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PADOVA: RIFONDAZIONE IN MOVIMENTO!

Publie le martedì 15 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

PADOVA: RIFONDAZIONE IN MOVIMENTO!

Pubblichiamo l’articolo di Sebastiano Canetta ed Ernesto Milanesi, uscito oggi sul manifesto, sulle condizioni inammaginabili di lavoratrici marocchine impegnate nel lavoro di smaltimento di rifiuti. Facendo ciò facciamo come redazione i nostri complimenti ai compagni e alle compagne della federazione del PRC di Padova. Il loro lavoro dimostra che non esiste solo il partito delle tessere gonfiate ma anche quello dell’inchiesta, dell’intervento sociale, della disobbedienza civile.

“Korogocho nel cuore della zona industriale di Padova. Un’immagine – quella della baraccopoli di Nairobi – stridentemente afficace nel modello nordest. La discarica fra i capannoni, dove il lavoro non ha tetto né legge. E’ l’ultima frontiera del veneto, dove immondizia ed axtracomunitari convivono fino a farsi confondere. E’ la Star Recycling di Corso Francia, dove ieri pomeriggio un blitz di Rifondazione Comunista work in action ha squarciato una realtà normalmente accettata. Donne marocchine, con e senza velo, in ginocchio fra i rifiuti. Praticamente ridotte ad una condizione di schiavitù. Costrette a separare montagne di immondizia a mani nude, sotto la canicola estiva. Nessuna protezione, lamentela, o protesta, pena il licenziamento in tronco.

Al di là di ogni immaginazione per Padova che si considera una città europea civile. Eppure accade in piena zona industriale, dove il presidente del consorzio Zip Angelo Boschetti progetta torri della ricerca pediatrica, asili infantili, parchi senza vedere dietro la facciata. Un angolo di vergogna, un emblematico luogo produttivo, una terrificante fabbrica del duemila. La Star recycling è l’altra faccia della speculazione urbanistica ed immobiliare della Zip: l’ha denunciata l’associazione dei costruttori, puntando l’indice perfino contro il sindaco Zanonato. Mezzo secolo fa era pura campagna: i contadini furono espropriati grazie ai manganelli della celere, perchè Padova aveva bisogno di una zona industriale simili a Marghera. Oggi la Zip, ( scaduta la legge nazionale che la istituiva) sopravvive con il vetrocemento direzionale, i capannoni che diventano locali notturni e la produzione industriale che lascia il proprio ai servizi. Come quelli della Star Recycling.

La Korogocho in salsa padovana l’hanno scoperta ieri pomeriggio i lavoratori di Work in Action e gli esponenti locali di Rifondazione, svelando le condizioni subumane di venti lavoratrici immigrate. La ricicleria della Zip era perzialmente bruciata il 10 maggio scorso. Dall’incendio si era salvata solo mezza fabbrica: spazio più che sufficiente per mettere ai lavori forzati il pugno di dipendenti, della Cooperativa Centro Lavoro. Padova, capitale della raccolta differenziata che viaggia al 43 per cento, smaltisce i rifiuti a ritmo bavarese e prezzo africano: a partire dalle condizioni di lavoro imposte con il ricatto all’ultimo anello della filiera della monnezza. Il più debole il meno visibile, “Una scena raccapricciante – rivela Daniela Ruffini – assessore all’immigrazione – schiave chinate su cumuli di sacchi di spazzatura appositamente smembrati.

Mai vista una cosa del genere se non in Kenya. Poi l’improvviso faccia a faccia con Samuel Piazza, amministratore unico della Star Recyclyng. Avvertito dai fedeli kapò ( tra loro anche un marocchino) ha provato a respingere oltre il cancello i testimoni dello sfruttamento. Occhi scomodi, come quelli dei media e di Paolo Benvegnu, responsabile lavoro del Prc padovano. E’ bene che tutti sappiano come si lavora in questa azienda – spiega . La Star Recycling avrebbe dovuto attendere il riatto dei macchinari destinati alla separazione prima di riprendere l’attività. Ma il tempo è denaro e la caccia a plastica, carta e lattine era stata affidata all’esercito silenzioso messo a disposizione dalla Cooperativa Centro Lavoro. Ultimo tassello della fiera del subappalto, che fa capo al progetto Salvaguardia Ambiente SPA. Già proprietaria del centro riciclo del Monselice, ( altro impianto che funziona con braccia magrebine, ) la società ha affidato la raccolta differenziata a Work Service che, a sua volta l’ha girata a Centro Lavoro.

Appalto su appalto. Ora la palla è passata alla Cgil. I sindacalisti hanno chiesto l’interruzione del riciclaggio fino alla sistemazione strutturale dell’azienda. E avvertono: Non accetteremo trucchi:; in caso di blocco la Star Recycling dovrà continuare ad erogare lo stipendio alle lavoratrici – puntualizzano alla cgil – Fino all’inserimento delle 20 dipendenti nel libro paga della casa madre, e non una delle tante cooperative. Anche perchè le operarie sono state licenziate e riassunte differenti volte. In poche parole hanno continuato a pagare i contributi anche quando non lavoravano. Oltre il danno la beffa. Eppure basterebbe guardare qualche kilometro più a Nord, alla vicina ricicleria di Vedelago, nel trevigiano. Dove gli operai vengono assunti direttamente dal gestore dell’impianto, paga base 1400 euro al mese”.