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I mercenari sono stati aumentati

Publie le mercoledì 14 aprile 2004 par Open-Publishing
1 commento

Guerre-Conflitti Governi Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

Sono adesso 25.000. Fate con me i conti perche’ sono debole in matematica. Prendono quasi 2
milioni di lire al giorno ognuno. In un mese fanno 60 milioni di lire a testa.
Moltiplicate per 25.000.

Sono 1.500.000 milioni, cioe’ 1.500 miliardi di lire.

Ho fatto bene?

In un anno farebbero 1.500 X 12 =18.000 miliardi di lire. Quanto Irak si ricostruirebbe con questa
cifra? Quanta democrazia si esporterebbe?

Sono l’esercito privato delle multinazionali, un esercito di mercenari (Manzoni li avrebbe
chiamati ’bravi’) che non rispondono a nessuna legge, non riconoscono nessun codice militare, e tuttavia
compiono azioni militari ’private’, cioe’ uccidono a mano libera, quando in ogni nazione civile
chi fa questo e’ considerato assassino; sono li’ solo a garantire l’occupazione e la spartizione di
un territorio a dei grossi gruppi di potere per interessi totalmente privati e a tale fine usano
la guerra. Forza armata privata di gruppi privati.

Forze di occupazione statunitensi:130.000

Contractors senza alcuna bandiera: 25.000

Inglesi: 10.000

Italiane 3.000

Difficile dire, come fa la Stampa, che quelle forze di occupazione possano essere li’ per
mantenere l’ordine contro orde di banditi che scorazzano l’Irak. Piu’ facile vedere che sono loro le orde
di banditi che scorazzano l’Irak. Come credete le avrebbe viste Manzoni? E come credete le vedra’
la storia futura? E come volete che le veda ogni persona che ha occhi per vedere e cervello per
intendere?

In quanto agli Italiani, siamo la quarta forza di occupazione militare del paese in una operazione
che, dopo i bombardamenti del ponte e i carri armati, nessuno avra’ piu’ la faccia di chiamare
umanitaria (mai visto la Croce Rossa o Gino Strada ammazzare persone, sparare sula folla o bombardare
abitazioni).

Siamo in contrasto con la Costituzione e con lo stesso mandato parlamentare,
immischiati in una guerra che ci costa 900 miliardi di lire l’anno, ma non basta: ci dovremmo mettere
anche tutti i costi della rimessa economica e della sicurezza in Italia, il rischio terrorismo, il
discredito internazionale, la recessione. E tuttavia continuiamo, contro l’avanzante parere del
mondo, a dire yes a Bush e a negare l’evidenza della nostra posizione sempre piu’ precaria e sempre
meno legale.

E intanto l’ONU non puo’ intervenire per il veto americano e se l’Italia ritirasse le
truppe cio’ sarebbe un forte incentivo a far flettere la politica americana.
I soldati italiani vivono asserragliati nelle loro caserme, e sono venuti a patti con gli iracheni
che hanno detto che non li aggrediranno se non si faranno vedere per le strade e resteranno chiusi
nei loro alloggi. Come fa Castelli a ripetere che compiono opere umanitarie? Chiusi e
asserragliati non si fa nulla di nulla. Si tiene solo la posizione. Una posizione che diventa, di ora in ora,
sempre piu’ grottesca.

Messaggi

  • Finalmente qualcuno che chiama le cose con il proprio nome!
    Non si puo’non provare angoscia per dei nostri connazionali in mano alle "brigate verdi di Maometto", che tutto sembrano tranne che degli sprovveduti, qui non si ha a che fare con orde di predoni, Toto’ li chiamerebbe desertani, ma di gente che sa il fatto suo, ma una cosa bisogna dirla i quattro italiani catturati, uno e’stato giustiziato, sono dei mercenari pagati profumatamente, e a poco vale dire:"sono li’perche’non trovavano lavoro in Italia" molti miei conterranei,sono meridionale, non trovano lavoro e si arrangiano come possono lavorano anche 8 o 9 ore al giorno per 600,700 euro mensili (in nero), e non vanno a fare i mercenari a 1000 dollari al giorno, il punto vero e’un altro fare piu’soldi possibili il prima possibile, non credo che i quattro non avessero bene compreso il rischio d’altronde una paga del genere forse giustifica l’alea.
    Certo, queste potenti multinazionali hanno bisogno di mercenari perche’devono fare i loro affari e la gente irachena? tutta questa guerra ha il sapore di un affare colossale per tutti, dalle industrie d’ armi alle aziende impegnate nella ricostruzione sulla pelle di chi? La risposta e’ fin troppo facile.