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"NO TAV" I POLITICI LI DESCRIVONO COME UNA MINORANZA OSTINATAMENTE PRIMITIVA... Luca Abbà Il video della caduta

par lapennadellacoscienza

Publie le mercoledì 29 febbraio 2012 par lapennadellacoscienza - Open-Publishing
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Non si capisce come mai lo Stato ha puntato tanto i piedi sulla questione della Torino Lione, accollandosi anche parte delle spese che avrebbe dovuto sostenere la Francia, pur di convincerla a collaborare per l’esecuzione dell’opera.

In Italia, non si investe un euro nei cantieri per opere di pubblico interesse, tutto si limita ad interventi di ordinaria amministrazione.

Ma quanto costerà tutto questo all’Italia? e soprattutto quale utilità può avere per il paese la linea Torino Lione?

Secondo i dati forniti da un dossier presentato all’Unione Europea, il costo a carico dell’Italia è stimato attorno ai 35 miliardi di euro, contro i 17 inizialmente preventivati. Quest’importo non tiene conto delle spese accessorie necessarie per modificare le infrastrutture attorno all’area (ad esempio i vari svincoli autostradali che dovrebbero consentire l’accesso alla linea).

In oltre l’Italia ha una storia particolare rispetto agli altri stati dell’Unione Europea, sappiamo bene come nel nostro paese i costi inizialmente preventivati non sono mai quelli di fine lavori, e molte opere restano incomplete perché alla fine i soldi finiscono e il lavoro resta incompiuto.

Per esempio, la magistratura sta indagando sull’incremento dei costi di opere pubbliche come le spese sostenute per la costruzione della tratta Roma – Firenze che è cresciuta di 6,8 volte rispetto al preventivo iniziale, mentre la Milano -Torino è costata 5,6 volte in più della spesa preventivata all’inizio lavori.

Certo non è un mistero di come vengano spesi i soldi, sappiamo come purtroppo funzionano le cose in Italia, anche se sembra si stia parlando di arcana misteri: ci sono dei personaggi che prendono degli stipendi astronomici, errori di progettazione, revisione dei piani, aziende che falliscono e poi bisogna rifare le gare di appalto e ricominciare i lavori, poi c’è tutto il mercato delle bustarelle, che non è per nulla scomparso, e purtroppo questa è una pratica diffusa.

Ecco perché la Torino Lione costerà veramente tanti soldi, troppi soldi pubblici.

Qualcuno potrebbe obbiettare che comunque si tratta di un investimento. Non è neppure così, perché sulla base delle indagini di mercato e delle stime fatte, tra vent’anni i traffici sulla Torino Lione avranno coperto solo il 40% dei costi della linea.

Questa situazione è ben nota alla Francia e nel 2003 il Conseil Général des Ponts et Chaussées aveva giudicato l’opera non accettabile, ragione per la quale l’Italia, pur di realizzarla ha dovuto accollarsi parte delle spese di realizzazione che cadono su territorio francese.

La ragione delle reticenze francesi è ben nota, ovvero ci sono altre vie per il passaggio della merce su container: per esempio è stato ristrutturato il tunnel ferroviario del Frejus migliorando il trasporto anche i container più grossi di quelli usati nel passato;

il traffico verso Lione è molto modesto, uno dei più modesti di tutti i valici italiani.

i benefici per i passeggeri sono importanti ma i passeggeri sono troppo pochi e il traffico merci di 3 milioni di tonnellate all’anno si sta riducendo. Da non dimenticare la la nuova concorrenza del tunnel del San Gottardo che soddisfa pienamente le esigenze del traffico merci.

Quello che appare evidente è la testardaggine dello Stato a voler eseguire un’opera di nessuna utilità, in una tratta dove le merci viaggiano più facilmente su strada, e questo non per pessimismo, ma per esperienza, ci insospettisce parecchio.

Per ragioni ambientali sarebbe normale e giusto dire è meglio che queste merci viaggiassero su rotaie, ma le merci che viaggiano tra Italia e Francia non hanno i requisiti per questo genere di trasporto: sono finiti da decenni i carichi di legname e carbone! Dunque si spenderebbe del denaro pubblico, tanto denaro pubblico, per non portare nessun beneficio di natura ambientale.

In oltre negli ultimi anni la domanda di trasporto in quest’area anziché aumentare è diminuita proprio per effetto della concorrenza delle altre vie di traffico.

Come già detto gli unici che potrebbero beneficiare di quest’opera sono i costruttori e spiace dirlo, ma un giorno sono certa lo scopriremo nelle solite trasmissioni di approfondimento trasmesse all’una di notte, ne beneficeranno tanti politici che oggi fanno la voce grossa dicendo che si vuole rallentare il progresso del paese.

Se lo Stato ha veramente 35 miliardi di euro da investire, potrebbero farlo migliorando le linee ferroviarie su cui viaggiano tutti i giorni i tantissimi pendolari italiani, studenti e lavoratori, con treni vecchi, sporchi e sempre in ritardo. In questo caso potremmo garantire che la domanda di questo servizio è esistente e pressante.

I politici non lavorano per loro stessi, o almeno non dovrebbero farlo, ma sono nostri dipendenti, dipendenti dello Stato, e lo Stato affonda la propria ragione d’essere nella sovranità popolare. E oggi il popolo dice basta a cattedrali nel deserto, basta allo sperpero di denaro pubblico, basta trattare le persone come se tutti fossimo dei pecoroni ignoranti che ubbidiscono allo Stato padrone.

Ora veramente l’unica cosa che possiamo augurarci e che il giovane attivista Luca Abbà che stava combattendo per tutto questo, possa salvarsi e tornare presto alla propria vita e alla propria causa.

Forse il drammatico incidente di oggi obbligherà i giornali a dare più spazio a questa protesta, a spiegare le vere ragioni per la quali questa Valle sta combattendo da sola, nell’indifferenza del paese, per un progetto i cui costi graverebbero comunque su tutti noi.

http://www.lapennadellacoscienza.it/no-tav-lattivista-luca-abba-trasportato-in-gravissime-condizioni-al-cto-di-torino/

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