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Omaggio ad Avendaño governatore ribelle del Chiapas

Publie le lunedì 3 maggio 2004 par Open-Publishing

Stampa America Latina Alfio Nicotra

Amado Avendaño Figueroa, governatore ribelle dello Stato del Chiapas, si è spento la scorsa notte
nella sua San Cristobal de Las Casas. "Avvocato di professione, giornalista di ufficio" come amava
definirsi, Avendaño è stato una figura mitica di uomo che ha speso una vita a difesa dei diritti e
della dignità dei popoli indigeni.

Fu il primo reporter che parlò con gli zapatisti che occupavano
il palazzo del municipio nella notte del 1 Gennaio 1994. Il Subcomandante Marcos "scelse" lui e il
suo settimanale "Tiempo" per affidare la divulgazione dei comunicati del Comitato Clandestino
Rivoluzionario Indigeno e del Comando Generale dell’Esercito Zapatista.

"Non chiediamo che siate
d’accordo con noi o con il nostro percorso - gli disse Marcos- ma solo che ci sia data l’opportunità di
dire la nostra parola sulla stampa.Ci affidiamo a voi e a quel poco di giornalismo imparziale che
resta in Chiapas."
Da quel giorno l’ufficio della sua redazione divenne il primo fax a disposizione della rivolta
zapatista.

Nel maggio del ’94 il PRD (il Partito della Rivoluzione Democratica di centrosinistra) lo
nomina candidato alla carica di governatore del Chiapas.Sono tempi bui per chi vuole percorrere la
via democratica. Nel Luglio un gruppo di paramilitari prova ad assassinarlo. L’elezioni sono una
frode e si svolgono in un Chiapas occupato militarmente.Avendaño sfida la morte e la legge : l’8
Dicembre con una cerimonia popolare viene nominato governatore ribelle del Chiapas. Travolto dagli
scandali, il 14 febbraio ’95 il governatore ufficiale, uomo del PR I, si dimette.

Al suo posto
sale al potere Julio Cesar Ruiz Ferro un vero e proprio caudillio che costellerà la gestione del suo
potere con decine di indigeni assassinati.Avendaño non molla, è lì, segue il dialogo nella
cattedrale voluto dal vescovo Samuel Ruiz Garcia, che vedrà l’EZLN trattare con gli emissari del governo.
Trattative fatte d’imboscate , di colpi di mano, di tentativi di rrestare anche i mediatori.
Quando nel 1997 a San Andres vengono siglati gli accordi di pace è il suo "Tiempo" a pubblicarne in
esclusiva i dettagli.

Ma gli accordi rimarranno sulla carta, nonostante una marcia trionfale dei
popoli indigeni e l’intervento al Congresso a Città del Messico di una comandante dell’Ezln con tanto
di passamontagna. Nel 2000 termina il suo compito di governatore ribelle ricevendo la riconoscenza
dell’Ezln tutto. Il suo "Tiempo" è una scuola di giornalismo, una fucina in cui attinge forze il
più ben fatto quotidiano della sinistra latinoamericana, "La Jornada". L’ultima volta che ho visto
Avendaño, sempre con il suo inconfondibile cappello che lo faceva assomigliare a un bracciante del
nostro meridione, è stato alla festa per decennale dell’insurrezione zapatista nell’ex
aguascalientes di Oventic.

Sempre sorridente, disponibile a raccontarci il Chiapas profondo, non disdegnava -
come quella notte che annunciava il 2004- di ballare per ore intere al suono della marimba.
Centinaia di accampamentisti per la pace provenienti da tutto il mondo sono passati dalla casa di
Avendaño e dalla redazione del "Tiempo". Alle figlie Amalia, Elia e Concepcion, al figlio Amado e al
genero Elio Henriquez , va l’omaggio del Partito della Rifondazione Comunista. Per tutto l’aiuto che
don Amado ci ha dato in questi anni . Per essere stato uno spirito "rebelde". Fino alla fine.