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Per Rifondazione il congresso più difficile

Publie le venerdì 25 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

CHIANCIANO Vendola apre: il partito non si scioglie, soli alle europee

Per Rifondazione il congresso più difficile

di Matteo Bartocci

Cinque mozioni, nessuna vincente. Un risultato inedito e paralizzante. Rifondazione comunista arriva al suo settimo congresso nazionale (il primo senza Bertinotti segretario dal 1994, da oggi fino a domenica a Chianciano Terme) senza rappresentanti in parlamento né una prospettiva chiara, dubbiosa su come e con chi ricostruire l’opposizione al governo Berlusconi. Una «comunità» profondamente ferita da divisioni e sospetti, quasi spaccata in bande contrapposte. Tanto che più d’un dirigente negli ultimi giorni temeva che a Chianciano nemmeno si arrivasse o che alla fine ci si sarebbe presi a sediate come nella peggiore tradizione socialdemocratica o con una o più scissioni come da storia comunista.

Eppure i 2.080 congressi di circolo, in molti casi ridotti a duelli pieni di contestazioni brutali, qualche indicazione l’hanno data. Da qui forse bisognerà ripartire per mettere ordine in una discussione inadeguata e confusa. Oltre 40mila iscritti su 87mila aventi diritto hanno votato uno dei cinque documenti politici, anche molto diversi tra loro. Un segno di vitalità dopo la sconfitta elettorale che ha anche dato qualche indicazione politica per il futuro.

La «mozione 2», quella che ha come primo firmatario Nichi Vendola, ha superato il 47% dei consensi. Ha vinto ma non convinto. E oggi pomeriggio, dal palco della città termale, il primo intervento politico di peso non a caso sarà proprio del governatore pugliese che, finora, è l’unico candidato alla segreteria del partito dopo le dimissioni di Franco Giordano. A quanto se ne sa, Vendola nella sua relazione dovrebbe prendere atto che la «costituente di sinistra» - il processo unitario che era il cuore della sua proposta - dovrà attendere almeno il risultato delle europee per vedere, se il caso, la luce. Troppo deludenti i risultati dei congressi degli altri partiti dell’ex Sinistra arcobaleno (Pdci, Sd e Verdi), troppo forte la resistenza del partito al superamento di Rifondazione in quanto tale.

Il Prc dunque resta per oggi (domani chissà) e ripartirà da sé, con il proprio simbolo alle europee e con le proprie liste, anche se al congresso sarà battaglia per vincolare gli eventuali eletti a Strasburgo al Gue (il gruppo parlamentare della sinistra) in modo da chiudere a eventuali indipendenti socialisti o ambientalisti.

Nemmeno gli incontri della vigilia della mozione maggioritaria con le altre (curati da Graziella Mascia) hanno sbloccato la situazione di stallo. Tanto che Ferrero e Vendola ieri non si sono nemmeno incontrati (per l’ex ministro è andato Alfio Nicotra).

Stabilita la permanenza del partito, gli altri nodi restano tutti da sciogliere. E non sono dettagli. Il congresso non ha dato un’indicazione chiara sulle alleanze e sul rapporto col Pd, così come quello con il resto della sinistra di alternativa, cioè su quali basi e con chi fare l’opposizione alle destre. Sicuramente minoritaria solo la fusione col Pdci rilanciata da Diliberto ancora una settimana fa dalle assise di Salsomaggiore.

Sicuramente sarà battaglia sulla segreteria, proprio sul nome di Vendola. Il verdetto è atteso per domenica pomeriggio ma per ora è improbabile che le altre mozioni convergano su un nome alternativo comune. Negli incontri di questi giorni i dirigenti degli altri documenti (con le loro «sotto-correnti») hanno mantenuto il loro no. Ma al governatore pugliese per essere eletto basta prendere un voto più di altri eventuali candidati ed è possibile che le sue aperture politiche bastino alla bisogna (ma senza maggioranza) o convincano qualcuno (per esempio l’area di Essere comunisti guidata da Grassi firmataria della mozione Ferrero) a cambiare rotta e formare una nuova maggioranza per evitare la paralisi del partito. La sintesi, in ogni caso, è tutta da trovare. Così come i numeri definitivi e ufficiali del congresso per i quali deve riunirsi stamattina a Chianciano la commissione.

Oggi pomeriggio, davanti ai 650 delegati congressuali, le 5 mozioni saranno presentate da tutti i primi firmatari (per la «1», quella di Ferrero-Grassi-Mantovani parlerà Maurizio Acerbo, per la «2», come detto, Vendola). Sola eccezione la «5», la più piccola (1,5%), per la quale interverrà l’unica donna: Mercedes Frias.

Ad aprire i lavori congressuali, una commemorazione del giovane giornalista di Liberazione Ivan Bonfanti scomparso di recente e del partigiano Giovanni Pesce.Fausto Bertinotti parteciperà ai lavori fin dal primo giorno. Già oggi sarà a Chianciano e interverrà sabato nel tradizionale spazio dei 10 minuti concesso a tutti i semplici delegati. Dopo le sue dimissioni da ogni ruolo di guida politica ad aprile, ha mantenuto sempre il massimo riserbo sul congresso. Ma a quanto se ne sa, stavolta non nasconderà nulla di come la pensa sul futuro della sinistra e del suo partito.