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Fausto e Iaio – Valerio Verbano. Una strategia per due esecuzioni

Publie le lunedì 7 marzo 2011 par Open-Publishing
18 commenti

Daniele Biacchessi

Le inchieste di “Italia in controluce”

Fausto e Iaio – Valerio Verbano. Una strategia per due esecuzioni

Pochi mesi fa è stata riaperta l’inchiesta sull’omicidio di Valerio Verbano avvenuto a Roma, il 22 febbraio 1980.

L’assassinio di Valerio Verbano è strettamente collegato al duplice omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, due anni prima, il 18 marzo 1978, a Milano.

Molte le similitudini già evidenziate nel mio libro “Fausto e Iaio” (Baldini Castoldi 1996), e nel dossier del centro di documentazione Valerio Verbano “Milano 18 marzo 1978: Fausto e Iaio, Roma 22 febbraio 1980:Valerio Verbano. Una strategia per due esecuzioni”, scritto dallo s torico e sociologo Valerio Marchi nel 1997.

Veniamo ai fatti.

Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci vengono uccisi a Milano, in via Mancinelli da tre killer provenienti da Roma.L’assassino spara 8 colpi con una pistola Beretta 7,65, utilizza un sacchetto di plastica per trattenere i bossoli.L’omicidio è riconducibile secondo il giudice Guido Salvini e il Gup Clementina Forleo che archivia l’inchiesta, agli ambienti della destra eversiva di Roma.

Valerio Verbano viene assassinato a Roma nella sua abitazione nel quartiere Montesacro, davanti agli occhi dei genitori. Per ucciderlo il killer utilizza una pistola calibro 7,65, uno del commando dimentica una pistola Beretta 7,65 durante la colluttazione con il ragazzo.

Fausto Tinelli, Lorenzo “Iaio” Iannucci” e Valerio Verbano sono impegnati da mesi in un lavoro di controinformazione a Milano e Roma. Fausto e Iaio cercano prove e indizi sul traffico di droga gestito da ambienti della destra eversiva con la criminalità organizzata.Valerio Verbano compila un voluminoso dossier di quasi 400 pagine (ora ritrovato dai carabinieri del Ros dopo 31 anni), con i nomi di tutti gli appartenenti ai NAR, Nuclei Armati Rivoluzionari, e a Terza Posizione che operano tra il ‘78 e l’80 nei quartieri romani.

Entrambi gli omicidi vengono rivendicati da sigle riconducibili alla destra eversiva romana, in particolare ai NAR: Brigata Franco Anselmi” per Fausto e Iaio, “Nuclei Armati Rivoluzionari, avanguardia di fuoco” per Valerio Verbano.

Sia per Fausto e Iaio che per Valerio Verbano le prime versioni delle questure vanno nella direzione di un regolamento di conti all’interno dello spaccio della droga (Fausto e Iaio), degli ambienti della sinistra (Valerio Verbano). Inoltre spariscono numerosi reperti dagli Uffici corpi di reato dei tribunali di Milano e di Roma: un berretto blu ritrovato vicino al corpo senza vita di Lorenzo Iannucci, un cappello e un passamontagna degli assassini rinvenuti nella casa di Valerio Verbano .

Il giudice Guido Salvini, titolare dell’inchiesta su Fausto e Iaio, nel 1997 dispone una comparazione tra il proiettile ritrovato in via Mancinelli e la pistola 7,65 dimenticata dai killer nell’ abitazione di Valerio Verbano. Ma la pistola non è più presente nell’Ufficio Corpi di reato di Roma.

Solo nel 2005, dopo un’indagine interna disposta dal procuratore capo della Repubblica Giovanni Ferrara, si scopre che pistola, silenziatore, due bossoli si trovano invece all’Ufficio corpi di reato di Palermo, perchè i magistrati siciliani l’avevano richiesta per accertamenti sulla morte dell’esponente democristiano Piersanti Mattarella. I reperti vengono poi trasferiti da Palermo a Roma e in questi giorni sono oggetto d’indagine degli inquirenti titolari dell’inchiesta sulla morte di Valerio Verbano. Ma ad oggi nessuna comparazione è stata fatta tra il proiettile ritrovato in via Mancinelli e la pistola 7,65 dimenticata dai killer nell’ abitazione di Valerio Verbano.

