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SIAMO D’ACCORDO CON VENDOLA, TORNIAMO A FARE POLITICA ED OPPOSIZIONE

Publie le martedì 15 luglio 2008 par Open-Publishing
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Rifondazione: VII congresso

SIAMO D’ACCORDO CON VENDOLA, TORNIAMO A FARE POLITICA ED OPPOSIZIONE

de Maurizio Acerbo, Firmatario mozione 1

Sono d’accordo con Nichi Vendola. Abbiamo il dovere, tutti e tutte, di “ritrovare il filo rosso della buona politica”, di evitare che una “dinamica fatale” ci spinga verso la dissoluzione. Per questo avevo proposto con gli altri compagni e compagne della mozione 1 di optare per un congresso a tesi, in modo da gestire le differenze di prospettiva all’interno di un quadro unitario, evitando la degenerazione in una conta che in alcune aree del paese ha assunto contorni estranei alla tradizione politica della sinistra.

Per la stessa ragione abbiamo proposto sin dall’inizio che dal congresso scaturisse comunque una gestione unitaria, coinvolgendo tutte le mozioni, superando l’esclusione delle minoranze che ha caratterizzato - negativamente - la gestione del partito negli ultimi anni. Sempre nella logica di mantenere il congresso in un ambito di confronto tra posizioni politiche abbiamo considerato estremamente sbagliata la candidatura preventiva a segretario di Nichi. Una scelta che ha deformato il congresso mettendo in secondo piano le questioni politiche e accentuato gli elementi di personalizzazione deleteria consentendo anche nella narrazione da parte dei media una banalizzazione della ricchezza di posizioni e culture che vivono dentro Rifondazione.

La suggestione plebiscitaria non è solo estranea alla nostra idea della politica, ma è anche pericolosa perché sostituisce lo scontro sulle persone (che diventano simboli) alla dialettica tra le idee.Così come mi e ci è apparsa devastante la polemica contro gli organismi preposti al rispetto delle regole interne. Per questo sono contento che finalmente si cambi registro e si metta al centro la politica e si comincino a seppellire le asce di guerra. Mi fa piacere che Nichi scriva che “andremo a Chianciano per ricominciare”. Vuol dire che si può scongiurare l’esito che la grande stampa ha dato nelle ultime settimane per scontato e che alcuni annunci lasciavano presagire. Nichi domanda: “Possiamo fermare la deriva in corso?”.

Penso proprio di sì. Possiamo e dobbiamo farcela, recuperando una tensione unitaria e una logica non maggioritaria nella vita interna, valorizzando le differenze e non trasformandole in trincee o in dispositivi di esclusione. E’ vitale che la buona politica tolga spazio ai risentimenti che non ci portano da nessuna parte. Ne abbiamo bisogno per ridare fiducia e slancio ad un partito in crisi che il congresso ha ulteriormente ripiegato su se stesso. Ne abbiamo bisogno per non mortificare ulteriormente quei territori - nel Nord come in Sud Italia - dove il congresso si è svolto in un clima di rispetto delle regole e delle posizioni altrui. Non sono stati pochi, ma come sempre, fa più rumore l’albero che cade che la foresta che cresce, per citare il libro di Paolo sull’immigrazione.

Ne abbiamo bisogno per ricostruire l’opposizione sociale e politica nel paese. Su questo voglio soffermarmi un attimo perché non condivido per nulla il giudizio di Nichi sulla manifestazione di piazza Navona. E’ evidente che le nostre distanze da Di Pietro sono gigantesche, che la cultura politica dei promotori ( Micromega ) non è propriamente la nostra. Possono non piacere Grillo o la Guzzanti (alla quale va la mia solidarietà). Tutto questo non può però oscurare nemmeno per un minuto che quella manifestazione andava fatta, perché l’unico vero scandalo sono le leggi che propone Berlusconi e l’afasia del Pd.

