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PRC, il congresso romano boccia Nichi Vendola

Publie le lunedì 14 luglio 2008 par Open-Publishing
2 commenti

Rifondazione: VII congresso

Bocciatura secca per la mozione di cui primo firmatario è Nichi Vendola: è avvenuto a Roma al congresso della Federazione di Rifondazione comunista. Un ordine del giorno presentato dagli esponenti di “Rifondazione comunista in movimento”, la mozione numero uno di cui primi firmatari sono Maurizio Acerbo, l’ex ministro Paolo Ferrero, Claudio Grassi e Ramon Mantovani è stata approvata con 191 voti favorevoli (187 i contrari e 8 gli astenuti).

I punti fondamentali del documento votata dal congresso riguardano la costituente della sinistra, il perno attorno al quale si muove il disegno strategico proposto da Nichi Vendola, autocandidato alla segreteria del partito. Dice l’ordine del giorno che il congresso non ha registrato “il successo di alcun documento” mentre nei giorni scorsi in una conferenza stampa proprio il segretario uscente della federazione romana di Rifondazione, Massimiliano Smeriglio, aveva cantato vittoria.

Di conseguenza l’ipotesi politica della costituente della sinistra “non si è affermata e risulta non maggioritaria. Il campo di ricerca e sperimentazione per l’unità della sinistra di alternativa -afferma l’ordine del giorno- rimane aperto”. Secondo punto molto importante: l’ipotesi di superamento di Rifondazione comunista in una nuova formazione della sinistra di cui hanno più volte parlato autorevoli esponenti della mozione Vendola e lo stesso ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che ne è il primo sostenitore, “non ha spazio e possibilità, né oggi né domani. L’autonomia culturale, politica, organizzativa del Partito della rifondazione comunista -dice il documento approvato- è un bene indisponibile”. Tradotto dal politichese significa che Rifondazione non si supera e non si scioglie.

Del resto alla prima prova elettorale, le elezioni europee, secondo il congresso romano, dovranno vedere la presenza del simbolo del Prc. L’approvazione del documento è stata salutata da un lungo applauso, accompagnato dal canto di “Bandiera rossa” che ha accomunato i delegati della mozione uno, quelli delle mozioni tre e quattro che hanno votato a favore e della cinque che si sono astenuti. Proprio poco prima del voto che ha dato un segnale significativo sui futuri assetti del governo della federazione con la mozione Vendola in minoranza erano stati resi noti i risultati definitivi dei congressi di circolo, risultati molto contestati, che avevano dato la maggioranza relativa alla mozione Vendola con il 47,47.

La mozione uno ha riportato il 42,76, la tre il 5,22, la quattro il 2,00, la cinque il 2,55. In base a questi risultati la composizione del comitato politico, l’organismo dirigente della federazione, risultata composta da 47 membri della mozione uno, 52 della due, 6 della tre, 2 della quattro, 3 della cinque.

Sulla base di questi risultati alcuni esponenti della mozione Vendola cantavano vittoria. I più accorti parlavano invece di “consensi prevalenti”. La prova del fatto che , in realtà, la mozione Vendola rappresenta la minoranza è venuta subito dopo, dal voto dell’ordine del giorno che non lascia adito a dubbi.

Paolo Ferrero, concludendo il congresso della Federazione milanese, dove si è affermata la mozione di cui è uno dei primi firmatari, riferendosi ai dati nazionali ha sottolineato che siamo in presenza di un “congresso difficile e con un po’ di veleni perché il gruppo dirigente si è diviso e non si sanno gli esiti. La nostra è una crisi da cui uscire da sinistra con un grande progetto unitario. Credo che nessuno avrà la maggioranza assoluta e potrà dire “questa è la linea”. Fino ad oggi la proposta di una costituente di sinistra non ha la maggioranza”.

Messaggi

  • Il congresso romano ha detto la verità.

    In questo congresso non è sconfitta la figura politica di Niki Vendola, ma è stata bocciata, direi anche clamorosamente, qualsiasi ipotesi di “superamento” di Rifondazione Comunista in un qualcosa che somigli al socialismo europeo.

    E’ fallita una linea politica regressiva e moderata ed adesso io spero che al congresso nazionale si verifichino le stesse alleanze che si stanno verificando in quasi tutte le federazioni provinciali italiane.

    E’ chiaro che la mozione II deve prendere atto che l’opzione “costituente” ha contro la maggioranza assoluta del partito

    R.

  • La matematica non è un opinione.

    Col 47% e senza la maggioranza nel Comitato Politico Federale non si governa un partito.

    Smettete quindi di "rosicare" e di abbaiare alla luna e misuratevi con questa inequivocabile realtà.

    L’operazione "costituente" con SD è fallita miseramente tanto a Roma che a livello nazionale.

    K.