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Prc, in lotta senza governo

Publie le domenica 27 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Prc, in lotta senza governo

di Andrea Scarchilli

Ancora nessun accordo tra Ferrero e Vendola, la partita si gioca all’interno della mozione uno e sul possibile appoggio di Grassi al governatore della Puglia. L’ex ministro non retrocede, vuole decidere la linea politica ed eleggere il segretario solo in un secondo tempo. La gestione unitaria è ancora nel novero delle possibilità

La seconda giornata del congresso di Rifondazione comunista, a Chianciano Terme, è servita a confermare quanto già si era intuito ascoltando i cinque interventi di presentazione delle mozioni. Ovvero, che il superamento dell’empasse in cui è precipitato il partito passa solo per la disponibilità di Nichi Vendola a trovare un accordo con i rappresentanti della prima mozione. Da verificare se Vendola riuscirà a centrare l’obiettivo di dividere Claudio Grassi da Paolo Ferrero assicurandosene i voti. Se invece il fronte del primo documento resterà unito, il governatore della Puglia sarà costretto a trovare un compromesso che accontenti anche l’ex ministro della Solidarietà sociale. Da questa ipotesi, che porterebbe inevitabilmente alla gestione unitaria del partito richiesta con insistenza dai ferreriani, scaturirebbe un azzoppamento della linea vendoliana, centrata sul rilancio della Costituente di sinistra. Vendola, in tal caso, accetterebbe di divenire un segretario trasversale, un garante di tutte le anime vecchie e nuovissime di Rifondazione? E’ il principale degli interrogativi che rimbalzano nel corso dei lavori congressuali. Dalle prime ore di riunioni non è ancora uscita la soluzione, forse la situazione si sbloccherà in serata.

Quella di oggi è stata la giornata dell’intervento del segretario uscente Franco Giordano, sostenitore di Vendola. Giordano ha detto quanto la prudenza aveva suggerito di omettere al governatore della Puglia, ha rilanciato la Costituente di sinistra: "Rifondazione comunista si rianima solo investendo nella ricostruzione della sinistra, di un campo laico, antiliberista e pacifista che riunisca anche soggetti al di fuori dei partiti". Lo stesso ha detto un altro bertinottiano doc, l’economista ex sottosegretario Alfonso Gianni: "Si dice che c’è bisogno di cambiamento, io sono per il massimo cambiamento: passare da Rifondazione comunista alla ricostruzione della sinistra".

La partita vera, tuttavia, si gioca dietro le quinte, all’interno della mozione uno. La seconda giornata del Congresso si è aperta con l’annuncio dell’accordo tra Grassi e Vendola, un patto che prevederebbe l’elezione del secondo alla segreteria con la promessa di una marcia indietro sulla Costituente di sinistra: il Prc andrebbe alle elezioni europee sotto insegne autonome, con il proprio simbolo. Grassi ha smentito ribadendo di non avere ancora sentito da Vendola parole abbastanza nette sulla strategia da seguire alle europee e sul rilancio e la ricostruzione del partito. La posizione ambivalente dell’ex senatore di "Essere comunisti" ha costretto il compagno di mozione a una serie di uscite prudenti. Ferrero ha detto di non essere contrario a priori all’elezione a segretario di Vendola. Senza intervenire dal palco, Ferrero ha sancito l’ennesima bocciatura dell’alleanza di sinistra - "E’ uno schema uscito sconfitto dalle elezioni, e quindi non ripercorribile" - e sfumato la sua posizione, subordinando l’elezione di un leader alla definizione, precedente, di una linea politica precisa. In serata è previsto un incontro chiarificatore tra i due, da cui si capirà se il fronte della prima mozione è ancora compatto e se i rappresentanti del secondo documento potranno permettersi di trattare con il solo Grassi.

Il fatto è che i bertinottiani non sono disposti a retrocedere sul nome di Vendola, che nello stesso tempo non ha dalla sua la maggioranza assoluta dei delegati. Per il governatore della Puglia si tratta di accettare le condizioni di transizione di Grassi o, se il documento uno tiene ancora, bocciare a chiare lettere la costituente di sinistra, come chiesto soprattutto da Ferrero. La seconda ipotesi è improbabile. Per evitare la conta non è escluso, a questo punto, l’accettazione di quanto chiesto ieri da Maurizio Acerbo: la "gestione unitaria" del partito. Ferrero ha spiegato che questa potrebbe configurarsi con la decisione della linea politica, l’elezione del segretario "sulla base di questa" e poi l’ingresso in segreteria di tutte le mozioni. Il che equivarrebbe al tramonto definitivo dell’alleanza di sinistra quanto del nome di Vendola. Servirebbe, a quel punto, un segretario di mediazione.

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