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Al via un congresso rebus per Rifondazione

Publie le giovedì 24 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Al via un congresso rebus per Rifondazione

Sarà il settimo congresso nazionale, fino a domenica a Chianciano Terme, il più difficile nei 17 anni di storia del Prc. Dopo la batosta elettorale che ha cancellato la sinistra radicale del Parlamento, Rifondazione prova a voltare pagina. Nei quattro giorni delle assise, dovrà decidere la nuova linea, in vista delle europee del 2009, ma soprattutto scegliere il leader che avrà il compito di far risalire la china al partito.

Il partito, dopo un’accesa battaglia precongressuale condotta a suon di ricorsi, accuse di brogli e di tesseramento "gonfiato", si presenta all’appuntamento con 5 mozioni, senza che nessuna abbia raggiunto la maggioranza assoluta dei voti. Ma a sfidarsi sono i primi due documenti. La mozione uno, che fa capo all’ex ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero e al coordinatore di Essere Comunisti Claudio Grassi, e il documento due che raccoglie l’ex maggioranza ’bertinottianà a partire da Franco Giordano, che appoggia la candidatura di Nichi Vendola, governatore della Puglia, alla guida del partito.

Nonostante l’avvicinamento di cui si parlava le scorse settimane tra Vendola e Grassi che faceva presagire un’intesa, i giochi sono tutt’altro che chiusi. Domani il congresso si aprirà senza un accordo formale. Il tutto si giocherà nei quattro giorni e soprattutto nella commissione politica che si insedierà nella prima giornata di lavori. In quella sede, infatti, Grassi avanzerà alcune proposte su cui chiederà l’appoggio delle altre mozioni. Tra gli obiettivi, la costruzione di un’opposizione sociale al governo Berlusconi, il rilancio del partito a partire dai documenti approvati dalla Conferenza d’organizzazione di Carrara e la corsa alle elezioni europee con il solo simbolo del Prc, la falce e martello.

Fino a sabato, quando in cui si capirà la piega del congresso, le trattative saranno continue. Per quel giorno è atteso l’intervento di Fausto Bertinotti. Gli esponenti della mozione due si siederanno al tavolo delle trattative senza escludere come extrema ratio l’ipotesi di arrivare, in caso di nessuna intesa, ad un accordo di gestione per un anno.

Trecentosessanta giorni in cui ognuno si giocherà le sue carte per poi riunirsi e tirare le conclusioni. Altra ipotesi, che è stata al centro di una serie di riunioni tra i rappresentanti delle diverse mozioni, è un accordo programmatico che prevede il rinnovamento del partito, la corsa alle elezioni con il simbolo del Prc senza però che questo indichi un ritorno al passato. Due soluzioni che la mozione due è pronta a discutere ponendo un’unica condizione: Vendola deve essere eletto segretario.

Resta l’incognita sulle decisioni delle altre mozioni. Gli uomini vicini al governatore della Puglia escludono che Ferrero possa appoggiare Vendola, resta quindi da capire cosa farà Grassi, consapevole di essere l’ago della bilancia: «Io rivendico il mio ruolo - precisa - Non voglio "pesare" per ottenere cose per me, ma per l’unità di Rifondazione».

Se non si arriverà a un’intesa, è possibile che i giochi si decidano domenica, nella prima riunione del comitato politico, il "parlamentino" del partito che per statuto ha il compito di eleggere il segretario: vince il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti. In quel caso, bisognerà vedere il comportamento della mozione 3, che fa capo alla minoranza dell’Ernesto guidata da Fosco Giannini e Gian Luigi Pegolo. Giannini potrebbe decidere di astenersi nelle votazioni, ma non è detto che tutti i componenti della minoranza, in particolare quelli più vicini a Pegolo decidano di appoggiare la scelta.

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