Home > Ripartiamo dalla Conferenza di Carrara

Ripartiamo dalla Conferenza di Carrara

Publie le sabato 7 giugno 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Ripartiamo dalla Conferenza di Carrara

di Luciano Barracco *

Non esiste nel nostro Partito una contrapposizione tra chi sostiene la necessità di un percorso unitario a sinistra e chi invece si oppone a tale processo. Piuttosto questo congresso dovrà discutere delle modalità attraverso le quali questo progetto si potrà concretizzare. Il modello sperimentato all’epoca del referendum per l’estensione dell’articolo 18 alle aziende sotto i 16 dipendenti, rappresenta dal mio punto di vista un’espressione efficace di come questa strada possa essere perseguita attraverso la centralità dei contenuti e non immaginando torsioni politiciste da ceto dirigente, come si è rivelata invece l’esperienza della Sinistra Arcobaleno.

Senza chiedere a nessuno di rinunciare alla propria autonomia politica e organizzativa, si costruì una vasta unità d’azione che partiva da Rifondazione Comunista, il PDCI, Socialismo 2000, la Fiom, il sindacalismo di base, fino a raggiungere associazioni come l’ARCI e settori consistenti dei movimenti. Ci battemmo contro lo strapotere mediatico e l’opposizione aperta persino dei DS, ma nonostante ciò, raccogliemmo oltre 10 milioni di si; un patrimonio che troppo presto abbiamo lasciato disperdere e che invece avrebbe meritato un’analisi più approfondita, perché potenzialmente costituiva una base importante di consenso sulla quale costruire una piattaforma programmatica più compiuta.

Se all’epoca, si fosse proceduto con forzature che prevedevano improbabili “costituenti” di sinistra o comuniste, quell’esperienza non sarebbe stata possibile e avrebbe probabilmente anticipato una contrapposizione i cui effetti laceranti sono sotto i nostri occhi. Da ciò si può dedurre che riaffermare la centralità di Rifondazione Comunista per l’oggi e per il domani, è esattamente il contrario del rinchiudersi in un recinto identitario o di nicchia.

Occorre un Partito Comunista capace di organizzare lotte, sviluppare movimenti, che torni a radicarsi nella società e nel mondo del lavoro, un partito che consenta di tenere aperta la prospettiva di superamento del capitalismo. E da li, consapevoli della propria non autosufficienza, costruire l’unità d’azione delle sinistre.

Naturalmente l’esito disastroso, dalle dimensioni epocali, dell’ultima tornata elettorale, rende tutto drammaticamente più difficile, perché oltre ad un partito di massa, moderno, come strumento del cambiamento, c’e’ da ricostruire un senso comune, in questo nostro paese seppellito da un’ondata clerico fascista senza precedenti dal dopoguerra.

Per provare a ripartire, però, non è possibile rimuovere le cause che ci hanno condotto ad una catastrofe di dimensioni storiche. Tra queste ne individuo principalmente una: il fallimentare impianto strategico del Congresso di Venezia (l’alternanza come primo passo per l’alternativa), che è stato perseguito tra l’altro con logiche maggioritarie all’interno del nostro partito.

Questa critica è avanzata con molta nettezza nel documento che io sostengo e riprende limpidamente l’elaborazione unitaria della Conferenza nazionale di Organizzazione tenuta a Carrara nel 2007. E’ da li che occorre ripartire, rafforzare il partito, la sua autonomia, il suo essere comunità condivisa, la sua capacità organizzativa, restituendo ai circoli e agli iscritti un ruolo centrale attraverso una ritrovata modalità di partecipazione dal basso; allo stesso tempo dare delle basi concrete alla propria vocazione unitaria perché dall’antipolitica si esce solo collocando la centralità del proprio agire nella società.

Quella che si prospetta come una lunga traversata nel deserto dagli esiti tutt’altro che scontati, richiede un grande sforzo di umiltà da parte dei nostri gruppi dirigenti, un atto di responsabilità da perseguire anche attraverso la proposta di gestione unitaria qualunque sia l’esito congressuale , contenuta nella mozione “ Rifondazione Comunista in movimento”.

* Cpf Milano

Valorizzare il Saper Fare

esserecomunisti