Home > VOGLIONO IMPEDIRE AGLI OPERAI DELLA IVECO E DELL’ALFA- ACCIAI DI AVERE I (...)

VOGLIONO IMPEDIRE AGLI OPERAI DELLA IVECO E DELL’ALFA- ACCIAI DI AVERE I PROPRI DELEGATI AL CONGRESSO PROVINCIALE DI BRESCIA

Publie le sabato 5 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

VOGLIONO IMPEDIRE AGLI OPERAI DELLA IVECO E DELL’ALFA- ACCIAI DI AVERE I PROPRI DELEGATI AL CONGRESSO PROVINCIALE DI BRESCIA

Quando è troppo è troppo. Nel sito della mozione II campeggia un comunicato di Gianna Baresi, segretaria provinciale uscente del Prc bresciano, nel quale si accusa la commissione provinciale per il congresso di voler cancellare il voto degli operai. Niente di più falso.

A Brescia ci sono 400 tessere in bianco - come documentato alla Commissione Nazionale per il Congresso - “desaparecide” e della quale in federazione non è stato possibile rendicontare la destinazione anche se è stato individuato chi, non avendo titolo, le sta utilizzando. Queste tessere “riappaiano” all’improvviso a dieci giorni dal congresso di circolo, qua e la per la provincia, distrubuite - in molti casi senza che il segretario e il direttivo del circolo ne sapessero alcunchè - con una sapiente regia pianificata a tavolino per fare il pieno dei delegati al congresso provinciale e sostituire la rappresentanza dei circoli di lavoro e territoriali con persone “più affidabili” e che mai hanno condiviso l’esperienza e il lavoro di quel determinato circolo.

Qualcuno ha deciso, ad esempio, che invece che gli operai del circolo aziendale dell’Iveco o dell’Alfa- Acciai, al congresso provinciale di Brescia siano eletti delegati che con la vita di queste aziende non hanno niente a che spartire. Ci sono molti funzionari sindacali , essenzialmente di una categoria, - che in questi anni non hanno mai ravvisato la necessità di iscriversi al Prc - che si sono improvvisamente iscritti a questi due circoli invece di presentare la domanda di iscrizione al proprio circolo di appartenenza. Ci sono operai che lavorano a decine di chilometri da queste due aziende e che mai potranno condividere con i compagni dell’Iveco e dell’Alfa-Acciai il proprio impegno politico in azienda, iscritti dall’esterno a questi due circoli. Con quale obiettivo se non quello di cancellare o ridurre la rappresentanza dei nostri iscritti di queste due aziende al congresso provinciale?

L’applicazione dell’art.2 dello Statuto è stata invocata dalla Commisione Provinciale proprio perchè si è accertato che le tessere bianche sono utilizzate in modo non trasparente, ma a nessuno di questi iscritti si vuole negare il diritto di voto , che deve essere esercitato - a norma di Statuto- nel proprio circolo di pertinenza. Si è dato mandato infatti alle commissioni verifica poteri dei singoli congressi di circolo di indirizzare questi compagni - che non hanno titolo di partecipare a quel congresso - ai propri circoli territoriali. Ovviamente non potranno esercitare il voto in congressi in cui non hanno titolo a partecipare e se lo faranno sarà ovviamente annullato.

Si tratta di una disposizione a tutela dell’autonomia dei circoli di lavoro e territoriali, che dovranno eleggere anche un proprio direttivo perchè l’impegno del circolo non si esaurisce in un voto congressuale.
Ci sembra che in questo congresso di tutto abbiamo bisogno che aggiungere falsità al cumulo di veleni che già sta intossicando il nostro dibattito. A Brescia è purtroppo ancora aperta la ferita inferta da un “complotto di palazzo”, quando qualcuno che conta nel Prc nazionale, decise di fare un regalo ad Epifani consegnandogli la Camera del Lavoro storicamente collocata a sinistra.

Una esperienza che evidentemente dava fastidio a chi ha una concezione burocratica della vita sindacale e che usa a fini di propria convenienza una storica struttura di categoria. Fausto Bertinotti nella sua relazione a Venezia e anche in altre occasioni pubbliche, ebbe modo di elogiare il laboratorio politico della Camera del Lavoro di Brescia e del suo segretario di allora Dino Greco.

Quella esperienza è stata cancellata da un gioco di potere. Oggi, chi ha tessuto quella trama, vuole impedire con ogni mezzo che il Prc bresciano ricominci un cammino su un’altra base : dal basso, con le lotte, con l’autorganizzazione operaia e di territorio.