usciti morti in pochissimi anni, al punto che molti giornali hanno detto che da quelle celle è più facile uscire morti che vivi.

Attraverso l’Avvocato difensore Vittorio Trupiano il caso Fabiani sarà da martedì all’attenzione della Corte Europea per la difesa dei diritti dell’uomo con sede in Strasburgo.

La difesa invocherà l’applicazione delle misure provvisorie (artt. 54-57 regolamento A), perchè la Corte blandisce severamente le carcerazioni preventive ad usum confessionale

Chiediamo a chi ha a cuore la giustizia e la libertà di schierarsi immediatamente.

Non solo l’innocenza certa alla prova dei fatti, ma perfino le accuse, peraltro inventate e prive di riscontri, appaiono ridicole e misere a fronte di quello che gli stanno facendo. Il disprezzo che esce dai nostri cuori non potrebbe essere più grande verso coloro che gestiscono questo circo dell’orrore che chiamano giustizia.

Scrivete subito a :
Michele Fabiani
Carcere di massima sicurezza
via Lamaccio 21 - 67039 Sulmona (AQ)

Comitato 23 ottobre

Spoleto 26 gennaio 2008

Messaggi

  • Il problema in Italia non è tanto la destra o la sinistra (eccetto qualche convinto ideologo, rovesci della stessa medaglia), quanto l’amministrazione della Giustizia, perchè di Giustizia stò scrivendo, anche se nel caso di specie o levo la maiuscola o scrivo direttamente Ingiustizia.

    Mi riferisco all’infraventunenne, incensurato, Michele Fabiani ed al suo infinito calvario, passato in secondo ordine mediatico, ma non su questo sito, a causa di un turpe omicidio di una studentessa inglese in quel di Perugia, ed è noto che nel "recipiente" intellettivo del quisque de populo la tresca perugina, fosse solo per i suoi connotati dal profilo squallidamente basso-casalingo, al pari dell’altrettanto turpe omicidio di Cogne ( a proposito, quella, la Franzoni con una sentenza di appello che la condanna a 24 anni, o 16, ora non ricordo, imputata di avere ucciso suo figlio, a due passi dalla definitività del provvedimento, se ne va a zonzo per l’Italia, dentro c’è stata poco o niente.

    Motivo? Non ci sono mai state esigenze cautelari, omicidio, infanticidio, svanisce il pericolo di fuga ed anche quello di inquinamento delle prove.. mah!).

    Michele, che avrebbe (?) spedito 3 proiettili a scopo dimostrativo ad un politico, Michele, dicevo, deve stare dentro ed a carcere duro, si perchè la nuova destinazione di Sulmona, anche senza 41 bis, è delle più insopportabili, per il clima, per la severità degli addetti ai lavori, per quel totale senso di alienazione che ti prende quando ti chiudono il blindato, ma soprattutto per il latriti dei cani "da guerra" che popolano la struttura carceraria.

    Non a caso è il carcere col maggior numero di suicidi..al punto che si suicidò pure l’allora direttrice Dr.ssa Miserere, trovata esanime nel proprio letto con un foro alla testa e con accanto l’immancabile pastore tedesco di nazista memoria.

    Bravi!

    Chi lo ha deciso, il DAP, il P.M.?

    Certo è che ora la passerella di politici che andavano e venivano dal carcere perugino non c’è più, insomma, un fastidio in meno, tranne il ripertersi del fenomeno anche a Sulmona, in tal caso il Fabiani dovrebbe a breve termine fare il giro d’Italia, già perchè egli rappresenta un’idea, la incarna, e non un crimine, e per ciò stesso la solidarietà non gli mancherà mai.

    E’ pure una mera coincidenza che il trasferimento sia avvenuto a caduta verificatasi del governo Prodi, nella cui pseudo coalizione erano oramai in tanti ad aver espresso solidarietà a Michele, tradottasi sinanche in diverse interrogazioni parlamentari ad un Ministro della Giustizia forse preso da altri problemi.

    Ecco, appunto, il problema è che occorre una quanto mai rapida mutazione della Costituzione repubblicana in materia di Giustizia.

    In tutta evidenza, i Giudici in Italia hanno troppo potere, al punto da autogovernarsi, essi sono soggetti solo a loro stessi, nonchè all’azione penale che, però, loro stessi gestiscono.

    E’ anche e soprattutto ciò che partorisce una infinità di disparità di trattamento fra gli stessi detenuti o imputati.

    Là ammazzi e stai fuori, a due passi dalla definitività del provvedimento, quà pensi, quindi sei un terrorista e stai dentro.

    Si perchè, in tutta franchezza, anche se fosse stato realmente Fabiani, e non è così, non vi sembra che abbia già pagato abbastanza?

    Perchè una interpretazione delle esigenze cautelari così ferrea nel suo caso, e tanto, ma tanto lassiva, permissiva, in altri, anche più gravi e di ben maggiore allarme sociale?

    Perchè non vedere celebrare il suo processo da uomo libero, al pari di tanti, ma proprio tanti, imputati di delitti ben più gravi?

