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Di corsa verso una oligarchia

par zag(c)

Publie le mercoledì 25 giugno 2014 par zag(c) - Open-Publishing

E’ la stessa rappresentazione di quanto bambini che avevano rubato la marmellata con le labbra e le mani ancora sporche, ci si accusa a vicenda dicendo io non ne so niente! E’ lui che ha rubato la marmellata. Ebbene questa è l’immagine che mi viene in mente di fronte alla vicenda parossistica ( se non fosse vera) dell’immunità parlamentare ai senatori. Il PD accusa i M5S, il governo accusa i relatori di commissioni, che fanno parte della maggioranza che sostiene il governo, questi accusano , si ma anche loro ( intesi come deputati del M5S) hanno rubato ( rimanendo nella metafora) Noi? Ma se abbiamo la meni pulite, (mostrando le mani ancora sporche di marmellata) sono loro che lo hanno fatto per coprire le porcate ( le stesse per cui Grillo ha annunciato “Si, se ne può parlare”) Insomma un gran casino e alla fine risulta che

i provvedimenti per l’immunità un giorno si sono presentate in commissioni e: Buon giorno noi siamo dei provvedimenti possiamo? Nessuno degli astanti ha risposto, tutti si son guardati in faccia e quelli sono entrati.”
Ora si è scatenato il bailamme ( tutta scena) Con titoloni sui mass media , tutti che accusano gli altri, tutti che gridano allo scandalo, poi pian piano le voci si abbassano, diventano sussurri e il provvedimento in sordina passerà.
E’ indispensabile che passerà il provvedimento altrimenti nessuno avrà interesse a votarlo questo decreto di riforma per la crescita e lo sviluppo, per l’occupazione dei giovani per uscire dalla crisi, per ridurre il costo della politica ( ho dimenticato qualche altro slogan che non centra nulla ma che fa effetto? Se si aggiungetelo pure voi)
Il Senato e la riforma che naturalmente dovrebbe entrare in vigore dalla prossima legislatura cosi gli attuali possono stare tranquilli, almeno per il momento , fa schifo un po’ a tutti senatori e deputati a costituzionalisti e giuristi, ma tutto sacrificabile sull’altare della Governabilità che tradotto significa meno autonomia di giudizio da parte dei “rappresentanti del popolo”, sempre meno eletti e scelti da questo, sempre più nominati fra loro e scelti e avallati dal potere costituito, nel segno del “ non disturbare il guidatore” . Il caso del povero sprovveduto e inesperto, ingenuo e idealista ex conduttore televisivo ne è una riprova. Ed è anche un esempio il rientro e l’ “obbedisco” dei suoi 14 amici che si erano imbarcati nella loro “ ragazzata” dell’annuncio delle dimissioni.

Infatti le caratteristiche che devono avere questi “eletti” ( non nel senso di elezioni, ma di élite , di casta, di membri di un circolo o setta sempre più ristretta , appunto di élite) sono appunto quelli di membri di questo circolo, trombati o vecchi tromboni, zombi esautorati dalla politica attiva ( di cui ne hanno fatto parte per un certo periodo) e per cui , per forza di cose, qualche scheletro nell’armadio ce l’hanno per forza di cose, qualcosa da farsi “perdonare” ce l’hanno per forza.
Nel passato a furia di rimescolare nella merda qualche schizzo anche senza volerlo gli sarà pur arrivato. Sono uomini di provata fede verso il loro capo o partito che poi si identificherà sempre più. Non si chiede a questi professionalità , conoscenze particolare di quello che una volta si chiamava “scienza dell’amministrare” , o esperienza in campo legislativo, di storia, di cultura e conoscenza del territorio visto che per elezione provengono da li ecc. ecc. Men che meno rappresentatività degli elettori!
Ma solo profilo basso, esperienza di lungo corso nel saper districarsi nei meandri del potere , ma soprattutto affidabilità e fedeltà. “Affideltà” per usare un acronimo oggi tanto di moda insieme all’inglesismo. Politicanti , insomma, alla fine della loro carriera politica, ma che rappresentano una sicurezza e che quindi andrebbero premiati con l’ultimo incarico e con stipendi da sindaco di una metropoli di media grande grandezza. Ed è una tappa d’arrivo per chiunque nelle sedi decentrati del potere ( Comuni, Regioni, Province) che rimanendo fedeli nei secoli , possono sperare di finire in bellezza la loro carriera.

E qui c’è l’altra bufala nascosta. Il costo della politica Lo stipendio. Questo si aggira per una città con più di 500 mila abitanti a circa 7.800 (Decreto 4 Aprile 2000 n°119 in applicazione della famosa legge Bassanini, la n°265 del 3 agosto 1999 e pubblicata sulla GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA (13/05/2000) maggiorato di un 3 + 2 per cento per comuni così detti virtuosi rispetto al bilancio comunale. A questo si aggiunge un gettone di presenza a seduta di 36.15 Euro. Vogliamo arrotondare a 10 mila euro per difetto? A questo , naturalmente si deve aggiungere il rimborso spese per disagiata sede Infatti stare a Roma non è come stare a Canicatti e quindi un forfait per pagare portaborse, spese per i viaggi , ( una alla settimana lo vogliamo dare per vedere la famiglia se no sarebbero costretti a frequentare le puttane a puttane!) per l’albergo, o affitto di una casa al centro, con annessi e connessi. Se qualcuno si sbizzarrisce a fare due conti e paragonare quanto ci costano i senatori rispetto a questi “eletti” potrà rendersi conto che sarebbe stato più “risparmioso” ridurre di un 30% gli emolumenti con rimborso spese a pie di lista e rendicontati e quindi tassabile, a tutti i parlamentari che non questa “riforma”. L’unico risparmio , forse, sarà che questi “emolumenti” saranno pagati dall’istituzione di provenienza ( Regione, Provincia e Comune) e quindi, (ripeto forse, non ci è dato da sapere ancora,) sarà si un risparmio per le casse centrali, ma un aggravio per il potere decentrato. ( la solita bufala non-bufala renziana)

Se fosse veramente il costo della politica l’obbiettivo da raggiungere. Ma non è cosi!

La corsa, da rincorsa nei governi Berlusconi, Monti , Letta , verso la trasformazione delle nostre istituzioni da democrazia ad Oligarchia è sempre più frenetica. E se in passato questa forma di governance poteva essere giustificato per censo , per nascita, per patrimonio e ricchezze, e lo fu da molti studiosi di filosofia della politica, da Aristotele, Niccolò Machiavelli, Francesco Guicciardini, Thomas Hobbes, John Locke, Immanuel Kant, Montesquieu, ecc. ecc , oggi lo è non solo giustificabile, ma necessario da parte di una élite europea identificabile con quel che viene sinteticamente definita Troika.

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