Sempre sull’arma utilizzata per uccidere Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci cito un passaggio determinante dell’inchiesta del Giudice Guido Salvini che il 14 luglio 1997 trasmette gli atti del processo alla procura della Repubblica di Milano, sostituto procuratore Stefano D’Ambruosio.

“I bossoli esplosi durante l’agguato, mai rinvenuti, furono certamente raccolti in un sacchetto applicato dagli attentatori alle armi per impedirne il recupero.Anche tale espediente era tipico del modus operandi dell’area F.U.A.N. – N.A.R. (cfr. interr. SORDI, 23.11.1990).La perizia balistica ha evidenziato che i due giovani furono uccisi con armi piuttosto vecchie probabilmente Beretta mod.34 con l’originaria canna cal.9 cambiata con una canna cal.7,65, o Beretta mod.35.Tali armi corrispondono al tipo di dotazione logistica di cui l’area F.U.A.N. – N.A.R. disponeva sino all’inizio del 1979 quando, a seguito di rapine in armerie, furono acquisite Beretta mod.70 e altre armi più moderne ed efficienti (cfr. interr. SORDI, 23.11.1990 e Cristiano FIORAVANTI, 27.6.1990.”

Per il giudice Guido Salvini c’è una somiglianza tra le striature dei proiettili che uccidono Fausto, Iaio e Valerio.

Per questi e numerosi altri elementi l’indagine su Fausto e Iaio andrebbe subito riaperta.

Messaggi

  • Le similitudini ci sono tutte.

    Va però detto che il "giro" di fascisti su cui si sta sviluppando la nuova inchiesta relativa all’omicidio di Valerio Verbano è appunto un "giro" profondamente diverso da quello, pur sempre di fascisti romani, su cui si era sviluppata l’indagine della magistratura milanese rispetto all’uccisione di Fausto e Iaio.

    E, a questo proposito, va anche detto che se il "giro" di chi fu accusato della vicenda milanese portava direttamente ai Nar di Fioravanti, sia pure realisticamente, in quel caso, "mandati" a fare quell’attentato su commissione malavitosa, leggi clan Turatello, e/o dei servizi ( presenza nella stessa Via Montenevoso di una sede Br in pieno sequestro Moro) .... i nuovi accusati per Verbano sono invece essi stessi esponenti della criminalità organizzata romana al massimo livello, sia pure tutti con precedenti politici "neri" ma sviluppati in ambiti diversi, nel tempo e nello spazio, da quello dei Nar di Fioravanti.

    Tra i nuovi sospettati per l’omicidio Verbano c’è infatti persino un tizio, tale Gianluigi Esposito, nel frattempo deceduto, che faceva addirittura parte, nei primi anni settanta, dello stesso gruppo di fascio/criminali ( Ghira, Izzo, Guido) che si era reso responsabile dei fatti del Circeo e in epoca successiva nientemeno pure del clan mafioso francese dei marsigliesi operanti in Italia.

    Insomma, se - sia pure a due anni di distanza - la finalità dei due attentati appare senz’altro dello stesso segno ( sia Fausto e Iaio sia Verbano conducevano inchieste di controinformazione sulle commistioni tra bombaroli fascisti e criminalità organizzata di tipo mafioso) non è però affatto scontato che i killers materiali siano gli stessi.

    Ed incapunirsi eccessivamente su questa tesi rischia di non aiutare la ricerca, già così difficile a tanti anni di distanza, della verità.

    Raf

    • .....anche tirare nel mucchio dei nomi per sentito dire, come quello di Gianluigi Esposito, non solo è allo scopo mero di confondere ulteriormente le acque, ma non si fa davvero un servizio alla verità. A quanti darebbe noia se venisse fuori una volta per tutte? A più di qualcuno.....

    • visto che raf è tuttologo del fascio sempre però a loro favore ...senza uno straccio di prova documentata ma sempre per sentito dire o da lui stesso al corrente personalmente perchè non va a raccontare le sue cazzate davanti al magistrato invece di spalare montagne di merda senza fondamenta e proprio per questo stabilità fluida che come noto di attrito inferiore al 5 % delle minchiate al quadrato del fancazzo tutto il giorno ben pagato quindi oleato , braccia tolte alle colonne di ghiaccio in siberia,. Snif sbaf fanc.