    Meditate, io nel frattempo il suo caso, dall’arresto ad oggi, mi accingo a portarlo alla Corte Europea e non penso proprio che anche a Strasburgo plaudiranno a questa splendida operazione dei R.O.S. e correlate informative.

    Vittorio Trupiano

    • Hanno portato via Michele dal carcere di Capanne di Perugia, dove, almeno, i genitori potevano raggiungerlo più facilmente.

      Sono senza parole, ma l’unica che mi viene da dire è: vergogna. Mi vergogno di essere cittadina italiana. Mi vergogno di vivere in Umbria dove le più alte istituzioni regionali plaudirono all’operazione Brushwood che ha messo in carcere persone e ce le tiene ancora, senza prove. La mondezza non è solo in Campania. E non è solo quella dei rifiuti.
      Daniela De Gregorio

    • prima di tutto ricordiamo cosa è il carcere di Sulmona
      http://isole.ecn.org/filiarmonici/sulmona2001.html

      In merito a quello che dice l’avvocato Trupiano.

      Non sono certo io a meravigliarmi se la Giustizia è una giustizia di classe,
      ossia sostanziata nella vendetta del potere che viene offeso.
      Proprio oggi davano la notizia di un extracomunitario
      che uscito dall’ospedale perché aveva fame aveva rubato yogurt e biscotti, e
      a distanza di anni è stato raggiunto da quell’orba di giustizia dei padroni.
      Come dice De Andrè
      noi sappiamo che non è reato rubare quando si ha fame, noi!
      Allora io penso che il problema non sia l’amministrazione della Giustizia o
      i giudici che hanno troppo potere, il problema è sempre quello di fondo che
      lo Stato del Capitale non prevede proprio
      la Giustizia ma solo la vendetta.
      Ciò non vuol dire che non bisogna tentare tutte le strade legali per cercare
      di sfuggire a questa legge che è il fondamento di tutte le leggi, anzi si
      DEVONO tentare con questa chiarezza in testa, però, cosa che credo vuole
      anche Michele, per quello che lo conosco.

      Certo debbo ammettere che sul piano etico persone dotate di sensibilità
      restano colpiti da come mediaticamente si solleticano gli istinti più
      negativi col dare grande pubblicità ad ogni tipo di sordidume,
      anche questo è fatto scientemente, infatti mi pare che per non so quale
      delitto efferato migliaia di persone stanno facendo la fila al processo come
      se andassero ad un concerto.
      Questo ci da la cifra del perché persone come Michele sono "mostri" e magari
      la madre di Cogne no. Perché le idee di Michele o magari anche le mie
      mettono paura, sono pericolose, altri fattacci invece vengono amplificati
      perché brutalmente: se vi accoppate tra di voi è meglio!
      Basta che noi restiamo innocenti a vita che poi è quello che vogliono
      ammantando di nobili motivazioni le loro dimissioni (Toto’), o arrivando a
      citare pure versi, pensate un pò! (Clemente).

      In effetti certi fatti sono amplificati perché hanno rovesciato la frase di
      Dante
      fatti foste a viver come bruti.....
      quale seguir virtude e conoscenza?

      Ho notato una cosa in proposito, su rai tre nazionale, notate rai tre, non
      una parola su Michele, non una parola sul processo di Cosenza, ma una serie
      di servizi su giovani universitari che si prostituiscono con signore
      attempate per mantenersi agli studi.
      Come fa una smaliziata come me a non pensare che tali servizi reiterati sono
      fatti ad hoc, nel senso
      lo stato sociale non c’è più.
      ARRANGIATEVI

      annassero a fare in culo con la loro ipocrisia cattolica
      vittoria oliva
      tredicesima imputata del Sud Ribelle

    • Subdolo, come un male incurabile, si avverte un pericolo che si chiama assuefazione. E’ incontrovertibile che dopo Genova 2001, si è visto un accanimento generalizzato, una accelerazione esponenziale della repressione non solo verso chi aveva espresso la sua ribellione per le vie di Genova allo stato di cose presenti, alle DEVASTAZIONI effettive, reali in campo economico, sociale, politico, morale causate dagli interessi dei potenti della terra: questo non bastava, non bastava soffocare quella giusta rivolta nel sangue e non bastava trascinarla nelle aule dei tribunali. Per il potere era questione vitale fermare, sul nascere, ogni forma di protesta e contestazione alle devastazioni che subiamo, alle devastazioni a cui voglio piegare le vite non solo dei militanti ma di tutti i "sottoposti". Quindi è partita una caccia alle streghe generalizzata, numerosissime sono state le inchieste e i compagni incarcerati ed inquisiti, si può dire che ogni regione ha avuto il suo numero di "mostri" sbattuti in prima pagina. Inchieste, va sottolineato, basate tutte su indizi risibili: Ma bisognava creare il clima del pericolo terrorismo nel nostro paese per distrarre le masse da quello che è il terrore vero, perché di terrore vero è altro e di diversa natura: il terrore vero è lo sfruttamento da cui ricavano i profitti, il terrore vero è la situazione economica delle famiglie, e sono le loro stesse statistiche ad ammetterlo, spudoratamente, il terrore vero è di ritrovarsi senza casa, senza sanità, senza diritto alla cultura, il terrore vero è di morire come alla TissenKrupp o a Marghera. Come sempre LA STRAGE E’ DI STATO.

