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In nome della storia

par Antonio Recanatini

Publie le martedì 1 luglio 2014 par Antonio Recanatini - Open-Publishing
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I giornali italiani, compresi quelli della sinistra autoreferenziale, anzi qualcuno osa chiamarsi "quotidiano comunista", mostrano le stesse tre foto dei tre ragazzi israeliani trovati morti. Tutto in primissima pagina, tutto ben in evidenza, tanto per giustificare le bombe su 34 edifici Palestinesi e la strage di civili, di cui si perdono le tracce, tanto più le foto e riprese televisive. Il silenzio intorno a questo genocidio rappresenta l’implacabile decadenza di una qualsiasi morale occidentale, finanche il finto sdegno sugli immigrati morti in mare, a largo di Lampedusa, sembra più umano.
Nessun uomo sano di mente dovrebbe negare l’olocausto ai danni degli ebrei, come nessuno dovrebbe nascondere lo sterminio di massa dei Palestinesi.
Ultima cosa, ultimamente ho letto editoriali di illustri scrittori, ho notato che rasentano la questione, senza mai render chiara la posizione a tal proposito, senza esporsi più di tanto. Per come la vedo, la cultura che chiude gli occhi di fronte alla realtà è colpevole quanto gli stessi soldati mandati ad ammazzare.
Non possiamo condannare l’ignoranza e non condannare il sapere, Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente, lo scriveva Bertolt Brecht e non credo lo scrisse a caso.

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