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Perché la Francia non vota più o vota Le Pen

par Checchino Antonini

Publie le martedì 25 marzo 2014 par Checchino Antonini - Open-Publishing
1 commento

Marine Le Pen impazza sulle tv che censurano la sinistra. Così la gente non vede alternative al fiscal compact e Hollande può sembrare l’antidoto e non il virus

Quando l’insicurezza sociale e la miseria nuociono gravemente alla democrazia. Il tasso di astensione in Francia ha registrato ieri, in occasione del primo turno delle municipali, un nuovo record, oltre il 35% a livello nazionale e più della metà della popolazione che nemmeno s’è iscritta alle liste elettorali in grandi città come quella della cintura parigina. E’ una sanzione per le politiche liberiste e social-liberiste anche dove governa il Partito socialista che, dall’Eliseo, ha di nuovo disilluso le aspettative popolari all’indomani della cacciata di Sarkozy: servizi pubblici amputati, politiche sociali trascurate, tagli al budget per la cultura, democrazia partecipata rimasta lettera morta.

Raramente, è stato segnalato, in Francia una tornata elettorale intermedia si è sviluppata in un contesto tanto ostile alla presidenza. Secondo gli ultimi sondaggi, Hollande e il suo primo ministro Jean-Marc Ayrault godono della fiducia di appena il 20 o 25 per cento dei francesi. E una cappa mediatica avvolge il risultato del Fn che è grave anche se il partito dei Le Pen ha presentato liste solo sul 7% del territorio. L’Humanite, quotidiano del Pcf, denuncia l’oscuramento nei fatti delle maree spagnole (ignorate anche dai giornali nostrani), delle grandi marce per la dignità dei lavoratori dello stato spagnolo che si sono tenute a ridosso dell’apertura delle urne francesi. Ma la censura in campagna elettorale nei confronti delle forze di sinistra è stata pressoché totale - mentre lo stesso non si può dire per il Front national coccolato dai grandi media - e viene denunciata dal Front de gauche con tabelle piuttosto allarmanti che ricordano una dinamica tipica in Italia dove l’estinzione della sinistra è stata una profezia che alla fine s’è autoavverata grazie all’insistente oscuramento e ai ripetuti annunci di morte che hanno costituito un senso comune interiorizzato dai cittadini-spettatori che si sono visti costruire il mito di Grillo solo in apparenza antitelevisivo.

Anche in Francia sembra impossibile che si denuncino in televisione i massacri sociali determinati dalle direttive Ue su debito e competitività. Olivier Besancenot (Nuovo partito anticapitalista, Npa) ha spiegato che l’astensione record registrata nel primo turno ha dimostrato «che il sistema politico è carbonizzato». «Prima ancora del risultato del Fronte nazionale, c’è l’astensione. La prima lezione di oggi è che il sistema politico è carbonizzato», ha detto l’ex candidato dell’estrema sinistra francese che nel 2007 registrò un impressionante 4,8% alle presidenziali presentandosi con la Lega comunista rivoluzionaria che poi decise di avviare il percorso che avrebbe costruito l’Npa. Aveva 33 anni e per tutti è il "postino rosso" che lavora in un sobborgo di Parigi.

«Se si somma l’astensione con le persone che non sono registrate nelle liste elettorali vuol dire che la maggior parte delle persone ha scelto di non votare». I risultati del primo turno, che delineano una svolta del Fronte Nazionale, costituiscono «un grande schiaffo dato nel modo peggiore» al governo di Jean - Marc Ayrault. «Si può dire un grande grazie alla politica del governo - ha spiegato amaramente - che rafforza solo la svolta di estrema destra».

Besancenot si è detto pronto a lavorare a un’«insurrezione democratica», in modo perché «tutti quelli che hanno il cuore a sinistra e che sono molto preoccupati possano sperare di nuovo e che la paura cambi campo». Per il Front de gauche il risultato potrebbe anche ribaltarsi al prossimo turno in molte situazioni purché la gauche sia determinata a voltare pagina rispetto alle politiche di austerità. La presenza di una opposizione di sinistra al governo socialista è difficile da conteggiare per via della divisione a sinistra e del carattere municipale della tornata ma questa opposizione in più di 100 città, con il Front de gauche e l’Npa, supera il 10 % dei voti.