    • I nomi di Giovanni Marion ( un tizio che all’epoca dei fatti gestiva un deposito d’armi per la Magliana ) e di Gianluigi Esposito ( corretta la breve biografia criminale che sopra ne è stata fatta) a proposito della nuova inchiesta sull’omicidio Verbano li hanno fatti i magistrati, mica Raf.

      E li ha pubblicati Repubblica.

      Radisol

    • ecco ora citiamo il fascio ex ex ex ex ex Tassinari, ma per cortesia......

    • allora guardate e stupite.... http://fascinazione.blogspot.com/2011/02/omicidio-verbano-chi-vuole-confondere.html certi compagnucci dovrebbero farsi un esamino di coscienza sulle loro fonti di informazione "non conformi"....

    • Mi sono limitato a mettere in fila i fatti.
      un vecchio cronista di nera marco Nozza poco prima di morire aveva detto:
      "una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze sono due coincidenze, tre coincidenze sono un indizio, quattro coincidenze sono una prova".
      In questa comparazione quante coincidenze ci sono?

      Un abbraccio a tutti
      Daniele Biacchessi

    • raf e radisol sono due prezzolati di merda, gente che metterei veramente al torchio per farmi spiegare tante cose, patetici e soprattutto infami.

    • E’ chiaro che da che mondo e mondo, se poi ci sono interessi contingenti, il disfattista lavora per il potere, senz afarne troppo mistero. Concordo in toto con il concetto di coincidenza espresso da Biacchessi, e non solo, Raf & c. possono andare a menar il can per l’aia dove più gli aggrada ma non su storie in cui sarebbe meglio fare silenzio visto che ci sono inchieste in corso e il loro scopo è ancora una volta occultare e mescolare le carte.

    • Coincidenze e similitudini tra i due episodi ce ne sono a sfascio.

      E MI SEMBRA DI AVERLO AFFERMATO CON CHIAREZZA NEL COMMENTO DI IERI.

      Questo non esclude però che gli assassini materiali possano essere diversi.

      Persino nel caso, comunque non provato con certezza, che sia stata usata la stessa arma nei due episodi.

      Tra l’altro, il personaggio che appare oggi come il maggior indiziato nella nuova inchiesta sul caso Verbano le armi, come provato da altre inchieste, le "affittava" tanto ai gruppi fascisti che alle "paranze" della malavita romana.

      Nulla di più probabile che in quel caso possa averne usata una in prima persona.

      Raf

    • c’hanno paura....lasciamoli parla’, tanto ormai è tempo perso il loro. Entrano in ballo sempre quando si tratta dei compagni ammazzati. Tutto vogliono fuorchè la verità, non per i compagni almeno. E alla "giustizia" non credono. Grazie a Biacchessi e a tutti quelli che per la verità di battono senza secondi fini. Il resto è niente.

    • Caro raf,

      io resto sui fatti e i fatti dimostrano che queste coincidenze esistono (come fai rilevare anche tu) e che su queste coincidenze nessuno in 31 anni ha indagato perchè mancavano i reperti.
      Non mi piacciono le dietrologie, le teorie, le tesi.
      Sono quelle tecniche di depistaggio che hanno purtroppo allontanato la verità e la giustizia.
      Faccio parte di quel gruppo di cronisti della nera milanese (tra cui Mauro Brutto), che invece di credere alle piste suggerite dalla Questura ha mosso un lavoro di controinformazione basato sui fatti.
      Un metodo ormai dimenticato nel degrado in cui è piombato il giornalismo in Italia.
      E quei fatti dimostrano che tra l’omicidio di fausto e Iaio e quello di Valerio verbano ci può essere una pista investigativa comune.
      Poi io faccio il giornalista e lo scrittore, non il poliziotto, l’investigatore, il magistrato e il giudice.

      Un abbraccio a tutti e continuate così con questo bel sito di informazione e dibattito.
      Daniele Biacchessi

    • Se diamo giudizi politici siamo perfettamente d’accordo nell’attribuzione "comune" dei due omicidi di compagni.

      Se invece vogliamo fare gli "investigatori" allora è assurdo "innamorarsi" di tesi precostituite a tavolino.