L’unico vero scandalo è il fatto che la manifestazione non è stata promossa da noi, in una colpevole sottovalutazione della questione morale che non può proseguire oltre. Per questo abbiamo fatto bene a partecipare alla manifestazione: non si può aspettare l’autunno per cominciare a muoversi. Mi è del tutto chiaro che noi dobbiamo costruire una opposizione alle politiche del governo Berlusconi che intrecci questione democratica e questione sociale, che dobbiamo farlo a partire dalla nostra cultura politica, ma mi è altrettanto chiaro che questa costruzione non avverrà in un campo incontaminato.

La crisi della politica, della società e della sinistra è a un punto tale che la lotta contro questo governo dovrà svilupparsi dentro un contesto contraddittorio in cui sacrosante indignazioni si mischiano con pulsioni populiste, demagogiche, giustizialiste e quant’altro. Il nostro compito è quello di sporcarci le mani con la realtà. Non è sicuramente nel Palazzo che troveremo le risposte alla nostra sconfitta. Il nostro problema non è quello di recensire severamente i discorsi di Di Pietro e Grillo, ma di costruire un’opposizione di sinistra.

E per farlo è indispensabile che Rifondazione Comunista, tutta, si rimetta in movimento. Dobbiamo quindi elaborare una proposta politica e di gestione unitaria, che coinvolga tutte le mozioni. Credo che sia possibile serenamente “distillare, dalla contesa in corso, un succo politico”. Alcune cose sono abbastanza chiare e, quindi, possiamo tentare di spostare in avanti la riflessione senza attardarci ulteriormente in una “rissosità” francamente sterile. Mi pare acquisito il dato di fatto che la proposta di “costituente della sinistra” non è passata, cioè non ha raccolto il consenso della maggioranza dei compagni e delle compagne (il dato delle primarie è ancora parziale e non abbiamo exit poll!).

Appare inoltre derubricata dalla discussione qualsivoglia ipotesi di scioglimento-superamento di Rifondazione Comunista letteralmente scomparsa persino dagli interventi di presentazione della mozione 2 nei congressi. Al tempo stesso si è largamente evidenziata come patrimonio comune la consapevolezza che da soli non bastiamo, che la ricostruzione della sinistra, un politica unitaria dal basso e dentro dinamiche di movimento è un compito a cui Rifondazione non può e non deve sottrarsi. Se questo è lo stato dell’arte, più che di matematica dovremo finalmente tornare a discutere di politica.

Dovremo utilizzare il congresso per ragionare su come costruire l’opposizione, su come aggregare e valorizzare il tessuto della sinistra diffusa, su come far vivere il conflitto sociale evitando che la guerra tra i poveri diventi la modalità predominante in cui si esprime il disagio, su come relazionarci con tutte le forze di sinistra, pacifiste, ambientaliste, anticapitaliste, antiliberiste e comuniste.

E avendo avuto modo di constatare quanto la crisi della politica viva anche dentro il nostro partito, per dirla con Nichi, dovremo “riflettere su di noi con spirito di verità e con sguardo impietoso”. Mai come oggi si è resa evidente la necessità di ragionare sul come riformare profondamente il nostro modo di essere, in senso democratico e partecipato, per ricostruire quella casa comune che in questi anni e in questi mesi si è progressivamente sgretolata.

Messaggi

  • caro acerbo, al congresso del mio circolo ho allegato una mia riflessione su questo congresso,che considero monco! le tesi politiche non avrebbero spaccato rifondazione in questo modo! stendiamo una coperta pietosa sul tesseramento della ultima ora... e per questa ragione non ho votato nessuna mozione, allegando questa mia posizione ai documenti congressuali. Adesso si tratta di salvare questo nostro Partito dalla spaccatura fisica! Dopo il Congresso Nazionale, si devono risventolare le nostre bandiere comuniste e ripartire lungo il difficile cammino delle lotte operaie,studentesche,di genere e sociali...