«Ecco quello che accade se la gente non vede alternative credibili alle politiche del fiscal compact - commenta, con Popoff, Nicoletta Dosio, valsusina No Tav e candidata per il Nord Ovest della Lista Tsipras - i risultati francesi dimostrano che quelle politiche sono fatte apposta per mettere all’angolo ogni speranza di difesa di un futuro comune e le istanze di uguaglianza e libertà. La mannaia dell’Ue, infatti, colpisce immediatamente il tenore di vita e i diritti e scatena la guerra tra poveri che non trovano strumenti per difendere collettivamente lo stato sociale. A governare nel mito dell’Europa delle banche i risultati sono questi, la gente pensa che si possa salvare solo da sola mentre solo le lotto comuni di chi sta in basso possono essere utili e proprio per questo, come dimostrano i dati sulla censura, vengono oscurate. L’unico modo per dare voce all’Altra Europa è dire che l’Europa si può solo demolire collettivamente in base a un modello di socialità e internazionalismo, se pensiamo di "aggiustarla" la protesta sarà catalizzata su spinte xenofobe come quella del Fn in Francia».

«In Francia, come nel resto d’Europa, non c’è solo la Le Pen - dice Fabio Amato, coordinatore europeo della campagna di Tsipras e candidato nell’Italia centrale - a contrastare le politiche antipopolari di Hollande e della Troika c’è un’opposizione di Sinistra a questa Europa. Un’opposizione che non gioca sul sentimento nazionalista, sulla propaganda xenofoba e razzista contro gli immigrati, ma sul tema della rifondazione democratica e sociale dell’Europa. Sulla disobbedienza ai trattati neoliberisti e alle loro regole che producono recessione economica, disuguaglianza e disoccupazione. Un’opposizione che alle Europee sarà unita con il Front de Gauche, nel sostegno alla Sinistra Europea e ad Alexis Tsipras. E’ l’unità dei popoli, e non la loro divisione su basi nazionaliste, che può battere l’austerità e la grande coalizione che la sostiene».

Ma la borghesia preferisce lo spauracchio di Marine Le Pen per potersi raffigurare da antidoto. Ma è il virus.

Intanto, mentre Grillo e Salvini esultano per il dato francese, Paolo Ferrero, segretario del Prc dice che «La soluzione alla crescita del FN in Francia è fare come la Grecia e cioè costruire una sinistra vera, antiliberista, che metta al centro la giustizia sociale e la difesa del welfare, rovesciando le politiche di austerità e il funzionamento di questa Unione Europea. Per questo anche in Italia vogliamo fare Syriza, per questo siamo impegnati per le elezioni europee con la lista L’Altra Europa con Tsipras. Dal neoliberismo se ne esce a sinistra oppure la barbarie sociale dovuta all’austerità si trasforma in barbarie politica e nel successo dei razzisti».

http://popoff.globalist.it/Secure/Detail_News_Display?ID=100166&typeb=0

Messaggi

  • Non a caso in questi giorni i media di regime non fanno altro che commentare e riproporci il famoso "Grillo mi odia..." della Le Pen.
    Grillo "odia" tutti i fascisti che non riescono a camuffarsi come lui... ne condivide gli obiettivi e le strategie, il razzismo, la xenofobia, l’antisindacalismo, il classismo, ma furbescamente si cela dietro una faccia da sinistrismo subdolo e improbabile.
    Lo fa con tutti, finché tramano nell’ombra e ci si mettono d’accordo va tutto bene, poi alla prima uscita questi non sanno trattenersi dallo stendere la mano tesa in avanti, vedi Le Pen, Alba Dorata, Casa Pound, Forza Nuova, Forconi etc... e allora finge di non esserci apparentato.
    Una vecchia storia, la madre del qualunquismo destroide italiano.