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Dal circolo di Avellino del Prc

Publie le sabato 28 giugno 2008 par Open-Publishing
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Rifondazione: VII congresso

Dal circolo di Avellino del Prc

Cari compagni,

siamo come tanti profondamente preoccupati di quanto sta accadendo nella nostra comunità in questa fase congressuale. Temiamo che l’acuirsi dello scontro che sta investendo il partito possa generare la dissoluzione dell’importante esperienza della Rifondazione Comunista nel nostro paese, proprio nel momento in cui la vittoria elettorale ma soprattutto il predominio culturale delle destre rende necessaria un’opposizione forte e non virtuale.

La nostra, pur essendo l’unica sezione del comune capoluogo della nostra provincia, è una comunità piccola (36 iscritti lo scorso anno) ma viva. Tra mille inevitabili difficoltà abbiamo cercato di rappresentare sempre una voce critica e plurale in un territorio che risente dei limiti della provincialità, della nuova crisi del Mezzogiorno, dei meccanismi di potere di un consolidato sistema rimasto, in tutti i sensi, democristiano.

Siamo compagni che partecipano attivamente ai momenti di discussione, ma non ci entusiasmano con le conte. Il numero dei tesserati e le posizioni all’interno del nostro circolo non hanno mai risentito delle logiche di fazione nelle fasi congressuali.

Pur consapevoli della fase, e pur trovando un’inedita quanto mai ampia condivisione di una linea, anche questa volta abbiamo preferito evitare “allargamenti impropri” della platea congressuale . Anche perché il circolo di Avellino del Prc, per motivazioni che non conosciamo, ha ricevuto le tessere per il 2008 dalla federazione provinciale irpina soltanto martedì 24 giugno.

Il 25 giugno, alle 16 e 46, è stata inviata una mail inattesa alla nostra casella di posta elettronica da parte di un compagno iscritto nel 2007 in un altro circolo del partito – quello del suo comune di residenza, che si faceva portavoce di 24 persone desiderose di iscriversi al circolo di Avellino di Rifondazione Comunista e di partecipare all’imminente congresso di sezione (previsto per il 5 luglio, quindi esattamente 10 giorni dopo la richiesta) per sostenere le ragioni del documento che ha come primo firmatario Nichi Vendola.

Una procedura quanto meno anomala e un tesseramento oggettivamente impraticabile per la partecipazione col voto al congresso.

Sappiamo che qualcuno nella nostra federazione tenterà di imporci un’operazione moralmente discutibile e assolutamente illegittima ai sensi dello statuto e del regolamento congressuale, falsando l’esito del nostro congresso. Ma al tempo stesso facciamo presente non ci sarà alcun pregiudizio nel valutare, appena possibile (il segretario del circolo è al momento fuori per una brevissima vacanza post-matrimoniale) le singole richieste di adesione.

Vi chiediamo, gentilmente, di esprimervi rispetto a quanto posto alla vostra attenzione.

La nostra mail è prcavellino fRa email.it

Messaggi

  • Salve, sono Lucio Garofalo di Lioni, un Comune (guarda caso) della provincia di Avellino.
    Dall’anno 2003 (una data che sembra distante un secolo!) non sono più un iscritto, e ad essere sinceri nemmeno un simpatizzante del Prc, anche e soprattutto per le ragioni rapidamente descritte dai rappresentanti del circolo avellinese nel loro intervento. Perciò conosco molto bene i metodi e gli espedienti di natura "democristiana" escogitati e adottati puntualmente nelle fasi congressuali per "gonfiare" artificiosamente le tessere delle iscrizioni e, dunque, i consensi e i voti a proprio favore, soprattutto da parte di alcuni settori del partito, quasi sempre legati alla segreteria provinciale di turno. Quando ero iscritto io, la segreteria provinciale era guidata da Maraia, poi espulso dall’attuale dirigenza che all’epoca era all’opposizione... in attesa di prenderne il posto!
    Insomma, sono cambiati i vertici locali del partito, ma non i metodi di gestione, che restano praticamente gli stessi, ossia retti sugli inganni, sulle menzogne, sulle scorrettezze e sulle mistificazioni.
    Francamente, mi permetto di consigliare ai giovani compagni del circolo di Avellino di tenere duro e denunciare le eventuali scorrettezze, "stranezze e anomalie", impiegando tutti i mezzi e i canali di comunicazione e di protesta messi a loro disposizione, così come hanno giustamente fatto in questa occasione. Nel contempo, sono cosciente che la posizione e l’atteggiamento del circolo avellinese costituisce una vera e propria eccezione nel panorama della federazione provinciale di Avellino (e temo che la situazione sia identica, o simile, anche in altre federazioni), mentre la regola nella stragrande maggioranza dei circoli della provincia è esattamente un’altra, ovvero quella prassi di stampo opportunistico e democristiano, che è stata efficacemente esposta nell’articolo in questione.
    Personalmente sono assai scettico, non credo molto nelle possibilità (anche se esistono enormi potenzialità interne) di cambiamento di questo partito "maledetto", consegnato da tempo nelle mani e nelle fauci (ingorde, voraci e insaziabili) di quelli che io definisco "forchettoni rossi", presenti in gran copia sia a livello locale e ancor più a livello nazionale. Una prospettiva di rinnovamento effettivo è, a mio avviso, impossibile nella misura in cui non basta sostituire i vertici per rimediare ai problemi interni, per sconfiggere e curare il "male" dell’opportunismo, del carrierismo e dell’arrivismo di molti burocrati e funzionari di partito, per eliminare le contraddizioni insite in una forza politica che è corrotta dal potere e dall’ideologia borghese. Non serve a molto rinnovare i quadri e il personale dirigente, se poi i metodi di gestione, di organizzazione e di conduzione del partito, sono praticamente gli stessi di sempre. Pertanto, ritengo sia necessario (ri)partire da una vera RIVOLUZIONE DAL BASSO, ossia da una sorta di "movimento tellurico" provocato dalla base che sconquassi e sconvolga radicalmente gli equilibri intestini, gli assetti organizzativi e gestionali, la struttura, i metodi e la linea ideologica e pratica del partito. In tal modo si può forse sperare ed immaginare che possa emergere dalle macerie un soggetto politico totalmente rinnovato e ricostruito ex novo: non tanto e non semplicemente un nuovo partito, ma un ALTRO partito, una sorta di Rifondazione RIFONDATA... dalla BASE. Questo è il mio auspicio, la mia speranza ma, nel contempo, il mio scetticismo "cosmico" mi induce a dubitare fortemente, ritenendo che si tratti di una semplice illusione, di una sciocca chimera. Per quanto mi riguarda, io non voglio più avere a che fare con i "forchettoni rossi" che hanno dissipato il ricco e prezioso patrimonio di idee, di valori, di esperienze storiche, di risorse umane, intellettuali, morali e politiche, dei movimenti e delle lotte delle donne, dei giovani, dei pacifisti e degli attivisti no-global, dei lavoratori e del mondo operaio di questo sventurato paese che è l’Italia. Un paese sciagurato, in quanto è stato consegnato nelle luride mani dei (post e cripto)fascisti e dei rozzi leghisti, degli affaristi e degli speculatori, dei servi e lacchè berlusconiani, del governo più demagogico e razzista del dopoguerra, insomma della peggiore destra europea, anche e soprattutto per colpa dei "forchettoni rossi" che ancora sono e prosperano nel Prc.
    Lucio Garofalo, Lioni (Avellino)