      Il voler attribuire a tutti i costi l’omicidio di Valerio ad un preciso gruppo di fascisti romani ( interni ai Nar ma anche spesso utilizzati, immagino a pagamento, da clan mafiosi, dalla Magliana a Turatello) non ha finora "pagato" in termini processuali.

      Nemmeno io do un credito totale alle indiscrezioni giornalistiche, fatte filtrare o meno dagli inquirenti.

      E non escludo nemmeno che gli stessi inquirenti abbiano messo in moto un meccanismo di "lepri false" allo scopo di scuotere l’ambiente fascista romano e vedere cosa ne esce fuori.

      Così come non escludo i classici "depistaggi", magari dei servizi, atti a creare cortine fumogene per non arrivare nemmeno questa voltà alla verità.

      Rimane il fatto che in 30 anni, con la miriade di "pentiti", a volte anche molto "fantasiosi" del neofascismo romano ( ed anche della malavita ad esso collegato), su pressochè tutti gli episodi, ci sono state significative "rivelazioni", anche se non sempre tali da poter determinare una certa ed inequivocabile colpevolezza giudiziaria di singoli personaggi.

      Nel caso Verbano, invece no.

      E se si trattasse quindi un qualcosa, sempre neofascista e sempre a cavallo con ambienti mafioseggianti, e realisticamente con gli stessi mandanti, diverso dalle solite facce e dai soliti nomi ?

      Un qualcosa, magari proprio perchè molto "piccolo" nei numeri e particolare nella composizione, che non ha espresso alcun "pentito" al proprio interno ?

      Dalle indiscrezioni in atto, fermi restando i dubbi che dicevo prima, sembrerebbe configurarsi effettivamente un qualcosa del genere.

      Ed un qualcosa che operava principalmente, almeno nel principale personaggio di cui si parla, proprio nel quartiere dove abitava e dove è stato assassinato Valerio Verbano.

      E sempre le indiscrezioni hanno parlato di riconoscimenti fotografici avvenuti da parte di testimoni ( compresa la mamma di Valerio) che nell’altra ipotesi invece non si erano mai determinati con certezza.

      Escludere a priori questa nuova ipotesi perchè "innamorati" di una tesi precostituita, fermo restando che quei personaggi sono comunque assassini della peggiore specie ma non è detto debbano esserlo per forza anche di Valerio Verbano, mi sembra cosa stupida e puerile.

      Tutto qua e niente di più.

      Raf

    • Daniele....tempo perso il tuo. Abbiamo barba di "sapienti conoscitori" qui che della memoria se ne fregano magari per 30 anni......ma appena si fanno ipotesi corrono a "scagionare" i fascisti. Noi ormai ci siamo abituati. Continuiamo per la nostra strada, di disfattismo più o meno in buonafede ne abbiamo abbastanza. Gli inquirenti si occupano e si occuperanno della giustizia, magari oggi meglio e più di ieri, noi possiamo metterci l’ostinata passione e la buonafede, nonchè l’arte come tu fai da anni.

    • Non credo che lo "stupido e puerile" di Raf fosse riferito a Daniele.

      Che si limita a considerare gli indubbi collegamenti, politici ed "ambientali", tra l’omicidio di Fausto e Iaio e quello di Valerio.

      Ma che non mi sembra invece "innamorato" di alcuna tesi precostituita rispetto all’identità degli esecutori materiali.

      Era certamente invece riferito, e personalmente lo sottoscrivo pienamente, all’altro tizio che spara sentenze ed insulti, ormai da anni, qui sopra.

      E che alla fin fine è fissato su un unico personaggio, indubbiamente personaggio pessimo ed orrido e, per quanto mi riguarda, pressochè certo esecutore dell’omicidio di Fausto e Iaio ed anche di quello di Ivo Zini.

      Ma realisticamente, per mille motivi detti cento volte, non di quello di Valerio Verbano.

      Come se poi accusare un fascista di tre compagni morti ammazzati e non di un quarto equivalesse dare un giudizio positivo del fascista medesimo.

      E come se poi l’ipotesi che gli esecutori materiali possano realisticamente essere diversi da quello di Fausto e Iaio facesse saltare il giudizio politico su quello che è certamente in ogni caso un infame omicidio compiuto da fascisti.

      Radisol