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Prc - Congresso cittadino: la verità secondo D’Argenio

Publie le giovedì 10 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Prima la batosta elettorale, poi l’avvio della… rifondazione. Passando per i punti di vista, le posizioni, i veleni, gli scontri e le polemiche. Da nord a sud, lungo tutto lo stivale. Non si può certo dire che nel partito della Rifondazione Comunista il clima sia sereno e non si può certo dire che ad Avellino il trend non sia lo stesso. A cinque giorni dalla chiusura del congresso cittadino, infatti, è ancora in ‘stand-by’ la rielezione del segretario cittadino, Costantino D’Argenio, in attesa che Comitato Provinciale e Nazionale si esprimano sulla validità dei lavori congressuali.

Eppure il verbale parlerebbe chiaro: D’Argenio (che sostiene la mozione Ferrero) eletto con 14 voti su un totale di 17 preferenze espresse. Un’affermazione netta, messa in discussione però dall’esistenza di un verbale alternativo. “Un verbale fantasma” - come lo definisce lo stesso D’Argenio - nel quale il verdetto è diverso. A redigere il documento ‘incriminato’ (dal quale risulterebbe invece un’affermazione della mozione Vendola con 17 voti contro 14): Generoso Bruno. Mancherebbero all’appello dunque 10 preferenze.

Un vero e proprio giallo sul quale è Costantino D’Argenio ad esprimersi. “La questione riguarda la regolamentazione delle adesioni al partito - spiega – I nuovi tesserati, per poter partecipare attivamente al congresso, devono risultare formalmente iscritti almeno 10 giorni prima. Nella fattispecie la richiesta di tesseramento per 24 nuovi compagni è stata inviata da Bruno, peraltro attraverso canali non convenzionali (via e-mail, ndr), nel pomeriggio dello scorso 25 giugno. Esattamente 10 giorni prima del congresso. Per quanto mi riguarda ed appena mi è stato possibile, ho assicurato – continua D’Argenio – che avrei proceduto in tempi rapidi all’iscrizione. Avvertendo però, nel corso della convocazione presso il circolo cittadino, che fosse materialmente impossibile che ciò avvenisse in un arco temporale utile alla partecipazione al voto”. Da qui la controversia, scoppiata in tutta la sua asprezza nel corso del congresso, e che ha fatto registrare addirittura l’intervento dei Carabinieri per sedare gli animi che si erano troppo riscaldati.

Dalla ricostruzione dei fatti di D’Argenio risulterebbe che nella circostanza, dopo l’opposizione del Garante (Carmine Cogliano) alla richiesta di ammissione al voto avanzata da Bruno per i nuovi iscritti – “presenti in numero inferiore rispetto alle tessere richieste”, tiene a precisare il segretario cittadino – si sarebbe proceduto alle votazioni, ma in modo… separato. Da un lato l’assemblea, dall’altro il ‘gruppo Bruno’. A conteggiare in modo diverso le preferenze espresse. “La vicenda si è ulteriormente complicata – informa D’Argenio – quando sui tavoli della Commissione Provinciale sono arrivati entrambi i verbali relativi alla stessa seduta, attivandone di fatto l’intervento.

Un intervento – sottolinea – che se da un lato non ha portato all’annullamento del verdetto congressuale, dall’altro ha però sancito la validità del verbale ‘alternativo’, lasciando inalterate le ombre sulla vicenda. Dal canto nostro abbiamo inoltre fatto ricorso anche presso il Comitato Nazionale, restando in attesa di un parere che speriamo arrivi quanto prima, nonostante la consapevolezza del lavoro extra al quale è sottoposto vista la concomitanza dei numerosi congressi in tutta Italia”. Sinistra avellinese quindi in attesa di decisioni sovraordinate, che siano provinciali o nazionali. Una pausa che tuttavia non placa la polemica, consumata in questi giorni tra botte e risposte al sapore venefico.

E in questo senso non ha dubbi D’Argenio: “Quello perpetrato da Bruno è stato un tentativo, mi auguro definitivamente sventato, di impossessarsi del circolo cittadino attraverso una condotta discutibile, che non fa certamente bene al Prc. Alla base della ‘manovra’ vedo la velleità di stravolgere il lavoro fatto da questa segreteria nell’ultimo anno su più livelli, non ultimo quello amministrativo, con la scelta di concorrere alle elezioni 2009 separatamente dalle altre forze di centrosinistra. Evidentemente – affonda D’Argenio – la forzata ricerca di dialogo con il Pd, emersa anche da alcune dichiarazioni della segreteria provinciale, per qualcuno rappresenta una condizione vitale, oltre l’interesse e le logiche del partito stesso...

Mi spiace solo per quei compagni che pure si sono affacciati al congresso in buona fede – conclude – e che si sono dovuti ritrovare ad assistere a questo triste spettacolo”. Retroscena indubbiamente a tinte forti, quello che emerge. E che proprio sul piano provinciale rischia di trascinarsi fino all’imminente congresso. Se infatti non arriveranno schiarite in tempo utile, non appare improbabile che ne sia necessario il rinvio. (di Eddy Tarantino)

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