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Il congresso tra politica e garanzie

Publie le lunedì 7 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

di Walter De Cesaris, Franco Russo, Gabriella Stramaccioni

Invitandoci reciprocamente a rileggere l’articolo nella prima pagina di Liberazione, non firmato a sottolinearne l’autorevolezza, dopo esserci stropicciati gli occhi, come si dice, abbiamo capito alla fine che Liberazione era entrata a piedi uniti nel dibattito congressuale. Per questo ci sentiamo obbligati a intervenire perché ‘vorremmo’ dire la nostra nella vicenda dell’annullamento del congresso di un circolo di Reggio Calabria. Vorremmo dire, ma non possiamo perché sfogliando con la dovuta attenzione Liberazione non troviamo né i documenti della Commissione per il Congresso, organo garante del suo regolare svolgimento, né un articolo, né un’intervista alla presidente della Commissione e neppure a un suo qualche componente.

Così tutti parlano e giudicano senza avere davanti le ‘carte’ documentali. Si trovano invece sul giornale la solita intervista a Vendola, la solita ‘doverosa’ controintervista a Ferrero ma di una cronaca, di una descrizione dei fatti non c’è traccia. Un giornale non serve per informare? Non poteva Liberazione aprire subito un’inchiesta, procurarsi informazioni, scavare per dar conto dei fatti? No, Liberazione si ispira al pensiero debole: non esistono fatti ma solo interpretazioni. Per questo, accanto alle interpretazioni dei cosiddetti protagonisti, offre una sua ‘redazionale’ interpretazione. Sì, ma i fatti quali sono?

Non ci pronunciamo sull’annullamento fino a quando la Commissione per il Congresso non deciderà, secondo norma e prassi, di portare i fatti a conoscenza di tutti. Su quelli diremo la nostra.

Però, c’è un ‘però’: Liberazione titola perentoriamente ‘Annullare i congressi? È pazzia’. Senza firmare – dunque il pezzo è della redazione o della direzione? – il giornale dà corso a una sua interpretazione affermando che la Commissione di garanzia fa atto di pazzia – termina da maneggiare con cautela dopo Basaglia, visto che le follie a volte sono il solo modo per esprimere l’inesprimibile – e chiede che il congresso riconosca le nuove tessere: punto e basta. Dunque la redazione, o la direzione del giornale, detta linea e comportamenti alla Commissione per il congresso, un organo chiamato a fare da garante perché le procedure congressuali siano democratiche e trasparenti.

Non vi viene in mente che il ragionamento di Silvio Berlusconi abbia una qualche assonanza con il vostro? Dice Berlusconi: ‘io sono stato eletto’ – e ciò aggiungiamo noi è certificato dalle Corti di Appello, da magistrati – ‘e i magistrati vogliono sottrarmi con i processi la vittoria politica’. Voi dite: ‘ci sono i voti, guai voi ‘magistati interni’ a metterli in dubbio e a cancellarli’. Essi agiscono in base a ricorsi e non per propria iniziativa. Non è che la Commissione per il congresso si basa su ragionamenti politici – del tipo ‘certo è strano che tutti i nuovi iscritti votino sempre per una stessa mozione, dunque è opportuno verificare’. No la Commissione non può compiere queste deduzioni e in base ad esse agire; non può e non lo fa. Valuta perché arrivano ricorsi.

Perché desta scandalo il fondo di Liberazione, lo desta perché ripete il vecchio vizio terzo-internazionalista che la politica deve avere la supremazia sulle garanzie, che un organo che funge da magistratura interna deve piegarsi alle ragioni della politica, dei potenti di turno – e i giornalisti in un mondo mediatizzato, dove esiste solo ciò che appare (purtroppo!), sono dei potenti. Ci sono dei ricorsi contro tessere ritenute non valide, è una calunnia sentenziano a Liberazione perché esse sono un segno di partecipazione, di un popolo che si avvicina a Rifondazione nell’ora più difficile, dunque sicuramente da apprezzare e da valorizzare. Giusto, fino a prova contraria che né noi abbiamo né voi avete, perché non ci avete informato sui fatti, e finora la Commissione non ha emesso neppure un comunicato. Vendola si è precipitato a fare una conferenza stampa, si sarà informato e perché, oltre a dare giudizi, non ha fornito documenti? Ma poi perché Vendola formula giudizi prima che siano rese note ufficialmente le carte? Sempre perché è la politica a far aggio.

C’è un pregiudizio verso il Sud? No perché sappiamo che il grande partito delle tessere, qual era la DC, aveva i suoi serbatoi di iscritti nel Veneto, nella Bergamasca, nel Bresciano, oltre che nel Lazio con Andreotti e nel Meridione con i Gava (padre e figlio). Dunque il fenomeno del rigonfiamento degli iscritti accompagna la vita dei partiti, soprattutto di quelli che sono stati definiti di massa, e riguarda l’intero paese. Chi di noi è stato nelle varie fasi nel PCI e nella FGCI ricorda la sfida a incrementare i tesserati, allora sicuramente veri, per dimostrare efficacia delle iniziative di ogni circolo giovanile o di ogni sezione. Dunque gli aumenti dei tesserati, nei partiti di sinistra, è sempre ‘buona cosa’.

Per garantire che anche questa volta sia buona cosa ci sono gli organi di ‘magistrature interna’ che stanno lavorando ore e ore al giorno, perché a nostra conoscenza ci sono dei ricorsi relativi a incrementi di tessere da aprile a oggi che potrebbero essere mirati a distorcere il risultato congressuale. Saremmo spinti anche noi a svolgere qualche considerazione politica, ce ne asteniamo in attesa della documentazione, e perché come presumiamo che sia onesto chi ha fatto le tessere, presumiamo corretto chi faticosamente sta cercando di garantire trasparenti procedure congressuali. Prima i fatti poi le interpretazioni, altrimenti si va da Marx a Nietzsche.