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Grassi: ’’Nessun accordo con Vendola’’

Publie le mercoledì 23 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Grassi: ’’Nessun accordo con Vendola’’

di Marzia Bonacci

Il firmatario insieme a Ferrero della mozione Rifondazione comunista in movimento smentisce ogni ipotesi di intesa fra lui e l’aspirante segretario. Mentre rilancia la necessità di arrivare ad una gestione unitaria del partito con la sottoscrizione, al congresso, di un documento comune di tutte le anime

Smentisce categoricamente ogni accordo fra lui e Vendola. Liquida tutto ciò che è stato scritto in questi giorni come fantasie della stampa: dunque nessuna intesa, nessuno scambio (il riconoscimento del governatore della Puglia come segretario in cambio della rinuncia alla prospettiva di una costituente della sinistra), nessun attività per scavalcare l’altro firmatario della mozione, Paolo Ferrero. Claudio Grassi mette a tacere qualsiasi fuga di notizie sul tandem che lo vuole protagonista insieme a Vendola di un asse, e rilancia invece la sua prospettiva: quella di arrivare, con l’appuntamento congressuale di Chianciano, ad una gestione unitaria del partito con la sottoscrizione da parte di tutte le componenti di un unico documento. Del resto, secondo lui, i dati parlano chiaro: anche la mozione Vendola ha vinto senza vincere, visto che i congressi dei circoli non gli hanno riconosciuto quel 50% necessario a conquistare la maggioranza assoluta. Rispetto a questo non resta che la strada di una convergenza interna che porti a rilanciare un partito in grande difficoltà. Occasione di partenza, il congresso che inizierà giovedì nella città toscana.

Partiamo dalla notizia di questi giorni: l’accordo tra te e Vendola di cui parlano tutti i giornali. Esiste e cosa prevede?

Si tratta di una fantasia giornalistica che sta circolando ma è assolutamente priva di fondamento. Non ho infatti incontrato Vendola né discusso con lui di accordi. Il punto politico è un altro, cioè che nelle votazioni dei congressi dei circoli nessuna mozione ha ottenuto quel 50% delle preferenze che l’avrebbe resa vincitrice: quindi, è indispensabile che al congresso si maturi una convergenza unitaria intorno ad un documento politico comune. Questo è secondo me l’obiettivo da perseguire. Io ho avanzato alcune proposte in tal senso e ne discuteremo all’appuntamento di Chianciano.

Dunque nessun accordo?

No, nessun accordo.

Eppure le notizie diffuse a mezzo stampa accennano anche ai contenuti di questa presunta intesa fra te e il governatore della Puglia: si parla della tua disponibilità ad accettare l’elezione di Vendola a segretario in cambio di una rassicurazione, da parte sua, a frenare sul progetto della costituente di sinistra...

Al di là del fatto, ribadisco, che non c’è nessun accordo fra me e Vendola, credo che il problema non sia quello che lui mi rassicuri sulla costituente di sinistra, perché su quale sia l’atteggiamento del partito verso questo progetto hanno già detto tutto i risultati delle votazioni dei circoli, i quali hanno dato una maggioranza relativa alla mozione Manifesto per la Rifondazione, quindi di fatto la costituente della sinistra che essa prospettava non ha raccolto l’approvazione dei nostri compagni e delle nostre compagne. Si tratta di una proposta respinta e sulla base di questo bisogna formularne una alternativa, che si fondi su tre punti irrinunciabili. Il primo è quello di uscire dal dibattito interno per costruire l’opposizione politico-sociale al governo Berlusconi assieme alle altre forze della sinistra, ai sindacati, ai movimenti.

E il Pd?

Dipende dal partito di Veltroni. Per adesso non mi sembra che ci sia tra noi la stessa lunghezza d’onda politica. Perciò al congresso si dovrà lavorare ad una nostra proposta di sinistra di opposizione all’esecutivo delle destre.

Quali sono gli altri punti della tua proposta alternativa comune, oltre all’opposizione sociale a Berlusconi?

Rilancio del Prc e sua riforma, magari ripartendo da Carrara, dove si è registrata una certa condivisione interna. E poi, la presentazione del Prc alle elezioni europee con il proprio simbolo e il proprio programma. Anche su questo mi sembra si concordi e anche questo dovrà rientrare nel documento unitario da approvare al congresso per rilanciare il partito.

Cosa avete sottoscritto unitariamente a Carrara?

Si affermava la critica verso la gestione maggioritaria del partito prevalsa al congresso di Venezia. Poi, si rilanciava la prospettiva di una gestione unitaria del Prc, per cui si prevedeva un ruolo nel processo unitario ma senza che esso rinunciasse in alcun modo alla sua autonomia politico-organizzativa-culturale. Terzo aspetto emerso da Carrara era la critica al personalismo e istituzionalismo che hanno segnato gli ultimi anni di vita di Rifondazione e verso cui si stabiliva un’azione di contrasto.

E sul dilemma storico: Prc di piazza o di governo?

Questo nodo è stato sciolto dalla realtà dei fatti, noi dobbiamo attrezzarci per rivestire un ruolo di opposizione che non sarà breve e per cui si deve ripartire dalla costruzione di un insediamento sociale nei territori. Con questo Pd e il suo attuale impianto politico-programmatico, almeno che non si aprano scenari nuovi dentro di esso, non è praticabile nessuna intesa comune per il governo del Paese.

Vendola però aveva apprezzato i segnali lanciati da D’Alema nei mesi scorsi sulla ricostruzione di un centrosinistra...

Rispetto Vendola, ma sulle proposte lanciate da D’Alema sarei più cauto. Pur apprezzando le affermazioni sulla legge elettorale e sul dialogo, non posso non notare la distanza che c’è in merito alla proposta politica.

Tu hai parlato della necessità di arrivare, a Chianciano, ad un documento unitario. Ma è una prospettiva possibile secondo te?

E’ sicuramente una sfida difficile, perché la fase precongressuale è stata molta aspra e non ci si è certo distinti per positività: il tesseramento gonfiato e le modalità opache di svolgimento dei congressi non sono elementi di poco conto. Ma bisogna guardare avanti. Non ci sono alternative per il Prc se vuole continuare ad esistere.

Tu bocci la costituente della sinistra perché non ci sono le condizioni politiche o proprio perché il progetto in se stesso non ti convince?

Sono contrario a qualsiasi progetto che contempli il superamento del Prc e la costituente della sinistra si è fondata su questo possibile sbocco. Tale contrarietà non significa però rinunciare all’unità della sinistra, il fatto è che essa non può essere ridotto alla creazione di un partito unico. Nel nostro Paese la cancellazione di un partito comunista sarebbe un errore, come dimostrano le elezioni di aprile.

E la prospettiva comunista di Oliviero Diliberto?

Sono stato al congresso del PdCI, dove il suo segretario ha proposto la riunificazione del suo partito con il nostro. Tengo a precisare che non si tratta della costituente comunista, ma di qualcosa di diverso, cioè della riunificazione di due partiti, mentre la seconda è una chiamata a raccolta su base ideologico più che politico-programmatica. Diliberto ha sicuramente avanzato una proposta interessante e che va valutata, anche se in questa fase la vera necessità è quella di rilanciare il Prc. Certo, è un segnale importante quello che arriva da Salsomaggiore perchè dopo la terribile scissione e una fase di incomunicabilità, oggi i rapporti fra questi due nostri partiti sono migliorati.

Aprile online del 22/07/2008