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A Chianciano la linea Ferrero: in basso, a sinistra

Publie le sabato 26 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Svoltare in basso a sinistra. Paolo Ferrero ha a disposizione i suoi dieci minuti da delegato al congresso di Rifondazione e non perde tempo in chiacchiere. Un intervento sviluppato per punti, chiaro e conciso come solo chi è arrabbiato sa essere. Si comincia dagli errori, quelli «di cui anche io sono responsabile in prima persona» dice l’ex ministro: abbiamo sbagliato progetto politico – dice in sostanza Ferrero – noi dobbiamo essere autonomi e alternativi. Nessuna speranza di ricostruzione di un centrosinistra, dunque, con il Pd non c’è speranza di ricucire.

Ma la frattura da ricomporre, dice Ferrero, è soprattutto quella con la società: «Gli operai votano Lega perché noi non abbiamo saputo dare una risposta concreta ai loro bisogni materiali». Poi cita Marx e sostiene che «i lavoratori sono uno contro l’altro, come merci nella concorrenza». E Rifondazione deve ripartire da qui, da questa consapevolezza.

Nessuna «gerarchia nei problemi», avverte Ferrero: i comunisti non devono fare l’errore di mettere priorità nelle questioni. Per questo Ferrero respinge con forza le accuse di «giustizialismo» che una parte del partito gli ha mosso riguardo alla manifestazione di piazza Navona, perché «c’è una questione morale che è pesante», e non vale meno dei problemi del lavoro.

Infine, l’avvertimento al partito: «Dobbiamo metterci d’accordo subito – dice l’esponente della Mozione 1 – sul fatto che dal congresso deve uscire una linea politica chiara: comunque vada – ribadisce Ferrero – proviamo a dirci da ora che lavoreremo insieme a costruire la linea che verrà fuori da Chianciano». Altrimenti, non esita a concludere, «ci divideremo». La platea lo osanna: appena Ferrero finisce di parlare partono tutti in coro e con i pugni alzati con Bandiera Rossa e Bella Ciao. Sono quelli che lo vorrebbero segretario. Anche se lui, nemmeno oggi, ha detto a chiare lettere che si è candidato.