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PARTITO RIFONDAZIONE COMUNISTA: tessere e... iscrizioni al Partito

Publie le sabato 5 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

PARTITO RIFONDAZIONE COMUNISTA: tessere e... iscrizioni al Partito

di Fausto Cò

L’iscrizione al partito è un fatto positivo. Ma c’è una differenza sostanziale tra la tessera e l’iscrizione.

La tessera è un documento che attesta l’appartenenza. L’appartenenza soggiace ad alcune regole volte a garantirne la serietà. Il costo minimo della tessera ha un duplice scopo: 1) valorizzare una scelta di impegno, dalla quale conseguono diritti e doveri connessi alla nascita del vincolo associativo; 2) salvaguardare la libertà di scelta: è libera solo la scelta individuale consapevole.

Può accadere che ad una tessera non corrisponda l’appartenenza. Ciò accade quando il documento viene rilasciato senza riscuotere la somma minima prevista dal regolamento interno dell’associazione di appartenenza, oppure richiedendo in cambio una controprestazione, che può essere di varia natura, comunque non prevista dallo Statuto.

Il documento segnala così un vizio di origine: si pretende di appartenere ad una associazione, violando le modalità stesse dell’acquisizione dell’appartenenza, ossia le norme che garantiscono la libera e consapevole iscrizione. Come è possibile pretendere l’esercizio dei diritti connessi all’appartenenza, senza rispettare l’obbligo iniziale, che consente di esercitare quei diritti?

Quando ciò accade la tessera perde il suo valore individuale: diventa cedibile, come un’azione di società di capitali. E’ indifferente chi la detiene, è irrilevante il soggetto che esprime l’appartenenza. Conta la merce. Chi la possiede esercita i diritti connessi, ma siccome si sente sostanzialmente estraneo all’organismo collettivo, agisce per conto terzi, ossia per conto di chi ha consentito il rilascio della tessere o lo ha sponsorizzato. Fenomeni già visti, deprecabili, da combattere, ma sempre caratterizzati da un formidabile tempismo.

Si manifestano prima dei congressi di partito, per condizionarne le scelte. I titolari delle tessere-azioni vengono all’assemblea di circolo in sede congressuale, votano e poi scompaiono come fantasmi. Sono un serbatoio di voti a supporto di pochi. Potrebbero tranquillamente delegare il voto, come in una assemblea di condominio e di società.

Così si costruisce il soggetto della trasformazione sociale? Così si costruisce la società senza ingiustizie? Non è questa la Rifondazione Comunista. Non è questo il partito che vogliamo, privo di autonomia e di reale radicamento sociale. Simili tesserati si trovano ovunque, ma sono meteore che passano senza lasciare alcun segno.

Quelle tessere non rappresentano un reale consenso, ma un effimero espediente, che squalifica fin dal suo nascere il progetto politico di chi se ne è avvalso. Questa la responsabilità politica di quanti lo hanno praticato. Tutto ciò richiama alla necessità di realizzare una seria organizzazione interna. Oggi come non mai sentiamo la necessità di dare concreta applicazione alle decisioni della conferenza di Carrara.