      E’ in questo contesto che si inquadra l’inchiesta che vede coinvolti i compagni Michele, Andrea, Dario, Mariano. Il copione è sempre il solito, cambiano solo i nomi dei" mostri". Il reiterare ininterrotto di inchieste giudiziarie di questo genere, può generare uno stato di assuefazione, anzi ,scientificamente, credo, che seguano questa strategia del ragno proprio per ottenere questo risultato; del resto non ci si è abituati al fatto che ci sia una guerra permanente? la "gente" sbuffa e mugugna perché non ce la fa ad arrivare alla fine del mese ma non ha coscienza del fatto che si vive in una economia di guerra, che lo stato sociale deve pagare i costi della guerra, più naturalmente tutti i soldi che si fottono loro personalmente, quelli che sono "fatti loro", e fatti per loro. Ora se per loro è vitale tenere chi si ribella allo stato di cose presenti perennemente in galera, sotto inchieste ed inquisiti è vitale per tutti noi esprimere apertamente la nostra rivolta a tali nefandezze, non lasciarsi abbattere e continuare a lottare per la liberazione di chi è ingiustamente accusato. Cento giorni di galera sono lunghi, cento giorni di galera per dei giovani possono essere devastanti, e quello a cui si mira, eppure questi giovani dimostrano col loro comportamento di saper resistere e sono un esempio per tutti noi.

      Del resto per avere la cognizione reale della realtà in cui viviamo basta pensare alla dignità di Michele e di questi giovani e allo spettacolo inverecondo che si è visto al senato ultimamente, basta pensare alla munnezza che travolge Napoli e a De Gennaro che da Genova va a fare pulizia a Napoli, si è visto e si vede in che modo.

      Ben vengano quindi iniziative di questo genere e mi auguro che molti partecipino a questo presidio permanente. Non è in gioco solo il destino di questi compagni, è in gioco la vita di tutti noi, la nostra agibilità politica e la nostra dignità di esseri umani.

      L’Avamposto degli Incompatibili www.controappunto.org

    • E’ ormai evidente per tutti che contro Michele è stata orchestrata una maldestra montatura, fondata solo su sospetti e illazioni, e che il suo arresto, come quello degli altri compagni, è del tutto arbitrario: si tratta di una bieca vendetta dello stato e del suo braccio armato(l’ineffabile gen. Ganzer, capo dei ros, imputato in un processo in corso a Milano di reati gravissimi).

      Ma questo ultimo episodio è particolarmente odioso e crudele perchè colpisce Michele nei suoi affetti (maggiori difficoltà per le visite dei familiari), nel suo dirito alla difesa (analoghe difficoltà per i contatti coi difensori) e soprattutto nel rapporto di generale e convinta solidarietà che si è creato nella sua zona di origine.
      Proprio per questo, visto che il potere teme la solidarietà popolare, dobbiamo tutti mobilitarci per far sentire a Michele tutta la nostra affettuosa solidarietà e per una sua rapida lberazione.

      Se Michele è colpevole di qualcosa, cioè di aver professato apertamente le sue convinzioni e le sue idee libertarie, ALLORA SIAMO TUTTI COLPEVOLI, ALLORA ARRESTATECI TUTTI

      Maurizio Bassetti

    • Vorrei esprimere tutta la mia vicinanza alla famiglia Fabiani il cui figlio Michele è stato travolto da una giustizia che sta sempre più dimostrando di essere ingiusta e persecutoria, degna di un paese incivile come sta diventando il nostro.
      Vorrei anche esprimere il mio sconcerto per la risposta alla mamma del giovane Fabiani
      scritta da un portavoce della Presidentessa della Regione Umbria e pubblicata il 23
      gennaio sulle pagine di un quotidiano locale.
      Sono rimasto allibito come cittadino dal tono minatorio della risposta del portavoce
      quando parla di "notizie ed affermazioni gravi, che potrebbero presupporre responsabilità
      civili e penali" .
      Nessuno credo possa negare quanto è stato pubblicato dalla stampa nazionale, locale e sul sito della Regione Umbria
      (http://www.regione.umbria.it/news.asp?id=8304) lo stesso giorno dell’arresto dei 5 ragazzi.
      In quegli articoli si riportano le espressioni di apprezzamento della Presidentessa ai magistrati e alle forze dell’ordine per l’operazione Brushwood.
      E’ come se nei confronti di questi ragazzi fosse stata espressa a priori una sentenza di
      condanna. Non capisco quale altra lettura si possa dare a certe notizie.
      Noi cittadini ci
      saremmo aspettati non dico delle scuse per delle parole che sembrano una condanna a
      priori, ma per lo meno qualche parola di vicinanza o di solidarietà ad una mamma convinta, come tutti noi, dell’innocenza del suo ragazzo ventenne.
      Alessandro Asinari di San Marzano