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Perché, comunque vada, ho perso il congresso

Publie le martedì 1 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Perché, comunque vada, ho perso il congresso

La nostra discussione poteva essere un arricchimento per tutti, ma…

di Nicola Cesaria, segretario provinciale Prc Brindisi

Ho perso il congresso, questo è certo.

Non mi riferisco alla mozione che ho sottoscritto, ma alle modalità con cui si sta effettuando il congresso, per lo meno nella mia regione, la Puglia. Ho cercato in tutte le maniere di battermi perché qualunque mozione si condividesse, ci si ascoltasse e ci si confrontasse con il dubbio che avesse ragione l’altro e la curiosità di scoprire le ragioni altrui. Perché questo tour de force estivo potesse diventare un grande processo di discussione coinvolgente quanti più compagni possibile perché questa nostra crisi, perfino questo congresso a documenti contrapposti, si potesse trasformare in un arricchimento per tutti.

Nelle settimane scorse arrivavano notizie, dalle altre federazioni, di strani fenomeni: un nuovo circolo aziendale aperto a Bari all’indomani dell’indizione del congresso che avrebbe fatto 70 iscrizioni in pochi giorni, una compagna costretta a rinunciare al rinnovo del contratto di collaborazione con la Regione Puglia perché avendo sottoscritto un mozione diversa dall’Assessore si era perso il “rapporto fiduciario”, una serie di noti collaboratori della Regione Puglia che decidevano improvvisamente di iscriversi al Partito. Ma i primi congressi a cui avevo partecipato si erano svolti regolarmente, una partecipazione talvolta un po’ più alta rispetto al solito, qualche acredine eccessiva qua e là, ma nulla di eclatante.

Giovedì vado a presentare la mozione 1 al congresso di San Pancrazio, un circolo di un comune relativamente piccolo circa 10mila abitanti, 88 tessere nel 2007. Inizia il congresso: una quindicina i presenti, si illustrano le mozioni, intervengono 2 compagni, le repliche dei presentatori, le conclusioni, nel frattempo incomincia ad entrare qualche altro compagno. Sono le 19.10 penso che finirà molto presto e forse arriverò a casa in tempo per vedere la partita. Il garante propone di incominciare le votazioni, ma il segretario ci dice che nella lettera di convocazione si è annunciato le votazioni alle 19.30 e qualche compagno arriverà più tardi, si incomincia a litigare fra chi vorrebbe votare subito e chi vuole aspettare l’orario stabilito.

Alle 19.30 la sala si riempie e non solo la sala, ma anche il marciapiede davanti al circolo e poi la strada… Conclusione: 92 voti a zero per la mozione 2 su 145 iscritti, la quasi totalità delle tessere 2008 sono state utilizzate per tesserare i nuovi iscritti. Torno in federazione controllo i cedolini, è effettivamente così, 72 nuove iscrizioni, è stato perfino iscritto il coordinatore cittadino di Sd, che conosco molto bene che è stato eletto il 17 giugno nel coordinamento provinciale di Sd.

Venerdì vado a Mesagne, il circolo più grosso in provincia schierato maggioritariamente per la mozione 2. La mattina, memore del giorno prima, controllo le tessere che hanno consegnato: 214, stupore anche qua, ben 189 sono nuove iscrizioni incomincio a leggere i nomi, non conosco quasi nessuno ma anche qui c’è il coordinatore di Sd, un noto cardiologo, assessore per i Ds nell’ultima giunta di centrosinistra del paese, anche lui eletto nel direttivo provinciale di Sd la settimana scorsa. Vado al congresso molto sfiduciato ma sperando che si possa comunque discutere.

Questa volta non devo presentare la mozione, vado proprio per vedere, stessa prassi del giorno prima: 30 40 tra compagni e invitati, la relazione del segretario, la presentazioni delle mozioni, i saluti degli invitati. Inizia il dibattito si alza un compagno, un socialista che conosco da anni, poi passato con Sinistra democratica che rappresentava nelle ultime elezioni nella Sinistra arcobaleno, inizia l’intervento e dichiara: «non sono comunista non lo sono mai stato ma mi sono iscritto a Rifondazione perché voglio contribuire alla mozione Vendola e perché credo che si debba costruire una sinistra unita che abbia come riferimento il partito del socialismo europeo».

Qualche compagno si guarda in giro sbalordito. Dopo un paio d’interventi si conclude il dibattito e si passa alle repliche, nel mentre il cortile del comune dove ci trovavamo incomincia a animarsi sempre più, esco fuori per comprare le sigarette e ci sono perfino i vigili urbani per dirigere il traffico impedito dall’affluire dei votanti. All’ingresso c’era chi avvisava come votare, ho incontrato una mia alunna che, nell’interminabile appello tentava di scappare trattenuta dal padre che le imponeva di aspettare. Conclusione: 252 voti, non è un refuso duecentocinquantadue alla mozione 2, 1 alla mozione 1 e 8 alla 4, compagni storici del circolo. A me e a Iacopo, il presentatore della quarta mozione, ci dicono: «la gran parte di questa gente noi non l’abbiamo mai vista».

Il segretario regionale gongola, tra il goliardico e lo scherzoso dice «abbiamo battuto il circolo di Portici mando un messaggio a Peppe così lo faccio morire d’invidia». Gli dico «guarda che così il partito lo distruggiamo, e se questo può essere un vantaggio per la tua mozione, si ripercuoterà contro tutti», risposta: «il regolamento l’avete votato voi, io ho votato contro».

Ho perso, sì questo congresso. L’ho perso, adesso anche i circoli a cui avevo raccomandato la sobrietà e la correttezza si vanno organizzando, non è più una discussione è uno scontro. Non è più importante provare a convincersi vicendevolmente, bisogna portare iscritti, anche dell’ultim’ora a votare. E’ come se il congresso si fosse trasformato in elezioni primarie, quelle per Vendola che ci avevano visto, tutti, lavorare notte e giorno per convincere e poi portare a votare tanti e tante perché la partecipazione ci regalasse un sogno, una speranza, che per la prima volta si era poi realizzata.

La mia convinzione che si potesse discutere tutti e tutte da “liberamente comunisti” come ci autodefinivamo alla fondazione, è stata sconfitta, siamo alla misera conta di chi riesce a portare più amici, clienti (siamo al sud). Sono stato un illuso a pensare che almeno nel nostro partito, anche nell’asprezza della battaglia congressuale, ci si potesse confrontare con regole democratiche, che a discutere e a decidere fossero i compagni che hanno tirato la carretta per tanti anni e anche chi all’indomani delle elezioni magari, non avendoci votato aveva deciso di iscriversi per aiutarci. Sono certo che Nichi non sia responsabile di queste nefandezze e, proprio perché non ho dubbi di questo, chiedo che lui, come tutti i firmatari delle diverse mozioni, si adoperino perché si annullino tutti i congressi, qualunque mozione si sia affermata, dove vi siano eccessivi aumenti di tessere e di votanti. Perché lo dobbiamo alla nostra gente e perché chiunque vinca possa essere certo di aver convinto la nostra comunità e non vinto perché qualcuno ha barato.

Io da parte mia continuerò ad adoperarmi perché il congresso si svolga regolarmente.