Home > Rifondazione e il congresso senza linea politica

Rifondazione e il congresso senza linea politica

Publie le giovedì 24 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Rifondazione e il congresso senza linea politica

Nell’estate delle immunità per le alte cariche dello Stato, del rialzo dei prezzi dettato dalla crescente povertà dei salari e delle pensioni, nella generale confusione che regna tra Parlamento e Magistratura sul caso di Eluana, prende il via il VII Congresso nazionale del Partito della Rifondazione Comunista.

Per la prima volta nella sua storia, i delegati riuniti a Chianciano Terme si troveranno davanti uno scenario incompleto, tutto da costruire: nonostante i cinque documenti su cui si sono espressi gli oltre 2080 circoli del Partito, non è ad oggi possibile dire che esiste una linea politica per Rifondazione Comunista.

La mozione 1 si è fermata al 40%, quella di Vendola (la mozione 2) al 47% e le altre raccolgono rispettivamente il 7,7% Pegolo e Giannini, il 3,5 Bellotti e i falcemartellini e, infine, l’1,5 quella "disarmante" di Walter De Cesaris.

Nessuno, dunque, può far valere le proprie proposte come proposte di linea politica. Tutte le opzioni in campo non sono maggioranza. E a poco vale il balletto delle presunzioni messo in piedi da alcuni esponenti della mozione 2 per far leva sul fatto che almeno loro sarebbero una "maggioranza relativa".

Senza qualche colpo teatrale dell’ultimo momento, l’unica proposta per guidare Rifondazione Comunista non può che essere la gestione unitaria a partire dalla segreteria nazionale.